BURONSON – Una vita per i manga

Non è per niente facile tracciare una lista esaustiva di ogni singola opera alla quale il maestro Buronson abbia contribuito a dar vita. Prima di tutto perché nell’arco della sua lunga carriera, iniziata negli anni ’70 del secolo scorso, ha scritto la trama di più di 130 opere, divise tra manga seriali, storie autoconclusive e romanzi. In secondo luogo, perché molte di queste opere non hanno mai varcato i confini del Giappone e sono ignote alla stragrande maggioranza del pubblico occidentale. Di conseguenza, come dicevo all’inizio, è praticamente impossibile riuscire a trovare in assoluto tutte le informazioni riguardanti la carriera del maestro, a meno di non imbarcarsi in una lunga e faticosa ricerca che nemmeno gli otaku nipponici sembrano aver mai compiuto. Per questo motivo, ho deciso di concentrarmi sulle opere di cui è stato possibile (grazie, come sempre, al contributo di Musashi), riuscire a reperire informazioni precise, in particolar modo le opere più rappresentative. Ma andiamo con ordine…

L’infanzia e la passione per i manga

Nato a Saku, una zona rurale nella prefettura di Nagano, il piccolo Yoshiyuki Okamura trascorre la sua infanzia in campagna, giocando a baseball con i suoi amici, in un luogo in cui i manga non erano molto diffusi. Questo non gli impedisce di acquistare quei pochi che vi si trovano e sviluppare presto un interesse particolare verso tale forma di intrattenimento. Non avendo una grande disponibilità di denaro, compra i supplementi delle riviste mensili più comuni a quel tempo prelevando di nascosto  dei soldi dal portafoglio della nonna. Crescendo, la sua passione aumenta. La prima opera che apprezza pienamente è Sportsman Kintaro, un manga che mescola il baseball con il leggendario personaggio di Kintaro. In seguito si appassiona a Stop!! Niichan, altro manga di genere sportivo, Sarutobi Sasuke, Goroppe, Tetsujin 28 Go e diversi altri, e sviluppa una predilezione per le serie umoristiche. Per avere i soldi necessari all’acquisto dei suoi manga preferiti, si adopera in diversi lavoretti, per esempio distribuire giornali o fare da aiutante in un negozio di liquori. La famiglia Okamura è infatti piuttosto povera e i genitori di Yoshiyuki, semplici agricoltori, devono sgobbare come muli per dar da mangiare a lui ed ai suoi numerosi fratelli. Insomma, nonostante la passione, è difficile credere che il ragazzo avrà mai l’opportunità di lavorare nel mondo dei manga. Egli stesso non ha un’idea ben precisa sul suo futuro. Se da piccolo pensava che un giorno sarebbe diventato una star del baseball, già da adolescente si rende conto che c’è chi è molto più dotato di lui in quello sport. L’unica cosa che sa è che deve andare via da lì…

Hiroshi Motomiya e il debutto

Finite le scuole medie, a soli 15 anni, Yoshiyuki coglie l’occasione di emanciparsi arruolandosi nelle Forze di Autodifesa del Giappone. Si tratta di un periodo molto duro, specialmente il primo anno, ma qui riesce a leggere diversi altri manga, grazie al fatto che chi li comprava, di solito li lasciava in camerata a disposizione di tutti. In particolare si appassiona a Shiden Kai No Taka di Tetsuya Chiba e La Stella dei Giants di Ikki Kagiwara. Ed è sempre qui che il suo destino si incrocia con quello di Hiroshi Motomiya, che in seguito sarebbe diventato mangaka di successo e che, una volta lasciato l’esercito, gli dà un’opportunità assumendolo nel proprio studio nel 1971. Okamura, tuttavia, è totalmente negato per il disegno e quindi deve necessariamente tentare la via della sceneggiatura. L’occasione gli si presenta nel 1972, anno in cui debutta con Gorō-kun tōjō, un manga di 31 pagine disegnato da Yō Hasebe che verrà pubblicato su Shonen Jump. Ed è in quel momento che gli viene dato il nome di battaglia Buronson, perché Motomiya e gli altri assistenti scherzavano sulla sua somiglianza con il famoso attore Charles Bronson.

