Ken il Guerriero – Hokuto No Ken – Kenshiro – 北斗の拳 – Fist of the North Star – Ken Le Survivant – Soten No Ken – Le Origini del Mito – 蒼天の拳 – Fist of the Blue Sky – Hokuto Musou – Ken's Rage – 北斗無双
Dopo l’esordio in Giappone lo scorso dicembre, arriva finalmente in Europa (e nel resto del mondo) la versione occidentale di Fitness Boxing Fist of the North Star, videogame per Nintendo Switch in cui i protagonisti di Ken il guerriero si trasformano in esigenti istruttori pronti a guidarci, giorno dopo giorno, attraverso una serie di allenamenti atti a bruciare le calorie in eccesso e rimetterci in forma.
Il gioco sarà disponibile esclusivamente in formato digitale (con buona pace dei collezionisti, che avrebbero preferito la copia fisica) a partire dal prossimo 2 marzo ma, nel frattempo, ha fatto capolino sul Nintendo eShop una demo gratuita che ci ha permesso di comprenderne meglio il funzionamento.
Iniziamo col dire che non conosco la serie Fitness Boxing, quindi non saprei dire quali siano le innovazioni o le variazioni sul tema rispetto ai precedenti capitoli. Una fra tutte è la tanto sbandierata Modalità Battaglia (sulla quale torneremo dopo), mentre per il resto devo supporre che le basi siano le medesime. Ad ogni modo, in questa demo si ha la possibilità di prendere immediatamente dimestichezza con i controlli mentre ci viene spiegato lo spirito con cui è strutturato il gioco. Che in effetti poi tanto gioco non è, perché si propone come uno strumento utile a mantenere la forma fisica, anche se poi la componente ludica non manca. Ma andiamo con ordine…
Una volta avviata la demo, verremo accolti fin dalla schermata del titolo da una voce familiare. Si tratta di Lorenzo Scattorin, perché, come potete notare anche dal trailer che ho inserito in testa all’articolo, il tutto è stato non solo tradotto ed adattato, ma anche doppiato in italiano. Le voci presenti sembrerebbero provenire, come per il già citato Scattorin, dal cast che ai tempi venne reclutato per la Pentalogia, quindi troveremo ad esempio un inconfondibile Ivo De Palma nei panni di Toki, così come, così ad orecchio, la voce di Raoh sembrerebbe di nuovo affidata a Dario Oppido. Ho cercato in lungo e in largo su internet una lista precisa dei doppiatori coinvolti ma, al momento, non ho trovato nulla. Probabilmente se ne riparlerà in un’eventuale sezione “credits” della versione completa. In ogni caso una sorpresa gradita.
Tornando al gioco vero e proprio, una volta superati i fondamentali, in cui Kenshiro ci spiegherà le basi del Fitness Boxing, avremo accesso all’allenamento libero e alla già citata modalità Battaglia. Il primo non ha bisogno di troppi approfondimenti. Si tratta di esercizi liberi che è possibile eseguire a piacere, settando vari parametri come più ci aggrada. La Battaglia, invece, ripercorre a grandi linee la trama e gli scontri più significativi della prima parte del manga, mettendoci di fronte a schiere di punkettoni e di boss finali. Nella demo potremo quindi non solo malmenare i crestoni, ma anche affrontare Shin in un duello all’ultimo sangue. Le battaglie sono abbastanza divertenti, oltre che impegnative, perché lo scopo è sia di colpire l’avversario sia di non farsi colpire. E durante i vari scambi di colpi, una barra si riempirà gradualmente ad indicare, una volta raggiunto il livello massimo, che siamo pronti per sferrare il colpo decisivo. Niente di epocale ma neanche da buttar via.
Tornando al lato puramente tecnico, il gioco propone una routine d’allenamento giornaliero e, in base ai risultati raggiunti, darà anche una stima degli anni che dimostriamo fisicamente (e sì, sono riuscito a farmene togliere 20!). Ci sono poi obiettivi da sbloccare e punti da guadagnare e spendere in un apposito negozio. Potremo infatti acquistare nuovi istruttori, nuove tenute da allenamento e nuovi brani musicali. In totale si parla di 20 brani, la maggior parte dei quali creati appositamente per il gioco, mentre 4 sono presi dall’anime storico (Ai wo torimodose!!, Silent Survivor, Yuria Eien Ni e Tough Boy) e 2 invece presi dai pachislot della Sammy.
Passando alle note dolenti, ce ne sono almeno un paio che è impossibile ignorare. Partiamo da quella meno grave: la localizzazione.
Dico meno grave perché non impatta direttamente sul gameplay ma, come è evidente anche solo dal trailer, in diversi casi traduzione ed adattamento sembrano gestiti da un branco di scimmie urlatrici. A farne le spese è in primo luogo il doppiaggio: laddove è evidente che qualcuno (senza fare nomi) sembra meno calato nella parte rispetto ad altri, chi ha curato la localizzazione ci mette sopra una bella pietra tombale con delle pause innaturali che spezzettano i dialoghi o fanno pronunciare grossolani errori come “TENACITÀ” al posto di tenacia. Diciamo che è fastidioso.
