In occasione dei trent’anni di Hokuto No Ken ho voluto intervistare un amico e coetaneo che da tanti anni lavora ormai nel mondo del doppiaggio come direttore artistico, dialoghista, supervisore al mix e doppiatore. Un appassionato ed un professionista che, tra i tanti anime di cui si è occupato, ha curato anche Ken il Guerriero – La Trilogia, edizione italiana dei 3 OAV noti in Giappone come Shin Hokuto No Ken e, sempre a proposito di Ken, ha qualche piccola anticipazione da rivelare a tutti i fan 😉
Ma andiamo con ordine…
La prima domanda è, ritualmente, quella più semplice e scontata: Chi è Giorgio Bassanelli Bisbal? Parlaci un po’ di te.
Un uomo di 36 anni che ha avuto e ha ancora la fortuna di poter lavorare nel mondo degli anime. Una persona amichevole, solare, ma categorica e decisa.
Avendo la stessa età, immagino che il percorso riguardo alla passione per gli anime e manga sia stato più o meno lo stesso: Nutrito fin da bambino con Goldrake e tutti i migliori anime delle TV nazionali e locali, avrai poi scoperto un mondo del tutto nuovo negli anni ’90, quando Granata Press ed altre realtà editoriali hanno iniziato a diffondere meglio questo tipo di media. Ma quand’è che la semplice passione ha iniziato a trasformarsi in qualcosa di più? Come sei riuscito a diventare un professionista in questo campo?
E’ esattamente così. Sono cresciuto a ‘pane e Goldrake’, come tanti, in quella indimenticabile ‘epoca d’oro’. Proprio alla fine degli anni ottanta infatti, Junior TV trasmetteva le serie di Ken il Guerriero e di Maison Ikkoku. Io avevo letteralmente perso la testa per questi due capolavori e non li vedevo più come due semplici programmi televisivi, bensì li osservavo dal punto di vista artistico. Godevo nel guardare i disegni, i colori, la regia, le musiche… Insomma, qualcosa in me era nettamente cambiato. In concomitanza con quel periodo, per pura coincidenza, cominciò la pubblicazione dei primi manga editi da Granata Press e quindi, io stesso, iniziai a scoprire che non ero l’unico ‘pazzo’ che vedeva negli anime delle vere e proprie opere d’arte. Grazie ai manga cominciai a frequentare una fumetteria, vicino casa mia, che si chiamava “Metropolis” e lì conobbi tanti altri appassionati come me. Per farla breve, divenuto esperto e informato su tutto, praticamente un ‘otaku’, cominciai ad andare alla fiera di Lucca. Lì, l’incontro che mi avrebbe cambiato la vita. Mi recai allo stand della Granata e chiesi informazioni sul manga di Goldrake (ai tempi la casa editrice stava editando Mazinga Z) a un tizio con gli occhiali che mi rispose con tono simpatico “Ma cosa ne sai te di Goldrake e Mazinga se puzzi ancora di latte!” e io replicai divertito: “Peccato che ho entrambe le serie registrate dalla Rai su betamax!”. Immediatamente l’occhialuto mi mise una mano sulla spalla dicendomi: “Parliamone!”. Da quel momento nacque un’amicizia profonda tra me e Francesco Di Sanzo il quale era, egli stesso, un grande appassionato di questo mondo. Nel frattempo tante cose cambiarono e coi primi titoli editati in home-video, Di Sanzo, ebbe l’esigenza di avvicinarsi all’acquisizione dei diritti e al doppiaggio. Egli contattò Romano Malaspina, il quale declinando l’offerta di dirigere i primi titoli inediti gli presentò Fabrizio Mazzotta. Mazzotta ai tempi non aveva mai diretto nulla, occupandosi all’epoca di doppiaggio solo nella veste di doppiatore. Nonostante questo, Di Sanzo, ebbe fiducia in lui e lo investì della carica di suo direttore del doppiaggio. Un bel dì, al controllo del mixage, Mazzotta non venne in quanto influenzato o non ricordo cosa e Di Sanzo mi chiese di sostituirlo alla supervisione del mixage di Shutendoji, una mini serie di Go Nagai. Da lì,tutto ebbe inizio….