L’anno successivo, nel 1973, sempre sulle pagine di Shonen Jump, arriva finalmente la sua prima serie: Crime Sweeper, con ai disegni Goro Sakasai. La storia vede protagonista la diciassettenne Ya Sanjo, agente segreto giapponese che lotta contro l’organizzazione criminale Black Queen. Addestrata in tutte le forme di combattimento e dotata di grande coraggio, la ragazza protegge la patria assieme al suo compagno, anch’egli diciassettenne, Ken Ikushima. Nel 1974 il manga ottiene una seconda serie dal titolo Pink! Punch! Miyabi e viene successivamente raccolta in volumi proprio con quest’ultimo titolo.

E’ in questo periodo che Okamura inizia a presentarsi (e a presentare le sue idee) anche a diversi altri editori. Uno di questi è Kodansha, che nel 1973 lo mette alla prova su Kyū Gō Den, una serie di one-shot ognuno disegnato da un artista differente ma sempre incentrati sul baseball. In seguito, sempre nello stesso anno, lo affianca nientemeno che a Leiji Matsumoto per il racconto breve Kuro Shi Tori 4444, in cui un misterioso bombardiere nero viola lo spazio aereo del Giappone scatenando la controffensiva delle Forze di Autodifesa. In realtà, a quanto dirà poi lo stesso autore in un’intervista, Matsumoto rielaborò con molta libertà la trama che egli aveva scritto, quindi non considera la storia come sua. In ogni caso, questa collaborazione con Kodansha rappresenta un altro step fondamentale nella carriera del maestro Okamura, che da qui in poi inizierà ad usare anche lo pseudonimo Sho Fumimura.

A seguire, sempre con Kodansha, nel 1974 il maestro scrive la sceneggiatura per Ken to bat, serie con Toyoji Daito ai disegni. Ambientata in una cosiddetta Jōkamachi, una città sorta attorno ad un castello feudale, la storia mischia il kendo ed il baseball, ma è soprattutto uno sguardo di Okamura ai ricordi della sua stessa infanzia, da cui prende spunto per personaggi e situazioni. Nonostante ciò, si rivela una serie di scarso successo e viene chiusa nel giro di pochi mesi. L’editore comunque non vuole tenerlo in panchina e, nel 1975, lo mette in coppia con il disegnatore Jiro Kuwata su Ring No Takaō, manga che ha per protagonista un lottatore di catch giapponese intenzionato a vendicare la morte dei suoi genitori, uccisi dal Castello degli Scorpioni, un’organizzazione criminale che controlla il mondo della lotta libera. Nello stesso anno, stavolta per Futabasha, realizza Hakkyū Suikoden Hoero Ryū, con Mitsuru Hiruta ai disegni. La storia, che prende spunto da Nansō Satomi Hakkenden, un classico della letteratura giapponese, ha per protagonista un ragazzo rinchiuso in un carcere minorile ma dalle abilità straordinarie. Saranno proprio tali abilità a renderlo il leader di una squadra di baseball “sovrumano”. Purtroppo anche queste due serie non si rivelano particolarmente fortunate, ma il vento sta per cambiare…