Ciò che invece in parte mi aspettavo ma comunque mi perplime lo stesso è che i sensori di movimento dei joy-con non riescono effettivamente a distinguere un diretto da un gancio o da un montante. È una cosa di cui si può rendere conto chiunque nel momento in cui si affronta Shin, il primo boss. Gli istruttori ce la mettono tutta a spiegarci per filo e per segno le posizioni corrette e come portare i colpi ma, di fatto, tutto si appiattisce nella foga della battaglia, quando si scopre che l’importante è muovere il joy-con, correttamente o meno. Punto. E potrei dire che la cosa va anche bene perché non rende il gioco troppo pesante, ma davvero non capisco il senso dell’intera operazione se, all’atto pratico, tutto si risolve agitando i sensori al momento giusto.
Quindi, che dire? Di certo, se non possedete una Switch, non sarà questo il titolo che ve la farà comprare (e a 50 euro si trovano comunque giochi migliori). Può essere invece un passatempo divertente per chi la console la possiede già. La possibilità di completare obiettivi e sbloccare altri istruttori, altri costumi, canzoni e livelli, rappresenta un incentivo che spinge il giocatore ad andare avanti negli allenamenti giornalieri. Non ultimo, il fatto di essere anche utile a fare esercizio fisico lo pone su un piano molto diverso rispetto ad altri giochi e potrebbe rappresentare di per sé un motivo sufficiente all’acquisto, se non altro per provare qualcosa di nuovo.
E voi? Avete provato la demo di Fitness Boxing Fist of the North Star? Se sì, quali sono i vostri pareri? Fatecelo sapere.
Da circa una settimana, in occasione dell’ultimo Nintendo Direct, è stato presentato al pubblico Fitness Boxing Fist of the North Star, titolo che si è fatto subito notare non solo perché ha per protagonista Ken il guerriero, ma anche perché, concettualmente, sembrerebbe ricalcare il mitico Punch Mania Hokuto NoKen di Konami. Ma è davvero così? Andiamo a scoprirlo…
La serie Fitness Boxing
Prodotta da Imageneer, la serie Fitness Boxing ha fatto il suo esordio su Nintendo Switch nel 2018 proponendosi come strumento di esercizio fisico quotidiano. Quindi non un vero e proprio gioco ma uno di quei tanti titoli dedicati al fitness che hanno cominciato a spopolare dapprima su Nintendo Wii e che stanno riprendendo piede da un po’ su Switch.
Curiosità: nel 2021 Fitness Boxing si è guadagnato addirittura un anime di 12 episodi.
Il meccanismo è semplice: una volta impugnati entrambi i joy-con della console, i sensori interni permettono di registrare i movimenti del giocatore e quindi eseguire gli esercizi proposti dagli istruttori virtuali presenti nel gioco. Ovviamente è previsto un graduale aumento della difficoltà nel corso degli allenamenti giornalieri, con tabelle e grafici riguardanti le “statistiche” del giocatore (altezza, peso, calorie consumate, ecc.). A completare il tutto, una playlist di versioni strumentali di brani di successo per accompagnare gli esercizi.
Fin qui è già abbastanza chiaro che ci troviamo di fronte ad un prodotto dagli intenti molto diversi rispetto al già citato Punch Mania. Perché se il titolo arcade di Konami si proponeva con un gameplay fracassone in cui il divertimento era tirare cazzotti ai pannelli come se non ci fosse un domani, gettando sudore a destra e a manca, Fitness Boxing invece è uno strumento per stare in forma.
Significa questo che tutto è perduto? Non proprio…
Le nuove modalità di gioco
Fitness Boxing Fist of the North Star, proprio per omaggiare il nuovo istruttore Kenshiro, aggiunge almeno 2 modalità a quelle già consolidate.
1. La Modalità Battaglia, in cui si affrontano vari scagnozzi a suon di pugni.
2. La Modalità Sfida con il Boss, dedicata ai combattimenti contro gli altri grandi avversari del successore di Hokuto.
Questo, insieme ad una playlist di ben 20 brani dedicati – tra i quali spiccano ovviamente Ai wo torimodose!!, Yuria… Eien ni, Silent Survivor e Tough Boy, dovrebbe dare quel mordente che un fan di Ken il guerriero si aspetta ma, come si può evincere già dallo spassoso trailer più sopra (in cui si scherza anche sul fatto che, per combinazione, l’istruttrice si chiama Lin ❤️), in realtà il modo di affrontare sarà parecchio diverso da quello di Punch Mania. Non basterà infatti tirare pugni, ma bisognerà sferrare colpi ben precisi ed effettuare anche movimenti con il resto del corpo (specie con i piedi). Insomma, un’esperienza diversa che non mancherà però di farci sudare proprio come ai vecchi tempi.
Un ulteriore incentivo ad andare avanti negli allenamenti sarà poi rappresentato dalla possibilità di sbloccare altri istruttori come Shin, Jagi, Rei, Raoh, Souther e Mamiya oltre ad altri indumenti con cui abbigliarli.
In Giappone, l’uscita è prevista per il prossimo 22 dicembre 2022, mentre per il resto del mondo l’appuntamento è al momento fissato ad un generico marzo 2023. Voi ci sarete? Scrivetelo nei commenti. 👊
Sul finire degli anni ’80 l’animazione giapponese era oramai esplosa definitivamente in tutto il mondo, ed i generi si erano moltiplicati. In particolare il fantasy, quello in pieno stile Dungeons & Dragons, con i suoi stereotipi ormai arcinoti, sembrava esercitare un fascino del tutto particolare sul pubblico del Sol Levante. E mentre orde di otaku erano capaci di mettersi in fila per giorni pur di accaparrarsi l’ultimo capitolo di Final Fantasy o di Dragon Quest, non era per nulla infrequente trovare quegli stessi elementi buttati (a volte anche a casaccio) negli anime e nei manga più disparati. Se avete un’età, è facile che vi tornino in mente svariate scene di diversi anime in cui i protagonisti, per un motivo o per un altro, si ritrovavano catapultati in un’ambientazione fantasy, con spade, armature, draghi e via così.