Possiamo parlare quasi di un incontro del destino! Da allora di anime ne hai curati tantissimi. Puoi parlarci delle produzioni di cui ti senti più soddisfatto?
Premesso che per me ogni singolo titolo è opera da rispettare, anche la più discutibile o lontana dai miei gusti personali. Sicuramente vado fiero della riedizione dei film di Goldrake, Mazinga e i vari Getter; City Hunter, Ranma, dei film di Dragon Ball, Inuyasha, CowBoy BeBop, Daitarn 3 (anche se è stato un vero sforzo accettare di ridoppiarlo), Ken la trilogia, Bem il mostro umano, Wolf’s Rain, Violence Jack, Initial D (con l’amarezza di non averlo concluso) e tanti altri… Ma, ultimamente, l’apice della mia soddisfazione è decisamente il film di Berserk. Lo è per tantissime ragioni…
Ecco, parlaci un po’ di Berserk!
A tal proposito avrei alcune precisazioni da fare, viste alcune inutili polemiche orchestrate da “sapienti giocolieri” della rete che hanno scritto inesattezze sulle scelte adottate durante l’adattamento italiano:
1) In primis c’è da specificare una cosa. Per la scelta dei nomi che sono stati utilizzati nel film di Berserk abbiamo dovuto attenerci alle direttive inviateci direttamente dai produttori. Questo significa che ci è stata fornita una lista dei nomi e delle pronunce che deve essere tenuta presente durante la localizzazione. Nel caso specifico (oltre a sottolineare come in nessun modo nel film si è mai pronunciata la parola “Ciudor”, come alcuni erroneamente hanno riportato) “Chuder” è la pronuncia che lo stesso staff di Miura ha richiesto fosse utilizzata. Dato che il giapponese è privo di consonanti morbide, non si riescono a esprimere determinate differenze di pronuncia. Questo è proprio il caso di Chuder, nel quale le iniziali si combinano riprendendo la lettura inglese. Sta di fatto che nel lungometraggio non viene mai pronunciato direttamente con una “c”, ma riprendendo la lettura che vuole la casa di produzione: una “t” morbida che richiama le sonorità inglesi, quasi fosse un “two”(“due” in inglese), quindi. “Twuder”.
2) Qui riprendo in parte il discorso già affrontato nella prima risposta. C’è una lista dei nomi alla quale attenersi. In questa lista si tiene conto delle letture e delle pronunce, ma a volte letture e pronunce non coincidono (d’altronde lo stesso nome “Guts” non viene letto con una “u”, ma con una “a”). Prestando attenzione alla pronuncia giapponese del nome “Caska”, ci si rende conto di come venga pronunciato effettivamente “Kyaska”. Il nome Caska (che ricordo è solo la lettura e non la pronuncia) è riportato come キャスカ, la cui lettura è Kyasuka. Se il giapponese avesse voluto rendere la pronuncia “ka”, invece di una “kya”, avrebbe potuto grazie al suo sistema sillabico scrivendo direttamente “Kasuka”. C’è stato un grande sforzo per mantenersi il più possibile vicino all’originale giapponese, senza però andare contro le direttive imposte. La pronuncia del nome del personaggio di Caska (che riprende quindi l’originale giapponese) è il risultato dell’attento studio delle pronunce dei nomi che io stesso ho fatto.
3) In merito alla scelta delle nuove voci, queste sono cambiate rispetto alla serie televisiva per due semplici ragioni: a) anche in Giappone il film non ha le stesse voci della serie TV visto che sono passati quasi 15 anni dalla prima messa in onda, b) a prescindere dalla scelta adottata dai produttori nipponici, sostengo la scelta adottata per la nostra localizzazione ritenendo il design del film non idoneo alle voci utilizzate da Mediaset per la serie TV.