Il primo grande successo: Doberman Deka

A dispetto delle premesse, la prima vera grande soddisfazione per Buronson arriva proprio nel 1975, quando la Shueisha lo mette a sceneggiare Doberman Deka, un nuovo manga di Shonen Jump disegnato da Shinji Hiramatsu. Protagonista di questa serie dalle tinte forti è il detective Joji Kano, membro della squadra anticrimine della polizia di Tokyo. Accompagnato dalla sua fedele 44 Magnum, Joji si occupa, assieme ai membri della sua squadra, dei casi più efferati, combattendo il crimine senza alcuna pietà ed utilizzando metodi discutibili che spesso portano tanto lui quanto il resto del team a venire apertamente criticati dalla stampa e dall’opinione pubblica. Per scrivere la trama dei vari episodi, Buronson pesca a piene mani dai casi di cronaca nera, conservando ritagli di giornale e mescolando il tutto alle atmosfere di Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!, con Clint Eastwood. Raccolto in 29 volumi, il manga ha avuto un tale successo da essere stato trasposto in ben due film dal vivo (uno nel 1977, con Sonny Chiba, e l’altro nel 1996, con Riki Takeuchi) ed una serie televisiva di 22 episodi nel 1980. Nel 2012, Buronson e Hiramatsu si sono ritrovati per il sequel Shin Doberman Deka.

Altre opere di quel periodo

I casi di Doberman Deka tengono banco fino al 1979, ma Buronson, a cui la vita ha insegnato già da giovanissimo a non riposare sugli allori, lavora contemporaneamente su diversi altri titoli. Nel 1976, infatti, scrive la storia di Ginrin Jaguar, manga di Ryou Sakonji che affronta il ciclismo con lo stesso testosterone a palate della totalità delle serie sportive giapponesi dell’epoca. Tra il ’77 ed il ’78 si occupa invece di Taiki No Maundo, ennesima opera sul baseball disegnata da Kenji Iwasaki, e inizia ben due manga nei quali mette un po’ a frutto ciò che ha imparato in aviazione. Il primo, del 1978, è Kage no sentōtai, pubblicato da Shueisha con Ippei Minami ai disegni, a base di caccia militari e fantapolitica. La trama: In seguito alla risoluzione del trattato di sicurezza nazionale nippo-americano, il Giappone diviene un paese militarmente indipendente e si priva della copertura garantita in precedenza dagli Stati Uniti. Approfittando della situazione, velivoli nemici sconosciuti cominciano a sorvolare i cieli del Paese con lo scopo di distruggerlo. Il Kage no sentōtai, uno squadrone di piloti, tra i quali il protagonista  Washiro Tatsuya, un liceale asso dell’aviazione sospinto da un incrollabile spirito patriottico e capace di pilotare con destrezza qualsiasi velivolo da combattimento, difenderà il suo paese da questi nemici misteriosi nel corso di avvincenti battaglie aeree. L’altro titolo è Phantom Burai, sempre del ’78 ma pubblicato da Shogakukan e narra le gesta di Tatsuo Kanda e Hiroyoshi Kurihara due giovani piloti della JASDF (Japanese Air Self-Defense Force). Rivalità, amori, tradimenti e missioni al limite del possibile si alternano a momenti umoristici che vedono in azione i due protagonisti, creando una vicenda godibile da ogni pubblico. Il manga riscuote infatti un largo consenso, andando avanti fino al 1984 e rappresentando il primo grande successo del maestro con lo pseudonimo di Sho Fumimura. Ai disegni c’è il mitico Kaoru Shintani, la cui bravura e passione nel ritrarre i velivoli militari nei minimi dettagli lo porterà, nell’anno successivo, a realizzare il più celebre Area 88. Nel 1979 si occupa ancora una volta di baseball con Subarashiki Bandits di Kodansha. In questa storia, disegnata da Toru Minegishi, un liceale molto dotato finisce per giocare nei Bandits, la squadra più scarsa di tutte. Il ’79 è anche l’anno di Hanazakari Masshigura, in coppia con il disegnatore Toshiya Masaoka. La trama segue le disavventure di Chotaro, Kiyoshi e Minoru, tre ragazzini delle medie che ne combinano di tutti i colori pur di ingraziarsi l’oggetto del loro desiderio: la professoressa Kiriko. Nel 1980, con Motoki Monma, il maestro firma un manga in due parti dal titolo BIG-GUN, a sfondo militare. Nel 1981 lavora a Tenma de Agare, storia d’amore e pugilato disegnata da Tatsuo Kanai che ha per protagonista il quindicenne Shintaro, giovane ma determinato a vivere la sua vita al massimo. Sempre nello stesso anno realizza, assieme ad Hikaru Yuzuki, Hold Up!, commedia romantica ambientata tra le forze di polizia che ruota attorno al triangolo amoroso tra Misaki, Suzumura e Okishima, protagonisti della vicenda. Nel 1982, in coppia con Daisuke Inoue, crea il manga Wild Way, il cui protagonista, Yusaku Iwakiri, è un vero e proprio vigilante solitario che perde facilmente il controllo di fronte alle ingiustizie. Per molti versi una serie che ricorda il più celebre Doberman Deka ma che non ottiene lo stesso successo.

