
Tra le serie alle quali ha lavorato ricordiamo: Sasuke del 1968 dove ricopre il ruolo di disegnatore; Ninpu Kamui Gaiden (L’altra Storia del Ninja Kamui) del 1969, anche qui in veste di disegnatore; Uchu Senkan Yamato (Incrociatore Spaziale Yamato, noto in occidente come Star Blazers) del 1974, ancora ai disegni, nel ’78, con la seconda serie, diviene character designer, mentre nell’80, con la terza serie, passa alla regia; Cyborg 009 del 1979, in cui si occupa dell’adattamento del design dei personaggi; Dr. Slump & Arale del 1981, in cui riveste il ruolo di regista e si occupa dello screenplay; Maho No Purinse-Su Minky Momo (Minky Momo, la principessa della magia, noto anche in Italia con il titolo Il Magico Mondo di Gigì) del 1982 con ruolo di character designer.
1) Come è successo che la regia generale di questa serie sia stata affidata proprio a lei?
Queste sono cose che decidono i responsabili della casa di produzione, in questo caso la Toei Doga. Comunque a me piaceva tantissimo il manga e sono stato molto felice della decisione dei produttori di chiamarmi.
2) Cosa la appassionava di più delle vicende di Kenshiro?
Uhm… penso che tutti gli amici italiani che hanno visto Hokuto No ken siano rimasti un po’ scioccati… (ride) ma a me, quello che piaceva di più del fumetto era quella specie di umorismo macabro che torna sempre nelle scene di combattimento tra Kenshiro ed i suoi avversari. Le trovavo molto divertenti e mi sono considerato fortunato quando alla Toei Doga mi hanno scelto come regista.
3) In pratica di cosa si è occupato lei? La sua qualifica è regista generale, ma cosa significa?
Ti svelerò un segreto: io mi sono occupato sì della regia, ma solo dei primi dodici episodi. Con la restante parte della serie non ho avuto molto a che fare. Però, il regista generale è colui che deve impostare una serie, definire l’atmosfera, perciò non è una cosa particolarmente strana che io abbia curato così pochi episodi.
4) E riguardo al film?
Qui il discorso cambia. Ho disegnato personalmente lo storyboard o ekonte, come si dice in Giappone, cioé quel libretto di riferimento in cui sono tracciati i dialoghi accompagnati dagli schizzi di tutte le inquadrature. E’ la parte più importante del lavoro di realizzazione di un anime, su cui si basano tutte le fasi successive. Del film ho poi curato anche la regia.
5) Hokuto No ken è uno degli anime più fedeli al fumetto originale. Ha prestato molta attenzione al mantenimento di questo parallelismo?
Al contrario, io continuo a mantenere il dubbio di aver forse modificato il tema generale della vicenda…
Nella mia interpretazione, il tema di fondo è diventata la Storia; esaminare il ruolo che i vari personaggi svolgono nella storia dell’umanità, in un mondo distrutto che cerca di rinascere. Sotto questo punto di vista forse l’anime ha finito per essere molto diverso dal fumetto… Comunque, a giudicare dal successo che ha avuto anche da voi, è stato meglio così!
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