QUANDO NACQUE LA PAURA DI UN OLOCAUSTO NUCLEARE?

Per curiosità mi sono messo a fare ricerche sulle opere legate al filone post-atomico cercando di risalire ai primissimi esponenti di tale genere. Benché, quasi sicuramente, il pensiero della maggioranza vada a Mad Max come capostipite, in realtà diverse opere precedenti avevano affrontato l’argomento. Ma andiamo con ordine…

UN PO’ DI STORIA

Il 27 Settembre 1905 il famoso fisico Albert Einstein propose un’equazione che passò alla storia:  Emc2. Risultato di una ricerca  riguardo ad una dipendenza dell’inerzia di un corpo con il suo contenuto energetico, l’equazione illustrava come l’energia massima ottenibile da un oggetto fosse equivalente alla massa dell’oggetto moltiplicata per il quadrato della velocità della luce.

Einstein, inizialmente, non vide applicazioni pratiche di questa scoperta. Solo nel 1923, l’italiano Enrico Fermi, nel breve saggio “Le masse nella teoria della relatività”, mise in evidenza un’importante conseguenza fisica della teoria einsteiniana: la relazione che lega la massa di un corpo alla sua energia. Dopo aver sottolineato le potenziali quantità di energia contenute in un grammo di materia in base alla relazione Emc2, Fermi proseguì: “Non appare possibile che, almeno in un prossimo avvenire, si trovi il modo di mettere in libertà queste spaventose quantità di energia, cosa del resto che non si può che augurarsi, perché l’esplosione di una così spaventosa quantità di energia avrebbe come primo effetto di ridurre in pezzi il fisico che avesse la disgrazia di trovare il modo di produrla”.

Negli anni successivi, gli studi su questo principio e sulla fisica nucleare fecero passi da gigante e ci furono molte scoperte significative, soprattutto la fissione dell’uranio. Su quest’ultima scoperta, sempre Fermi (che nel frattempo si era trasferito in America) assieme ad altri scienziati, nel 1939 condusse diversi esperimenti e ricerche svelando la possibilità di ottenere delle reazioni a catena dalle importanti implicazioni belliche: nel mese di marzo si tenne una conferenza al Ministero della Marina in seguito alla quale venne concesso un piccolo finanziamento per queste ricerche. All’inizio dell’estate dello stesso anno, Szilard, insieme a Paul Wigner, persuasero Einstein a scrivere una lettera al presidente Roosevelt per segnalare che c’era la possibilità ipotetica di costruire una bomba utilizzando il principio della fissione ed era probabile che il governo tedesco avesse già disposto delle ricerche in materia. Il governo degli Stai Uniti cominciò così a interessarsi alle ricerche….

Per la sua esperienza nella fisica dei neutroni, Fermi divenne il leader naturale del gruppo incaricato di portare a termine la prima fase del progetto che portò alla bomba: la realizzazione di una reazione a catena autosostenuta e controllata. Il lavoro, coperto dal segreto militare, fu svolto in uno scantinato dell’università di Chicago, designato con il nome in codice di Metallurgical Laboratory. Nel dicembre 1942, la prima reazione nucleare controllata della storia venne innescata nel reattore costruito sotto la direzione di Fermi. Prese il via il progetto Manhttan (più propriamente Manhattan Engineering District, in italiano “Distretto di ingegneria di Manhattan”) incentrata sullo sviluppo delle tecnologie costruttive di un ordigno atomico e sulla produzione di una quantità sufficiente di materiale fissile di adeguata purezza e, per arrivare a questo risultato, furono seguite due strade parallele che portarono rispettivamente alla produzione di due diversi tipi di bombe. Il primo esperimento di bomba atomica, battezzato Trinity, ebbe luogo il 16 luglio 1945 ad Alamogordo, nei dintorni di Los Alamos, nel Nuovo Messico. A 150 miglia da lì, in Arizona, i viaggiatori dell’Union Pacific Railway poterono vedere la palla di fuoco. I testimoni diedero diverse interpretazioni del fenomeno, alcuni descrivendo i suoi effetti come quelli della caduta di un bombardiere, altri come un incendio dell’atmosfera o l’arrivo di un meteorite. Testimoni di Gallup, città situata a 235 miglia a nord del luogo dell’esplosione, pensarono di aver assistito all’esplosione di un deposito di munizioni dell’esercito. Venti giorni dopo questa prova, il 6 agosto 1945 alle 8h15, l’ordigno nucleare battezzato “Little Boy” venne lanciato su Hiroshima. Esplose a circa 633 metri al di sopra della città, oscurando il sole, uccidendo 130.000 persone, causando 80.000 invalidi e rendendo malate 90.000 persone a causa degli ulteriori residui radioattivi. In qualche ora, scese una pioggia nera, una cenere bianca ricoprì l’epicentro e causò ustioni. La maggior parte delle prime vittime morì per gli effetti combinati del calore, della pressione e di una malattia acuta da raggi. Hiroshima fu praticamente cancellata dalla carta geografica. Due giorni dopo, l’8 agosto 1945 alle 11.01, una bomba al plutonio battezzata “Fat Man” fu sganciata su Nagasaki. La popolazione fu cancellata dalla faccia della Terra.