Young Magazine

Nel 1980, il maestro tiene a battesimo un nuovo quindicinale di Kodansha chiamato Young Magazine e indirizzato ad un pubblico adulto (e se il nome non vi dice niente, sappiate che è la rivista in cui vedranno la luce “cosette” tipo Akira e Ghost in the Shell). Qui, il nostro, apre le danze con la commedia sexy Oh! Takarazuka, disegnata da Shinji Ono e che racconta le piccanti disavventure di un insegnante di ginnastica il cui unico scopo nella vita è quello riuscire ad ottenere un posto di lavoro all’interno di un istituto superiore femminile. Quando il suo sogno finalmente  si avvera, inizia a cercare tutti gli espedienti possibili per potersi circondare di belle ragazze e mettere in atto le sue fantasie erotiche… insomma, una trama degna dei migliori “filmacci” di Lino Banfi ed Edwige Fenech ma che rappresenta il suo primo vero successo commerciale in Kodansha. Nel 1981 lavora poi su Rettō 198X, su disegni di Oki Hajime. La storia è un possibile scenario di guerra in cui le truppe sovietiche invadono Hokkaido, coinvolgendo loro malgrado negli eventi il tenente Wakatsuki, di stanza a Mosca presso l’ambasciata del Giappone, e la sua amante russa Tanya. Un manga che dipinge uno scenario politico credibile ma che tiene sempre al centro il dramma dei due protagonisti, separati dalla guerra. Nel 1982 è il turno di Chu-High Lemon, che vede Tsutomu Shinohara ai disegni. Uno “slice of life” che mescola drammi umani, genere poliziesco e amore. I protagonisti principali sono Tatsumi, detective di mezza età della stazione di polizia di Nishi-Shinjuku, e Maki, una sedicenne che, proprio grazie a lui, si è salvata dagli eccessi di una vita allo sbando. Nonostante la differenza di età, tra i due si è creato un rapporto molto profondo e la bella liceale si è innamorata del rude detective che l’ha rimessa sulla retta via. In mezzo, tante storie di varia umanità che toccano temi forti come prostituzione, malavita organizzata, stupro, spaccio, aborto ed altro. Ogni episodio ha il titolo di una canzone americana degli anni ’60, il cui testo viene poi riportato alla fine dello stesso. Nel 1984, dopo essere stato letteralmente obbligato dall’editore ad andare ad una mostra sullo Space Shuttle, si occupa di ASTRONAUTS, che ai disegni vede ancora Oki Hajime. Si tratta di un manga che, per stessa ammissione dell’autore, cerca di ricreare le stesse dinamiche del precedente Phantom Burai ma trascinando tutto nello spazio. I protagonisiti sono Takeshi Kanda, pilota giapponese, e Rocky Schneider, co-pilota italiano (?), entrambi soprannominati “stalloni della NASA” per via della loro abilità e per questo coinvolti in rischiose missioni proprio su uno Space Shuttle, coadiuvati dalla specialista russa Shirley (??). Nel 1985 tocca a Dr. Kumahige, manga di discreto successo con Takumi Nagayasu ai disegni. Protagonista della vicenda è Kokubu Tetsurō, soprannominato Dr. Kumahige, il quale lascia l’università poco prima di diventare professore associato e si immerge nel mondo di Kabukichō, quartiere