Ovviamente, visto il momento positivo per il genere, non mancarono i tentativi di andare ben oltre e produrre opere a tema. E se spesso si cita Record of Lodoss War come esempio tipico, non si può tacere sul meno conosciuto Panzer World Galient, che nel 1984 già mescolava mecha e fantasy o su Vampire Hunter D, con le sue atmosfere horror. E questi solo per nominarne un paio, perché l’argomento è molto vasto e meriterebbe un lungo approfondimento a parte, ma oggi ci serviva giusto per ricordare in che clima, sulle pagine di Shonen Jump, mentre erano ancora in corso “robette” tipo Ken il guerriero, City Hunter, Le bizzarre avventure di Jojo, i Cavalieri dello Zodiaco e Dragonball, esplose quella bomba chiamata Bastard!!.
L’opera
A centinaia di anni da un evento apocalittico che ha sconvolto il pianeta, il mondo è di nuovo dominato dalla magia e da forze oscure costantemente in lotta fra loro. Quando il regno di Meta Likana viene minacciato dai nemici, diventa necessario rompere il sigillo che teneva imprigionato il potentissimo stregone Dark Schneider, per anni celato nel corpo del piccolo Rushe Lenren da un incantesimo che è possibile spezzare solo grazie al bacio di una vergine, l’adolescente Tia Nort Yoko. Si tratta di una mossa rischiosa, perché lo stesso Dark Schneider è un individuo spregiudicato e vizioso che, a sua volta, tentò in passato di conquistare il mondo ma, nonostante ciò e nonostante le rimostranze della candida Yoko, viene infine liberato. E come previsto, carico di risentimento e voglia di riscatto, il redivivo signore delle arti oscure sarebbe già pronto a vendicarsi e fare strage di chi lo ha imprigionato e di chiunque tenti di intralciargli la strada, se non fosse che l’animo dell’innocente Rushe si è in qualche modo fuso con il suo, rendendolo maggiormente soggetto all’ascendente esercitato da Yoko, per la quale prova grande affetto.
Tutto questo avviene già solo nel primissimo episodio, pubblicato inizialmente nel 1987 come one-shot sotto il nome di WIZARD!! – Il conquistatore delle fiamme, per poi prendere il volo con il titolo che tutti conosciamo. Di lì, inizia una prima saga fatta di epici scontri tra Dark Schneider e i suoi compagni di un tempo, personaggi a loro volta carismatici e memorabili che contribuiscono a creare quella che, a tutti gli effetti, rappresenta la parte più riuscita della storia. Una serie che si unisce ai capolavori già presenti su Shonen Jump e dei quali, a posteriori, è anche possibile vedere maggiormente l’influenza. L’ambientazione post-apocalittica ed i personaggi imponenti, spesso nemici ma in fondo amici, ricorda molto Ken il guerriero. Manco a dirlo, il protagonista forte ma costantemente allupato sembra un’evoluzione del Ryo Saeba di City Hunter, mentre gli scontri devastanti, scanditi da incantesimi dai nomi evocativi, sembrano un mix tra Dragonball e i Cavalieri dello Zodiaco. Dulcis in fundo, le continue citazioni dal mondo dell’heavy metal sembrano la risposta a quelle rock che Hirohiko Araki amava infilare ne Le bizzarre avventure di Jojo. Ovviamente non è chiaro se quest’idea di prendere elementi vincenti dai manga di maggior successo della rivista e mescolarli al fantasy sia stata dell’autore o se (più probabilmente) dell’editor dell’epoca, fatto sta che Bastard!! si rivelò a sua volta un successo di vendite. Arrivato anche da noi nel 1993 per mano della defunta Granata Press, suscitò subito grande scalpore tra gli appassionati del fumetto made di Japan e, con le successive ristampe ad opera di Planet Manga, vide consolidarsi la sua fama e divenne uno dei dark fantasy più gettonati accanto al Berserk di Kentaro Miura.
Purtroppo, come si accennava più su, se il primo arco narrativo risulta quello più significativo ed ispirato, lo stesso non si può dire per tutta la parte seguente, che degenera via via in un hentai sempre più spinto (tanto che alcune storie, ad un certo punto, verranno pubblicate a parte con il titolo Bastard!! Expansion perché troppo porno per la serie regolare) ma dalla trama inconsistente e minata da tempi di pubblicazione dilatatissimi, figli di una storia editoriale travagliata, fatta di ripetute sospensioni temporanee e cambi di testata. La serie è infatti ufficialmente ancora in corso, ma nessuno sa quando il suo creatore si prenderà il disturbo di darle una degna conclusione.
L’autore
Classe 1963, Kazushi Hagiwara è un personaggio anomalo all’interno della “quadrata” società nipponica. Tanto per cominciare, come a voler segnalare anche fisicamente la sua ribellione al sistema, nasce mancino. Poi, laddove la vita del giapponese medio è scandita fin dai primi anni di vita da scadenze ed aspettative legate prima allo studio e poi al lavoro, il nostro è capace di farsi bocciare per ben 3 volte al primo anno delle superiori, fino a quando, a 17 anni, molla tutto e fugge da casa, andando a vivere in una stamberga di cui paga l’affitto con lavori part-time. Qualche anno più tardi, novello figliol prodigo, finalmente torna a casa dai genitori e, ispirato dal Devilman di Go Nagai e da Il Clan dei Poe di Moto Hagio, decide di entrare alla Scuola di Arti Grafiche di Tokyo, in cui ha l’opportunità di lavorare come assistente per Dirty Matsumoto, mangaka specializzato in fumetti porno, e di realizzare alcune doujinshi tra le quali Made Genius il suo primo vero manga in assoluto, nato come progetto scolastico assieme a Hirohisa Tsuruta e Yumi Morio ma mai completato.