Detto questo, ora posso parlare del presente:
Berserk è una delle opere che amo di più in assoluto. E stiamo cercando, attraverso il doppiaggio, di renderlo qualcosa di unico nel campo degli anime distribuiti in Italia. Abbiamo raccolto un cast di doppiatori che molti non si sarebbero aspettati al leggio per un anime: Massimo Foschi, Renzo Stacchi, Romano Malaspina…
Foschi, a parte Violence Jack sempre fatto da me, non ha mai doppiato un anime in vita sua. E questo perché ha sempre prestato la sua voce solo a opere che ritiene di qualità… È stato il caso di Berserk.
In Violence Jack era solo una voce narrante e gli chiesi l’onore e il piacere, accettó ma a bocca storta… Non gli piaceva affatto. Poter dirigere questi grandi artisti nell’edizione italiana di questa opera mi riempie di orgoglio ed entusiasmo. Auspico che sia un lavoro differente, che renda le atmosfere originali del soggetto al 100% e che magari le superi…
Megalomania? No, semplicemente passione e amore per questo lavoro.
Stavo pensando che io e te ci siamo conosciuti grazie a Facebook. I social network sembrano aver rivoluzionato molto il tipo di rapporto che è possibile instaurare tra i semplici appassionati e gli addetti ai lavori. Pensi che questo possa portare risultati positivi rispetto alla qualità media dei prodotti d’animazione presentati in Italia?
Dipende. Per chi è dall’altra parte del vetro è difficile, a volte, comprendere la vuota saccenza “sterile” che hanno alcuni assidui frequentatori e finti leoni che vivono perennemente connessi alla rete. Dico questo perché dietro a un monitor sono tutti leoni ruggenti…
Spesso, leggere commenti di gente che spara sentenze sul lavoro altrui, senza minimamente tenere in considerazione le dinamiche che ci sono dietro al sipario, è davvero divertente. Ma c’è un lato positivo in tutto questo, ovvero il poter interagire con appassionati che sostengono chi opera con onestà e passione.
Sì, purtroppo anche qui c’è il rovescio della medaglia. Ma passiamo finalmente all’argomento principe dell’intervista: Hokuto No Ken!
Trent’anni di battaglie ai quali anche tu hai dato il tuo contributo curando l’edizione italiana di Shin Hokuto No Ken. Parla, esprimiti liberamente!
Hokuto No Ken è una saga incredibile! Personaggi eterni, storia epica e assolutamente inimitabile.
Come già ho avuto modo di raccontare in passato, c’era in progetto di ridoppiare tutta la serie e la scelta delle voci della Trilogia venne effettuata proprio in previsione di un ridoppiaggio della serie.
In cuor mio non ho ancora perso la speranza che si possa rifare il doppiaggio della serie TV e, se ciò dovesse accadere e sarò io a potermene occupare, opterei per un cast di voci di altissimo livello e dialoghi degni dell’opera.
Hai già in mente alcune voci nello specifico?
Certamente, ma parlarne adesso sarebbe prematuro. Quando si fanno le distribuzioni delle voci si devono tenere presenti tante cose… Per esempio l’età, la personalità, la caratterizzazione, i rapporti tra i personaggi… è veramente complesso orchestrare un doppiaggio… Per me, una voce, non vale l’altra.
Personalmente ho sempre trovato che De Ambrosis sia stato il Kenshiro più convincente. Quando hai dovuto scegliere, avevi già in mente lui o ci sei arrivato dopo una selezione?