di Shinjuku, ricettacolo del vizio e della perdizione. La sua passione e il suo impegno nel voler salvare le vite umane, così come la sua rabbia e la sua furia, in tutto e per tutto simili a quelle di un orso (“Kuma” vuol dire orso, “Hige” vuol dire barba, quindi il soprannome richiama le fattezze del protagonista) verso coloro che attentano a quelle stesse vite umane lo rendono il medico più affidabile del quartiere. Teatro principale della storia è un malandato ambulatorio all’interno del quale le vicende si dipanano in una sapiente rappresentazione dei rapporti con la vita umana e con lo stesso dottor Kuma. Nonostante le buone vendite, il manga si conclude, per volere di entrambi gli autori, nel 1988, quando l’editore decide di far passare Young Magazine da quindicinale a settimanale, perché non sarebbero riusciti a stare al passo con i ritmi di pubblicazione. A seguire, nel 1989, sforna il manga a cui forse è più affezionato: Migimuke Hidari!. La storia, disegnata da Shinichi Sugimura, prende spunto infatti dall’esperienza di vita del maestro Okamura nelle Forze di Autodifesa, tanto che i personaggi hanno i nomi dei suoi commilitoni dell’epoca. Una serie divertente che, inizialmente, è stata criticata proprio dalle Forze di Autodifesa per il modo ridicolo in cui venivano dipinte, salvo poi ricredersi e produrre due versioni live action per il mercato home video nel 1994 ed un film cinematografico nel 1995! Conclusa quest’opera, è il turno di Pappa Copper, disegnato da Tobio Mizuno e che esce nel 1992. Protagonisti Yoji Sugimura e Yuzo Sakai, due ventenni squattrinati e pieni di debiti che hanno incentrato la loro filosofia di vita sulle corse dei cavalli. Per loro, infatti, l’ippodromo è come una metafora dell’esistenza e chi è in grado di vincere alle corse sarà capace di raggiungere la vetta anche nella società. Sempre a seguire, nel 1994, il maestro scrive la trama per il brevissimo Den’en inago-gumi, manga demenziale ambientato in campagna e disegnato da Masayuki Soma mentre nel 1995, con Mitchii Naoki, realizza il breve Uchiteshi Yaman che viene però pubblicato, assieme ad altri manga, su numeri extra della rivista. Nel 1997, ancora in coppia con Tobio Mizuno, lavora a Rough Story. Protagonista è Mitsuo Katahira, giovane pugile smidollato che viene preso dal vecchio Murasaki – oggi presidente di un colosso del settore immobiliare ma un tempo campione di boxe – per essere sottoposto ad un durissimo allenamento volto a trasformarlo in un vero uomo. Infine, nel 1998 scrive la trama di Sanpin Break, opera disegnata da Ryuichiro Yamamoto che viene pubblicato sulla neonata Young Magazine Uppers, rivista quindicinale “gemella” della principale per la quale nel 2000, di nuovo in coppia con Tobio Mizuno, realizza anche Fusen. Ed è con questo manga che, dopo vent’anni, si conclude un periodo che Okamura ricorderà con grande affetto ed entusiasmo, sia per il clima confidenziale che si era creato in redazione, sia per il lato puramente sperimentale dell’esperienza “YanMaga”.