Nel 1985, all’età di 22 anni, finito il percorso di studi, coglie al volo l’occasione di andare a lavorare per Shonen Jump, che in quel periodo sta reclutando. Viene allora assegnato come assistente al compianto Izumi Matsumoto, collaborando quindi al celeberrimo Kimagure Orange Road. Nel 1987, tra le varie cose, trova il tempo di disegnare Binetsu Rouge, commedia romantica one-shot che viene pubblicata su Shonen Jump Summer Special e che balza istantaneamente al primo posto nella classifica di gradimento dei lettori!
A quel punto, gli viene chiesto di disegnare un secondo one-shot e realizza il già citato Wizard!!, lavoro per il quale sarà costretto a lasciare il suo compito da assistente proprio mentre il maestro Matsumoto è alle prese con l’ultimo capitolo di Orange Road. Neanche a dirlo, anche questo ottiene un ottimo riscontro di pubblico e quindi gli viene affidato il compito di disegnarne un altro ancora: Virgin Tyrant, ulteriore commedia romantica che viene pubblicata su Shonen Jump Winter Special, all’inizio del 1988.
Quando finalmente gli viene chiesto di debuttare con la sua prima serie, Hagiwara mette insieme un gruppo di assistenti che diverrà famoso con il nome di Studio Loud in School e, sotto la guida dell’editor Toshimasa Takahashi, sceglie senza esitazione di espandere Wizard!!
Opere derivate
Il successo delle avventure di Dark Schneider diede vita a varie produzioni. Ma andiamo con ordine e scopriamo insieme quali.
Tra il 1992 ed il 1993, la AIC produsse una breve serie di 6 OAV che riassumevano una parte del primo arco narrativo. Tecnicamente nulla da dire: tanto il character design quanto le animazioni riuscivano a rendere giustizia alla controparte cartacea, però si perdeva quasi completamente il lato umoristico e le vicende, per forza di cose, venivano scremate. A conti fatti un’esperimento riuscito a metà. Da noi, sull’onda del grosso consenso di pubblico riscosso dal manga, giunse per mano di Yamato Video nell’ormai lontano 1998 in formato VHS e mai più riproposto.
Ci furono poi dei videogiochi. Il primo, pubblicato nel 1994 per Super Famicom con il titolo Bastard!! – Ankoku No Hakaishin (Il distruttore delle tenebre), fu realizzato dal misconosciuto Cobra Team e cercava di traslare le vicende del primo arco narrativo in una serie di scontri uno contro uno in cui i personaggi, immersi in ambientazioni che sfruttavano il famoso “mode 7” della storica console Nintendo, si davano battaglia lanciandosi incantesimi. Che detta così pare una figata, ma all’atto pratico era tanto fumo e ben poco arrosto.
Un paio di anni più tardi, nel 1996, su Playstation arrivò Bastard!! – Utsuro Naru Kamigami no Utsuwa (Le reincarnazioni delle divinità dell’ombra), un RPG in prima persona che si avvaleva del contributo artistico del nostro amato Junichi Hayama e, fatto degno di nota, esplorava una vicenda totalmente inedita, creata appositamente per il gioco.
In mezzo a tutto questo, vale la pena menzionare i romanzi. Due di essi, scritti da Nobuaki Kishima ed ambientati 50 anni prima degli eventi della serie originale, sono stati pubblicati anche in Italia da Kappa Edizioni. Il terzo, realizzato da Benny Matsuyama e dal titolo Bastard!! Black Rainbow, conta in Giappone 2 volumi di cui uno è giunto da noi grazie a Planet Manga e narra a sua volta vicende accadute circa un centinaio di anni prima del manga. L’ultimo, Ninja Master Gara Gaiden, risalente al 2012 e scritto da Hideyuki Furahashi , come da titolo si concentra sul personaggio di Gara, il Signore dei Ninja, seguendone le vicende nel periodo successivo alla battaglia contro Abigail.
Un progetto mai andato in porto, invece, è Bastard!! Online, MMORPG inizialmente messo in cantiere da Tecmo nel 2008 ma cancellato l’anno successivo e di cui ci resta solo un trailer.