Ti ringrazio, ovviamente lo è anche per me. Sono un appassionato come voi, come ho detto poco fa, per me una voce e un’interpretazione non valgono l’altra! Molti di voi non immaginano certamente che, per alcuni attori/doppiatori, ciò che noi riteniamo opere d’arte per loro è “robetta” e, tendenzialmente, non sono molto propensi a doppiare cartoni animati. Molti attori con i quali ho avuto il piacere di lavorare in passato, sono apparsi nei lavori curati da me proprio per il rapporto personale sviluppato con loro in questi anni. Massimo De Ambrosis è stata una scelta fortemente voluta da me e dal produttore esecutivo della trilogia, ovvero Francesco Di Sanzo. Tale scelta fu optata anche in funzione del progetto di ridoppiare tutte e due le serie TV di Hokuto no Ken.
KEN IL GUERRIERO – LA TRILOGIA
Lo scontro finale tra Kenshiro e Seiji nell’edizione italiana di Shin Hokuto No Ken, con le voci di Massimo De Ambrosis (Kenshiro) e Massimo Lodolo (Seiji).
Parlando di doppiaggio, sono curioso di sapere, secondo te, quali sono le migliori voci in Italia. D’altronde, vedendo come ti sei comportato con le produzioni che hai curato, emerge chiaramente la volontà di scelgiere sempre strade difficili piuttosto che quelle “facili e convenzionali”…
Premesso che sono tutti importanti e ognuno di loro, in qualche modo, ha contribuito a far brillare un film, una serie, o qualsiasi altra edizione realizzata… E, premesso anche che, non sia solo una questione di voce ma anche d’interpretazione, recitazione e sensibilità, io ho una rosa molto ristretta di voci odierne preferite. Le stelle di Hokuto (ahahah!) per me sono: Massimo Lodolo, Loris Loddi, Romano Malaspina, Massimo Foschi e Omero Antonutti. Una piccola frase da loro recitata mi incanta e affascina. La loro recitazione ha qualcosa di melodioso, come se fossero veri e propri strumenti musicali che, in una grande orchestra, danno colore e ne esaltano l’esecuzione.
A proposito di Malaspina, hai voglia di parlarci un po’ della tua amicizia con il mitico “Actarus”?
La nostra amicizia nasce nel lontano 1991 dopo un’intervista fatta da Francesco Di Sanzo a lui per “Mangazine”, una rivista contenitore di manga e informazioni sul mondo degli anime pioniera del settore. Tutto è partito da lì. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, se è vero che l’ho conosciuto per Goldrake, il nostro rapporto d’amicizia si basa proprio sulla nostra personalità. Siamo molto simili, molto. A parte certe idee un po’ “estreme” di Romano (di cui sorrido perché fanno di Malaspina il personaggio che è) siamo due mentalità simili. Per noi sono FONDAMENTALI la lealtà, la fermezza, l’amicizia e soprattutto la dignità. Motivo per cui, tutti e due, in questo ambiente abbiamo avuto qualche difficoltà; motivo per cui IO NON HO MAI voltato le spalle a chi ha contribuito al mio ingresso in questo mondo. Ringrazio ancora, infatti, Francesco Di Sanzo il quale, che piaccia o meno, ha creato gli standard odierni. Lui ha reso importante il doppiaggio negli anime mettendolo sotto i reflettori, soltanto lui ha alzato il livello qualitativo del doppiaggio degli anime, oltre all’impostazione dei DVD, alla post-produzione etc.. Prima i cartoni animati giapponesi venivano considerati “prodotti di serie Z”, questa purtroppo è la realtà. Voltare le spalle a chi ti ha aiutato è una prassi comune nel nostro ambiente e Di Sanzo ha avuto tanti “mercenari”, intorno, che l’hanno sfruttato e pugnalato da vili.
Mitico Mangazine! Ne ho ancora le copie gelosamente conservate e ricordo bene l’intervista di cui parli. Anche in quel caso c’erano, da parte di Malaspina, delle dichiarazioni non proprio lusinghiere nei confronti del vostro settore…
Eh sì, purtroppo il doppiaggio è un fatto “umano” e come tale ne possiede ogni pregio e difetto. Le cose non sono gestite, come si può pensare, in base al merito, la sensibilità artistica o la capacità personale, bensì, in base ad altri principi che non sto qui a elencare perché la polemica mi sembra inutile. Non tutti lavorano a ‘catena di montaggio’ o in base alle simpatie, per fortuna, però. Questo va detto.