Ken il guerriero e l’universo di Hokuto

Nel 1983, mentre è alle prese con Chu-High Lemon e Phantom Burai, il maestro Buronson realizza per Shonen Jump il manga Mad Dog, disegnato da Kei Takazawa. Il protagonista è un mercenario di nome Gō Watase impegnato in diversi conflitti in Asia e coinvolto nella guerra al terrorismo. La serie si rivela però un buco nell’acqua, tanto che viene interrotta alla decima settimana di pubblicazione. Non stupisce quindi che il giovane Tetsuo Hara, già scottato dall’insuccesso del suo Tetsu No Don Quixote, non sia molto entusiasta dell’idea di Nobuhiko Horie di affidare a quell’uomo la sceneggiatura della sua nuova serie: Hokuto No Ken!

Indiscutibilmente il manga che ha reso il nome di Buronson celebre in tutto il mondo. Chiamato a sceneggiare le avventure del Kenshiro ideato da Hara ed Horie nei due episodi di prova pubblicati su Fresh Jump e accolti con grande favore dal pubblico, inizialmente non è molto interessato al progetto. Inizia a curarlo con attenzione nel momento in cui si accorge che gli offre la possibilità di sviluppare un tema a lui molto caro: gli orrori del regime di Pol Pot in Cambogia. Per esprimere sulla carta le immagini terrificanti che aveva visto durante una visita ai campi di sterminio cambogiani, il maestro decide di ambientare la saga di Ken in un mondo imbarbarito dalla catastrofe atomica, dominato solo dalla legge del più forte. Sono infatti gli anni in cui la Guerra Fredda e l’incessante corsa agli armamenti nucleari fanno guardare con timore al futuro, tanto da rendere plausibili visioni distopiche come quella di Mad Max 2. Ed è quindi fondendo l’immaginario della pellicola di George Miller con l’orrore concreto di cui è stato testimone che Buronson crea lo scenario perfetto in cui far risaltare la potenza dell’Hokuto Shinken. Grazie allo sceneggiatore, il giovane Kenshiro degli episodi pilota diventa anche più adulto e più freddo, quella freddezza che solo chi ha visto la morte in faccia conosce. Il resto è leggenda: Nel giro di un paio di mesi le vendite di Shonen Jump salgono già di 500.000 copie e la scalata al successo continua mentre il guerriero di Hokuto continua il suo viaggio affrontando nemici via via più forti. Dopo circa un anno la Toei produce l’anime televisivo, arrivano videogames, articoli di cancelleria, giocattoli, gadgets di ogni tipo… il Giappone viene letteralmente conquistato da Ken e da tutti gli altri grandiosi personaggi ideati da Buronson. Per entrambi gli autori, quel manga che porta i loro nomi e che hanno realizzato insieme senza quasi mai incontrarsi (!), diventa la proverbiale gallina dalle uova d’oro, ma è solo nel 1996, ben 8 anni dopo la conclusione della serie originale che tornano ad occuparsene con il romanzo Jubaku No Machi, in cui Kenshiro, nel suo eterno vagare per le lande desolate del mondo postatomico, si imbatte in Last Land, un luogo dominato dallo spietato Sanga, che ha letteralmente stregato la popolazione per mezzo di una divinità a cui egli stesso ha dato vita: Doha. Grazie ad un inganno ben orchestrato, Sanga è riuscito infatti a dare alla gente un’illusione in cui credere, qualcosa in cui riporre speranza e che gli ha garantito il dominio sui loro cuori, qualcosa di valore ben maggiore rispetto a quello che è possibile esercitare con la forza. Ed è per consolidare tale dominio che questi ordina di rapire Sara, donna capace di curare ogni male grazie al semplice tocco delle dita. Sanga è infatti convinto che grazie ai suoi poteri otterrà finalmente il dominio assoluto, ma sulla propria strada troverà invece proprio Kenshiro che, accompagnato da Tobi, è giunto in quelle terre seguendo il richiamo di Hokuto, un richiamo che lo porterà infine a scontrarsi anche con Seiji, il misterioso figlio del dittatore, dotato a sua volta di una micidiale arte marziale: la tecnica di Hokumon! Negli anni a seguire, i due autori decidono di capitalizzare meglio il successo di Hokuto No Ken ed iniziano quindi tutta una serie di progetti, sia animati che cartacei, di cui la vera colonna portante è Souten No Ken (2001), meglio noto da noi come “Ken il guerriero – Le origini del mito”, di cui tuttavia Buronson cura soltanto la supervisione, mentre la trama vera e propria viene gestita da Nobuhiko Horie. La storia, come ormai sanno anche i sassi, vede protagonista Kenshiro Kasumi, 62° successore dell’Hokuto Shinken, alle prese con un viaggio nella malavita della Shangai degli anni ’30 che lo porterà a scoprire i segreti più reconditi della nascita della sua invincibile arte marziale ma anche a confrontarsi con la pesante eredità che ciò comporta. Nel 2014, in occasione del trentennale di Hokuto No Ken, Buronson e Tetsuo Hara danno vita a LAST PIECE, un capitolo speciale che, temporalmente, si colloca appena prima dell’inizio della lotta di Kenshiro contro l’Impero del Cielo.