Nella cultura di massa
Come già detto, Bastard!! ebbe subito molto successo sia in Italia che in Giappone. I siparietti comici ed il tratto dettagliato e pulito di Hagiwara, unito al suo particolare occhio di riguardo verso le procaci protagoniste femminili, lo resero un’icona nel panorama del dark fantasy. Il suo principale merito è stato quello di osare. E non ci riferiamo tanto alla sfrenata libido del protagonista, quanto alla capacità di prendere un genere abusatissimo e fortemente stereotipato donandogli una personalità unica ed esplorando territori mai battuti prima. Per dirne una, basti pensare a quanto il pubblico odierno osanni personaggi come il Deadpool della Marvel quando Dark Schneider, già ai tempi, faceva dentro e fuori dalla quarta parete senza il minimo ritegno. Per non parlare poi dei già citati riferimenti all’heavy metal, a partire proprio dal nome del protagonista, ispirato a quello di Udo Dirkschneider, storico frontman degli Accept (a sua volta nome del rituale che Yoko usa per spezzare il sigillo che tiene prigioniero il nostro eroe). Stesso dicasi per tutti gli altri personaggi, luoghi ed incantesimi. Per esempio, il malefico vampiro Di Amon altri non è che il famoso King Diamond, mentre Porno Diano prende il suo nome da Paul Di’Anno, cantante degli Iron Maiden. E potremmo stare qui a scriverne per giorni: Metallica, Megadeth, Helloween, Bon Jovi, Venom, Anthrax, sono solo la punta del gigantesco iceberg di citazioni musicali di questo manga. L’influenza di Bastard!! è stata talmente forte, soprattutto negli anni ’90, da generare perfino un figlio illegittimo: la serie di picchiaduro ad incontri Guilty Gear, che non solo riprende a mani basse lo stile grafico dell’opera, ma si focalizza a sua volta in una pletora di citazioni heavy metal!
La nuova serie Netflix
Ma passiamo alla notizia che è ormai di dominio pubblico già da un po’ e che è, in fondo, il vero motivo dietro a questa lunga retrospettiva. Sulla scia dei recenti adattamenti di vecchie glorie, Netflix ha infatti annunciato per il 2022 una nuova serie anime su Bastard!!
Il regista sarà Takaharu Ozaki, che ha già diretto l’anime di Goblin Slayer (2018), la sceneggiatura sarà affidata a Yosuke Kuroda (Gundam 00) mentre il character design spetterà a Sayaka Ono. La serie, prodotta da Warner Bros. Japan e composta da due stagioni per un totale di 24 episodi, verrà realizzata da Liden Films, studio di animazione fondato nel 2012 – che si è espanso a macchia d’olio fino a fondare 5 filiali diverse ubicate fra Kyoto, Osaka e Tokyo – e che è tristemente ricordato in Italia per il terribile 3D sperimentato sulla più recente serie di Berserk (2016).
Per quello che riguarda le voci, nel ruolo di Dark Schneider troveremo Kishou Taniyama, già voce di Fungami Yuya in Jojo nell’adattamento animato di David Production. Gara sarà invece interpretato da Hiroki Yasumoto (Sado Yasutora in Bleach e Elfman Strauss in Fairy Tail) mentre l’affascinante Arshes Nei avrà la voce della cantante Yoko Hikasa, nota per il personaggio di Yoh Asakura in Shaman King (2021). A dar vita a Tia Nort Yoko sarà infine Tomori Kusunoki, giovane ma già con un lungo curriculum alle spalle nel doppiaggio di anime e videogames.
Cosa aspettarsi da questa nuova incarnazione dello stregone oscuro? Beh, il trailer, per quello che si vede, sembra promettere bene. Non c’è ancora una data precisa per l’effettiva diffusione sulla nota piattaforma di streaming e, di conseguenza, nemmeno si sa qualcosa a proposito di chi verrà chiamato a curarne l’edizione in lingua italiana. Di certo, per tanti appassionati storici di anime e manga, si tratterà di un evento dal sapore fortemente nostalgico, soprattutto se la serie sarà capace di portare su schermo quella stessa forza dissacrante ed anarchica che fece la fortuna dell’opera originale.
Finalmente posso iniziare a svelare qualcosa circa quello che, da diversi mesi a questa parte, bolle in pentola riguardo all’anime storico di Ken il guerriero. Sì perché il nostro uomo di Hokuto preferito ha i suoi santi in paradiso. Santi che per il momento, almeno fino all’annuncio ufficiale, resteranno anonimi. Nel frattempo, godetevi alcune immagini del magnifico lavoro di restauro che stanno facendo…
E se pensate che tutto si limiti alla parte visiva… beh, vi sbagliate, perché le sorprese non sono finite. Ma avremo modo di parlarne meglio a breve. 😏
Chiudo con una frase dell’amico Giorgio Bassanelli Bisbal: “La storia di questo capolavoro deve restare viva ancora oggi. Non c’è niente nel presente e nel futuro se non ricordiamo e divulghiamo il passato.”
Da un po’ di tempo è disponibile, su Prime Video, un bel catalogo di produzioni animate riguardanti Ken il guerriero ed il mondo di Hokuto. Nella speranza che la selezione vada presto ad espandersi, ho pensato di fare un servizio gradito a tutti elencando i titoli attualmente fruibili. Buona visione.