Tornando a Ken e al suo trentennale, posso chiederti, onestamente, cosa ne pensi in generale delle produzioni più recenti legate al brand, incluse quelle della Pentalogia?
Non ne ho una buona opinione. Mi sembrano un po’ forzate. Mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di assolutamente nuovo, mi sarebbe piaciuta la terza e inedita parte del manga in animazione, per esempio. Oppure una decalogia di film che riassumono tutto il manga, un po’ come sta accadendo con Berserk. Parlando non della pentalogia ma di “Soten no Ken”, ecco, quella è stata un’occasione sprecata. Poteva essere un buon titolo e invece non lo è affatto. Chiaro che è la mia personale opinione.
Insomma, sono lontani i tempi della serie TV storica…
Vedete, io credo che la tecnologia abbia regalato tanti vantaggi alla civiltà, ma le abbia anche tolto qualcosa. Si è persa la manualità, o per meglio dire è mutata in qualcosa di diverso e meno “personale”; si è perso il tempo e quindi l’impegno e la dedizione… Tutto dev’essere veloce perché “il guadagno” dev’essere immediato. Insomma, essendo cambiati i tempi, i presupposti e le esigenze, le serie d’un tempo ormai ce le sogniamo. Resteranno immerse nella storia, nella “nostra” storia e starà a noi mantenerle vive e presenti oggi e in futuro.
La pensiamo proprio allo stesso modo. In tal senso, com’è stato, lo scorso dicembre, incontrare faccia a faccia due mostri sacri dell’animazione come Masami Suda e Junichi Hayama, coloro che principalmente hanno reso la serie storica di Ken un tesoro senza tempo?
E’ stato molto divertente, molto. Io sono di natura decisamente scherzosa e sono un chiacchierone quindi ho trasformato la serata in una specie di cena tra amici di vecchia data. Uno può immaginare che gli argomenti siano stati sull’animazione, e invece no. Abbiamo parlato dei nostri due paesi, di storia, di cibo, di culture, DI DONNE, di nostre avventure personali, di automobili, di quello che il mondo intero sta attraversando e di come tutto è decisamente cambiato ovunque. Insomma, come una serata tra amici di vecchia data. Poi, certo, è scattata l’ora dei disegni e, naturalmente, io mi sono fatto disegnare da Hayama un Kaioh SUPREMO e un Kenshirou strepitoso dal maestro Suda.
Cosa bolle in pentola? Hai qualche anticipazione da darci?
In effetti, proprio in merito al mondo di Kenshirou, qualcosa bolle in pentola, ma temo sia prematuro parlarne in quanto si tratta solo di progetti e null’altro. Sono in cantiere di certo delle versioni deluxe delle due serie televisive, ma una vera bomba potrebbe esplodere da un momento all’altro… Per quanto concerne Berserk, abbiamo ultimato la settimana scorsa il mixage del secondo film, nel cui cast italiano brilleranno voci, alcune della quali già menzionate, che non mancheranno di emozionare il pubblico oltre ad aver dato a me l’opportunità e l’onore di poterle dirigere.
Ho anche scritto i dialoghi di un anime molto particolare intitolato Dottrina di spada (Tokyo Majin) di Casshern Sins e di Kotetsushin Jeeg. Di questi ultimi mi è stata affidata anche la direzione e non vedo l’ora di iniziarne il doppiaggio.
Sarà sempre Malaspina a doppiare Hiroshi nella nuova serie di Jeeg?