Altri manga realizzati negli anni ’80

Nonostante l’impegno con Young Magazine ed il successo con Ken il guerriero, Buronson non si ferma un attimo e continua a sfornare molte altre opere. Nel 1984 scrive infatti la trama di Virgin Ni Yoroshiku, manga disegnato da Shin Morimura con protagonisti Yasuko, che dirige un’agenzia di appuntamenti, e Miwako, la sua assistente. Sempre nello stesso anno, coadiuvato dai disegni di Takaki Konari, realizza Mammoth, un’altra serie abbastanza longeva (durerà fino al 1988) che vede l’autore di nuovo alle prese con un giustiziere, stavolta un gigante buono di nome Ippei Hyodo, un detective tanto gentile che i suoi colleghi lo chiamano scherzosamente “Elephant-san”. Questo però non deve trarre in inganno: Ippei ha un forte senso di giustizia ed è determinato ad indagare nei loschi rapporti tra politica e malavita organizzata, cosa che, purtroppo, porta ben presto alla morte di sua sorella Yuki e del suo partner Kijima, uccisi dai criminali che, allo stesso tempo, fanno ricadere la colpa su di lui, incastrandolo. Costretto a fuggire, Ippei trova riparo negli Stati Uniti, dove inizia un durissimo addestramento da mercenario e, nel giro di un anno e mezzo, diventa una vera e propria macchina da guerra dal nome in codice di “Mammoth”, pronto a tornare a casa per esigere il suo tributo di sangue. Nel 1987 è il turno di Maji Da Yo!!, in cui il maestro si riunisce con Hikaru Yuzuki. La trama: Noriko, figlia del proprietario di una delle più grandi multinazionali del Giappone, la Hanaoka Corporation, perde tutto a causa dell’avidità del padre. Per riuscire a far risorgere di nuovo il suo impero si mette alla ricerca dei tesori e dell’eredità dei suoi antenati. Ad aiutarla, Sayama, uno yakuza pervertito. Nel 1988, il maestro scrive la trama per Shogun, manga disegnato da Juzo Tokoro (quello stesso Juzo Tokoro che, dieci anni più tardi, diverrà famoso per Shadows of Spawn, la versione manga del noto personaggio creato da Todd McFarlane). La storia vede protagonista Ogata Shinsaku, un diciassettenne senzatetto che un giorno riceve la somma di ben 100 milioni di yen da un anziano misterioso. Il ragazzo usa allora il denaro ricevuto per aprire una sua azienda e rivaleggiare con Tatsumi Takaaki, quello stesso padre che non lo ha mai accettato come figlio. Nel 1989, invece, realizza il breve Irunin, con Kenji Okamura ai disegni. La storia è una versione post-apocalittica del mito nipponico di Susanoo che, esiliato sul pianeta Terra, ne diventa il difensore. Nello stesso anno scrive anche la trama per l’episodio breve Final One, disegnato dal mitico Kazuhiko Shimamoto, anch’egli con un curriculum di lavori immenso (in Italia lo conosciamo solo per Manga Bomber, pubblicato da Star Comics).