KEN IL GUERRIERO – LA LEGGENDA DI HOKUTO In un mondo devastato e inaridito dalle guerre nucleari, le stelle hanno eletto l’unico salvatore… Kenshiro combatte per difendere chi si trova in difficoltà, grazie alle tecniche della Divina scuola di Hokuto, di cui è l’erede. Raoul, il fratello maggiore di Ken, assetato di potere, sfrutta gli stessi insegnamenti per cercare di conquistare il mondo, mentre il terzo fratello, Toki, con le sue doti curative aiuta la popolazione in preda al caos e alle barbarie. I tre fratelli si troveranno riuniti, grazie all’aiuto della valorosa Reina, per combattere Souther, il Sacro Imperatore di Nanto, ma solo Kenshiro sarà chiamato allo scontro finale. LINK >>>https://amzn.to/3tGr6zo <<<
KEN IL GUERRIERO – LA LEGGENDA DI JULIA Il secondo dei film della Pentalogia racconta le gesta della bella Julia, innamorata di Kenshiro e rapita da Shin, assetato di potere. Tuttavia, dopo aver compreso la portata del destino che attende la giovane donna, ovvero diventare l’Ultimo Condottiero della scuola di Nanto, Shin decide di lasciarla libera ed affidarla ai Cinque Astri in Cerchio, che veglieranno su di lei. Da questa nuova prospettiva, guidata dai suoi particolari poteri di preveggenza, Julia potrà ora influire in segreto sullo svolgersi di eventi cruciali per la salvezza del mondo. LINK >>> https://amzn.to/3pUAwF8 <<<
KEN IL GUERRIERO – LA LEGGENDA DI RAOUL I duemila anni di storia della scuola di Hokuto giungono al loro culmine nello scontro fratricida tra Raoul e Kenshiro, i massimi depositari delle tecniche di questa disciplina. Raoul ha l’ambizione di dominare il mondo attraverso la forza, ma l’amore e la tristezza che albergano nel cuore di Kenshiro si rivelano un ostacolo insormontabile. Per vincere contro di lui e riuscire a superare le proprie paure, anche Raoul dovrà imparare a conoscere e fare propri questi sentimenti. LINK >>> https://amzn.to/3oQEE7x <<<
KEN IL GUERRIERO – LA LEGGENDA DI TOKI Quarto capitolo della pentalogia, è interamente incentrato sulla figura di Toki, fratello di Ken e Raoul, uomo prescelto a succedere come unico erede della Divina Scuola di Hokuto ma piegato da un fato avverso: quello di una malattia lo consuma lentamente. Escluso dalla successione, il guerriero si allontana dal tempio e inizia ad usare le proprie conoscenze e capacità per curare feriti e malati. Ben presto però, per tener fede ad un’antica promessa, viene richiamato sul campo di battaglia a sfidare sia il proprio corpo decadente che l’amato fratello Raoul. LINK >>> https://amzn.to/39QKWjf <<<
KEN IL GUERRIERO – LA LEGGENDA DEL VERO SALVATORE Dopo aver sconfitto Raoul, autoproclamatosi Re di Hokuto, Ken può finalmente riabbracciare la sua amata Julia e i due possono coronare il loro sogno d’amore. Il destino di Kenshiro, come unico erede della Divina Scuola di Hokuto e salvatore degli oppressi è segnato da tempo, ma è arrivato ora il momento di raccontare a Julia come tutto questo ha avuto inizio. Una storia mai narrata nella serie originale che ci svela retroscena inediti della saga che ancora oggi appassiona milioni di fan in tutto il mondo. LINK >>> https://amzn.to/3oT8Peu <<<
KEN IL GUERRIERO – LA LEGGENDA DI RAOUL IL DOMINATORE DEL CIELO Serie animata in 13 episodi prodotta nel 2008, narra le gesta di un giovane Raoul che, accompagnato dagli inseparabili e leali Reina e Souga, inizia il cammino che lo porterà a diventare il temutissimo “Re del Pugno”. LINK >>> https://amzn.to/39QiiPh <<<
KEN IL GUERRIERO – LA TRILOGIA Scomparsi ormai i rivali appartenenti alle altre scuole di arti marziali, perduti gli amici più cari, Kenshiro giunge nel piccolo villaggio di Libertà, uno dei pochi luoghi che ancora resiste alla città-fortezza di Lastland e al suo dittatore Sanga. Costui esercita il suo dominio facendosi forte dell’Eccelso Doha, una sorta di dio in grado di offrire il bene più prezioso: acqua pura. Ma Sanga è conscio che il suo regno si fonda sull’inganno ed è ben deciso a prendere il controllo di una divinità davvero in grado di fare miracoli: una dea di nome Sara. LINK >>> https://amzn.to/2YLv7nM <<<
Dopo parecchi mesi (la pubblicazione era stata sospesa a maggio 2020), Souten No Ken REGENESIS, sequel di Ken il guerriero – Le origini del mito, stenta a tornare in scena. Per questo, ed in seguito alle richieste sempre più pressanti dei fan giapponesi, Hideki Tsuji, disegnatore a cui era stata affidata la serie (e, soprattutto, in grado di non far rimpiangere il tratto del maestro Tetsuo Hara), ha deciso di spiegare meglio la situazione in una serie di tweet pubblicati direttamente dal suo profilo.
In essi, per prima cosa ringrazia tutti coloro che, nonostante il duro periodo dovuto alla pandemia, continuano a mostrargli supporto e affetto. Passando poi ai veri motivi di questa situazione, l’autore finalmente parla della sua particolare forma di depressione, talmente grave da aver reso necessario lo scioglimento dello staff a tempo indefinito (fatto che gli causa oltremodo imbarazzo nei confronti dei colleghi).
Allo stato attuale, Tsuji non è capace di dare certezze circa il periodo di un suo eventuale rientro perché, secondo i medici che lo stanno seguendo, ora si trova in una fase di transizione e tornare a lavorare a pieno ritmo, in questo momento, potrebbe peggiorare la situazione. Quindi, fermo restando che non guarirà mai in maniera definitiva, l’obiettivo attuale è quello di raggiungere almeno una fase di remissione (l’alleviarsi dei sintomi) e procedere verso un livello di serenità sufficiente a consentirgli di tornare al tavolo da disegno.
L’autore si scusa infine con tutti i fan, augurandosi che possano comprendere le sue ragioni e la situazione in cui versa.