Sui libri viene detto che il risultato fu la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma la verità è che oltre a questo, l’intera umanità venne messa per la prima volta di fronte alla potenza delle armi nucleari…

LA CORSA AGLI ARMAMENTI E L’IMPATTO SULLA SOCIETA’

Come diretta conseguenza degli eventi appena descritti, iniziò una veloce corsa allo sviluppo di armi nucleari. L’Unione Sovietica sperimentò la prima bomba a fissione il 29 agosto 1949, ponendo così fine al monopolio degli Stati Uniti d’America, mentre la Gran Bretagna sperimentò un ordigno a fissione  nel 1952.

Proprio nel novembre di quell’anno, a testimonianza del fortissimo impatto di tali eventi sulle ansie e sui timori della società in generale, nasce la prima opera che riguarda direttamente uno scenario segnato dall’eventuale impiego di armi nucleari in un conflitto su larga scala e si tratta di un fumetto: Atomic War!

A dire il vero, più che un fumetto sembra uno strumento propagandistico degli Stati Uniti d’America, già la copertina è tutto un programma: Si vede New York devastata dall’esplosione di una bomba atomica e le parole “Soltanto un’America forte può prevenire la Guerra Atomica!”. Lo scenario che viene dipinto é quello di un futuro prossimo (il 1960 per l’esattezza) in cui i perfidi Russi fingono di voler instaurare un dialogo di pace e i laboriosi e onesti Americani ci cadono come pere mature, abbassando la guardia e subendo dei bombardamenti nucleari. Di lì una serie di eventi che si dipanerà per 4 numeri e vedrà l’America reagire, combattere il nemico e sconfiggerlo per riportare la pace nel mondo. Insomma, un vero e proprio monumento all’ipocrisia di chi per primo ha usato tali armi su vittime innocenti…

Di valore ben diverso é invece The Chrysalids un romanzo dello scrittore inglese John Wyndham, edito nel Regno Unito nel 1955 e pubblicato anche in Italia nel 1957 con il titolo “I Trasfigurati”. Si può dire che qui inizia davvero a delinearsi il concetto di un’umanità che, sopravvissuta ad una guerra nucleare globale e persa ogni memoria storica, torna a formare piccole comunità agricole. Tali comunità sono caratterizzate principalmente dall’intolleranza verso i mutanti e il protagonista, dotato di poteri telepatici, é costretto a fuggire nel momento in cui il suo segreto viene rivelato…

I temi affrontati sono interessanti: Si parte dalla raffigurazione di una “religione” che in realtà non è altro che la storpiatura del contenuto degli unici due libri ritrovati (La Bibbia e I pentimenti) creata solo per avere un sostegno alle proprie paure. Si guardano le cose dal punto di vista dei mutanti e, soprattutto si getta uno sguardo realistico alle conseguenze di un’eventuale guerra nucleare: « Stiamo sorvolando una zona orribile. Avevamo già visto le Male Terre, ma non immaginavamo neppure qualcosa di così spaventoso. Per miglia e miglia il terreno sembra di vetro nero; non c’è nulla… Solo questo sterminato oceano d’inchiostro… Ci sembra di aver varcato le soglie dell’inferno. Chi può aver provocato una distruzione così orribile? È un luogo di disperazione, negato a qualsiasi genere di vita per sempre… Perché?… Perché? È come se la potenza degli dei fosse finita in mano ai bambini, ma a bambini pazzi! »
(Capitolo XVI)

4 risposte a “QUANDO NACQUE LA PAURA DI UN OLOCAUSTO NUCLEARE?

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