Assolutamente SÌ e inoltre inviteremo Emanuela Rossi (sperando che accetti) a prestare nuovamente la voce A Miwa. Sarà molto eccitante calarsi nelle atmosfere di questo anime e il fato ha voluto che questi nuovi episodi saranno lavorati negli stabilimenti della Cooperativa Eddy Cortese, proprio dove, più di trent’anni fa, venne doppiata la prima mitica serie!
Giorgio, starei qui a farti domande all’infinito, perché quando si fanno discussioni tra appassionati è sempre così, ma dopo le anticipazioni che ci hai dato sono sicuro che avremo modo di tornare a parlare insieme di Ken molto presto. Nel frattempo,ti ringraziamo per la disponibilità 😉
Grazie e a voi per la stima e il sostegno!
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LINK CORRELATI
- Shin Hokuto No Ken (3 0AV)
- Intervista dalla trasmissione Iscandar (Rai Futura) – parte 1 – parte 2 – parte 3
- Videointervista a Giorgio Bassanelli Bisbal sul doppiaggio della Trilogia
- Romano Malaspina e Giorgio Bassanelli Bisbal parlano di Goldrake
Bellissima intervista ragazzi, complimenti a entrambi!
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Caro phoenixone, che continui a scrivere boiate, il tuo commento in effetti era scomodo, ma solo per te, in quanto le domande sollevate trovavano risposta già nell’intervista, cosa che mi sono premurato di farti notare via email, come tu stesso avevi suggerito. Se non ho approvato i tuoi commenti è stato per riguardo nei tuoi confronti, per evitarti figure barbine.
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E continuiamo…
Phoenixone, i tuoi commenti non verranno approvati fintanto che continueranno ad esser privi di senso. Da un lato ti dichiari fan di Berserk e dall’altro rifiuti l’espressa volontà del suo autore originale in ragione di una localizzazione italiana precedente alla quale semplicemente sei più abituato, ma non per questo migliore.
Secondo il tuo punto di vista, ha più peso l’opinione di un sedicente fan piuttosto che quella di chi ha creato il manga e produce i film. Già questo basta per capire il vuoto assoluto su cui poggiano le tue richieste ed illazioni.
Tra l’altro, cosa che mi sento di aggiungere, tutto è stato discusso e non semplicemente preso per oro colato.
Mi chiedi di un adattamento di Ken con nomi diversi perché, secondo te che ti ritieni fan, l’adattamento attuale di nomi come “Raoul” sarebbe perfetto. Io ti rispondo che ormai lo sanno anche i sassi che “Raoul” è sbagliato e da anni vado predicando un ridoppiaggio che finalmente restituisca alla serie tutto l’onore che merita, quindi con me caschi proprio male. Tra l’altro, l’esempio che fai non è minimamente calzante, perché tiri in ballo nomi inventati quando invece quelli imposti da Miura sono gli unici ufficiali. Gatsu, come lo chiami tu, è stato traslitterato così perché i giapponesi mettono queste “u” ovunque quando si tratta di parole che non fanno parte della loro lingua. Può capitare, quindi, che tu possa leggere anche termini come “Battoru” piuttosto che “Battle” oppure “Faita” piuttosto che “Fighter” ma, secondo te, in un adattamento italiano converrebbe tenere il primo o il secondo?
In chiusura, visto che evochi fantomatiche schiere di fan insoddisfatti, vi esorto a mandare le vostre rimostranze direttamente alla casa di produzione giapponese o, meglio ancora, a Miura stesso, spiegandogli che per VOI la sua volontà in merito a Berserk vale meno di zero.
Non risponderò ad altri messaggi.
Ossequi.
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Non capisco, Yamato Video aveva annunciato Casshern l’anno scorso dando per imminente il passaggio su Man-Ga quando il doppiaggio non è stato neanche iniziato? Oppure quel “non vedo l’ora” ecc. si riferisce solo a Jeeg?
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Ciao Vasco!
Tranquillo, se è nell’intervista vuol dire che è tutto confermato 😉
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Grande! Ho scoperto da qualche giorno kotetsushin jeeg !
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