Ricordiamo che la serie, attualmente ferma al 4° volume in Giappone, verrà proposta anche in Italia, tramite Planet Manga, a partire da marzo 2021.
Negli scorsi giorni, chiacchierando con altri appassionati, ha iniziato a frullarmi in testa un’idea: che caratteristiche dovrebbe avere una “Perfect Edition” italiana del manga originale di Ken il guerriero?
Un po’ di storia
Prima di arrivare al punto, è sicuramente utile una breve retrospettiva sulle svariate edizioni precedenti, ovvero:
Edizione ZERO (Granata Press – 1990 / 1992)
Volumi: 16 Formato: 24 x 16 Pagine: variabile in b/n Prezzo: 3.500£
Primissima edizione italiana, viene adattata direttamente dalla versione americana della Viz, quindi con traduzioni dall’inglese e tavole ribaltate. In ogni numero di ZERO, rivista contenitore della Granata Press, viene presentato un singolo capitolo del manga, fino al 16°.
Edizione Z-Compact (Granata Press – 1992 / 1994)
Volumi: 44 Formato: 18 x 12 Pagine: variabile in b/n Prezzo: 2.800/3.000£
Raggiunta la pubblicazione dei primi 16 capitoli adattati dalla versione Viz, la Granata Press continua la saga di Kenshiro in volumetti monografici (dapprima mensili, in seguito quindicinali) stavolta adattati dalla versione originale ma sempre seguendo il modello del ribaltamento delle tavole. Ogni volumetto raccoglie più o meno la metà del contenuto di un volume originale giapponese. Nel 1993 anche i primi 16 capitoli pubblicati su ZERO verranno raccolti in 3 volumetti speciali di questa collana.
PRO
Primissima edizione di Ken il guerriero in Italia
Presenza di diverse pagine esclusive dell’edizione su Shonen Jump
CONTRO
Tavole ribaltate rispetto all’originale
Traduzioni dall’inglese almeno fino al 16° episodio
Albi formato “sottiletta”
Edizione Star Comics (Star Comics – 1997 / 1999)
Volumi: 27 Formato: 17 x 11,5 Pagine: circa 200 pagine in b/n Prezzo: 5.000£
Seconda edizione del manga in Italia, quella della Star Comics NON è una ristampa dell’edizione Granata Press. Difatti, le traduzioni vengono completamente rifatte dal giapponese, mantenendo sia lo stesso numero di pagine dei tankobon originali e che il senso di lettura da destra verso sinistra.
PRO
Traduzioni fatte ex-novo direttamente dal giapponese
Senso di lettura identico all’originale
Lettura scorrevole
Volumi corposi
CONTRO
Carta e stampa scadenti
Adattamento non sempre fedele all’originale
Edizione d/books (d/visual – 2005 / 2011)
Volumi: 27 Formato: 25 x 17,6 Pagine: 196 pagine in b/n, colore e bicromia Prezzo: 8,50/9,30€
Terza edizione del manga in Italia, quella della d/visual si presenta come una versione “deluxe”, con pagine di grande formato e recupero delle tavole a colori (alcune, in realtà, prese dalla Master Edition e non dall’originale) e riproducendo quelle in bicromia con tonalità di grigio. A impreziosire il tutto una sovracoperta, una minifigure allegata ad ogni volume e diversi redazionali tra i quali analisi delle tecniche di combattimento e approfondimenti. Purtroppo, volumi alla mano, per quanto lo sforzo sia nel complesso davvero encomiabile, c’è da dire che le traduzioni ed il lettering non sono propriamente il massimo. Confrontando infatti questa versione con l’originale giapponese, ci si rende conto che alcuni passaggi sono stati mal interpretati o comunque tradotti senza tener conto del contesto. Anche il carattere utilizzato è piuttosto antiestetico e sgradevole alla lettura. La scelta di non adattare le onomatopee, se da un lato può essere positiva perché non intacca le tavole del maestro Hara, dall’altro, assieme a quanto già detto, trasforma quest’edizione più in un oggetto di collezionismo che in un’opera da leggere.
PRO
Tavole di grande formato e buona qualità di carta e stampa
Recupero di quasi tutte le pagine a colori e in bicromia
Sovraccoperta e minifigure incluse nel prezzo
Ricchi redazionali con una mini-enciclopedia dei colpi segreti
CONTRO
Tavole tagliate (e di molto) nella parte inferiore
Diversi errori di impaginazione e tavole a volte sgranate
Traduzioni a volte totalmente errate
Lettura spesso poco scorrevole e veri e propri errori grammaticali
Edizione Planet Manga (Panini comics – 2013)
Volumi: 27 Formato: 17,5 x 11,5 Pagine: 200 in b/n Prezzo: 4,20€
Edizione pubblicata a cadenza settimanale, curata da Planet Manga, è stata pensata principalmente per il rilancio di Ken dopo 14 lunghi anni di latitanza dalle edicole. Di conseguenza, si presenta come un’edizione che, a parte l’invidiabile traguardo dell’essere il primo manga in Italia ad uscire in allegato con un quotidiano (nello specifico il Corriere dello Sport e Tuttosport), non gode di particolari riguardi, sia per la mancanza di una sovraccoperta (che sarebbe stata auspicabile almeno per l’edizione da fumetteria), sia per le soluzioni grafiche discutibili (riguardanti principalmente il logo in copertina) che sicuramente si sarebbero potute studiare meglio, tenendo in considerazione che tale edizione avrebbe dovuto commemorare il trentesimo anniversario del manga. Ottima, invece, la qualità della stampa, mentre per quello che riguarda traduzioni ed adattamento è un’edizione da evitare come la peste.
Dopo il riassunto, sarete sicuramente d’accordo con me almeno su un punto: in Italia, un’edizione davvero definitiva del manga originale di Ken il guerriero, ad oggi, ancora NON ESISTE. Quindi, come dicevo in apertura, la mia idea è di buttar giù una lista di possibili caratteristiche per una “Perfect Edition” che sia capace di accontentare anche il fan più esigente. Ma andiamo con ordine.
1 –FORMATO, CARTA, NUMERO DI PAGINE E COPERTINA
Come ci ha insegnato la summenzionata edizione d/books, è un piacere potersi gustare le tavole del manga in grande formato, specie considerando il tratto molto particolareggiato del maestro Hara. Questo, a patto però che le tavole stesse vengano rispettate e non tagliuzzate (come invece succedeva nelle edizioni precedenti). La soluzione migliore, anche se giustamente più dispendiosa per l’utente finale, sarebbero dei volumi simili agli OMNIBUS che Panini ormai riserva da anni ai comics. Quindi un grosso numero di pagine (anche fino a racchiudere 2 volumi originali), carta patinata e copertina rigida.
2 – CONTENUTI
La parte che più mi interessa e sulla quale vorrei essere il più chiaro possibile. Dal mio punto di vista, un’edizione davvero perfetta dovrebbe dare la possibilità di godersi l’opera originale così com’era stata concepita in origine e restituire, nel limite del possibile, quella che fu la sua storia editoriale all’epoca. Quindi, sempre secondo la mia idea, per prima cosa bisognerebbe recuperare TUTTE le pagine e le illustrazioni di quel periodo, ovvero quelle che di solito non sono incluse nelle raccolte in volumi, tipo queste…
Allo stesso modo, sarebbe importante recuperare le illustrazioni utilizzate per le copertine di Shonen Jump ed altre che sono state poi modificate per le raccolte in volume. Un esempio…
Insomma, l’idea sarebbe quella di recuperare tutto quello che è possibile recuperare rispetto all’epoca della prima pubblicazione. E, assieme a tutto questo, includere i famosi 2 episodi pilota e il più recente episodio celebrativo “Last Piece”.
Ciò che invece NON includerei (se non, al massimo, in un’appendice nell’ultimo volume) sono le famigerate 100 tavole modificate dal maestro Hara in occasione della più recente edizione giapponese del manga. Questo perché, sempre nell’ottica di preservare l’opera così com’era stata realizzata inizialmente, secondo me è più importante il valore storico delle tavole originali di quanto non lo possa artisticamente essere quello delle tavole ritoccate dal suo stesso autore. Perché quelle tavole, rimaste invariate per più di trent’anni, raccontano non solo la storia di Kenshiro, ma anche quella dello stesso Hara, che già allora lottava con risultati alterni contro il cheratocono, la grave malattia degenerativa che lo affligge ormai da una vita e che ne influenza pesantemente la vista.
3 – TRADUZIONE E ADATTAMENTO
Questo è un aspetto che avrei potuto includere alla voce precedente ma ho pensato che meritasse una considerazione a parte. E il perché, a chi conosce me e questo sito, dovrebbe essere già chiaro, ma giustamente è il caso di ribadirlo ancora.
Hokuto No Ken, qui in Italia, già a partire dalla serie televisiva storica, è sempre stato funestato da tutta una serie di errori più o meno gravi di traduzione e adattamento. E se la cosa si poteva tollerare “in tempi di ignoranza”, quando comunque la passione da sola non bastava a sopperire ad evidenti lacune non solo linguistiche ma spesso anche culturali, nel 2020 è difficile tollerare che l’edizione italiana del manga più recente sia anche quella con un numero di errori tali da far rimpiangere il doppiaggio storico dell’anime. Non è accettabile da appassionato di Ken ma non dovrebbe esserlo nemmeno da chi, in generale, amando il mondo dei manga, si aspetta che un’opera venga proposta al meglio, senza alterare il senso della trama e di quello che i vari protagonisti dicono. E con Hokuto No Ken, come illustravamo anche in un precedente articolo, non basta nemmeno essere laureati in lingue orientali per rendere alla perfezione le intenzioni degli autori, perché è un manga talmente pieno di simbolismi e di significati che serve necessariamente almeno la supervisione di chi lo conosce a fondo prima di mandare in stampa una traduzione capace di rispecchiare l’originale.
4 – EXTRA
In conclusione, butto dentro qualche idea per delle aggiunte (o magari dei riempitivi, laddove servano pagine in più). Non si tratta di cose che considero necessarie ma, appunto, di “extra”, ovvero cose che renderebbero una Perfect Edition ancora migliore. Per esempio, un’idea sarebbe recuperare il materiale dello speciale ALL ABOUT THE MAN (interviste, illustrazioni, schede dei personaggi e commenti degli autori) e spalmarli nelle appendici dei diversi volumi. Essendo un volume uscito all’epoca, sarebbe interessante a livello storico se affiancato a tutto il resto. Se poi ci fossero dei redazionali che spiegano i simbolismi astrologici e filosofici alla base della serie, o altre curiosità simili, sarebbe il massimo.
E voi?
Questi ovviamente sono i miei punti di vista. E voi, invece, che ne pensate? Cosa credete che renderebbe “perfetta” un’ulteriore nuova edizione del manga in Italia? Che siate d’accordo o meno, scrivetelo nei commenti.