Con Kentaro Miura

Nel 1989, il maestro collabora anche con Kentaro Miura, all’epoca già famoso per Berserk. Nasce così Il Re Lupo, il cui protagonista, di nome Iba, è un ragazzo incredibilmente abile nel kendo ma anche un grande appassionato di ricerche storiche. Tale passione lo porta sulla Via della seta, dove scompare misteriosamente finché Kyoko, la sua ragazza, raggiunto il luogo della sparizione, viene trasportata come per magia nell’antica Cina e lo reincontra nelle vesti di guerriero. L’opera è divisa in due parti, la seconda è intitolata La Leggenda del Re Lupo. Nel 1992, il dinamico duo si riunisce nuovamente per dare vita a Japan, un manga di fantascienza post-apocalittica. La storia inizia proprio nel 1992 e vede protagonisti uno sparuto gruppo di giapponesi che si trovano in Spagna. Qui il gruppo, composto da un ex Yakuza, il suo “fratello” minore, una reporter TV, e quattro studenti (tre ragazzi e una ragazza), per qualche oscuro motivo, durante quella che sembra una scossa di terremoto, viene catapultato nel futuro, raggiungendo l’anno 2031 e scoprendo che lo sfrenato progresso tecnologico e l’avidità degli uomini hanno causato un disastro enorme che ha reso il pianeta desertico e quasi inabitabile. Qui i giapponesi, con la loro avidità, vengono visti come una delle cause principali di tale sciagura e pertanto vengono trattati come rifiuti umani e costretti a vivere da profughi e vagabondi o come schiavi per il popolo che ha creato il nuovo governo “Neo Europa”. Tutte queste serie sono state pubblicate anche in Italia da Planet Manga.

L’accoppiata perfetta

Ryoichi Ikegami

Se è vero che il nome di Buronson viene ricordato principalmente assieme a quello di Tetsuo Hara per aver creato il mito di Hokuto No Ken, è altrettanto vero che il mangaka con il quale ha un sodalizio artistico ininterrotto dal 1990 è in realtà Ryoichi Ikegami, personaggio sul quale vale sicuramente la pena di soffermarci un po’. Ikegami, che attualmente è docente presso l’Università delle Arti di Osaka, inizia a lavorare nel mondo del disegno quando viene assunto a Osaka come pittore di insegne, dopo essersi diplomato alla scuola superiore. Gli inizi sono difficili ed i compensi bassi ma non si scoraggia e, poiché lavora di giorno, la notte prepara tavole a fumetti da spedire alle riviste del settore. Nel 1961 pubblica Kodachi, il suo primo manga autoconclusivo, ma è solo nel ’66 che viene notato dal mangaka Shigeru Mizuki che lo assume come capo assitente. Negli anni seguenti, divenuto autore indipendente, realizza diversi manga tra i quali ricordiamo Mai, Crying Freeman e la versione “nipponica” di Spider – Man. Quando, nel 1990, inizia a collaborare con Buronson, si innesca una chimica speciale tra i due maestri: Le storie dalle tinte forti scritte da Fumimura sembrano infatti trovare la loro perfetta dimensione nel tratto realistico ed elegante di Ikegami, un connubio il cui valore è ormai assodato da più di due decenni di successi.

Kizuato

Di seguito, i manga nati dall’alleanza tra i due maestri, tra i quali bisogna menzionare anche il misconosciuto e breve racconto in due episodi dal titolo Kizuato, in cui un veterano viene costretto ad accettare l’incarico di assassinare un personaggio di spicco sotto la minaccia di ritorsioni verso le persone che ama.

Sanctuary – 1990 / 1995

Akira Hojo è un giovane capo yakuza; Chiaki Asami è un giovane deputato. Entrambi tentano la scalata al potere nelle rispettive organizzazioni, uno nell’ombra e nell’illegalità, l’altro alla luce del sole. Sembrano agire in direzioni diverse ma in realtà hanno un sogno comune e una tragica esperienza vissuta insieme da bambini in un campo di profughi cambogiani, durante il regime di Pol Pot e dei suoi Khmer rossi (tema che, come abbiamo già visto, era caro a Buronson). Il loro sogno è di riformare la yakuza e la politica, svegliare il popolo giapponese e le coscienze individuali, costrette ad uniformarsi ad un pensiero comune da un sistema corrotto e conservatore. Lotte di potere, scontri tra bande di yakuza, violenza e sesso, corruzione a tutti i livelli della società, questi sono gli elementi principali di questo manga che denuncia tutti i limiti e le ombre della società giapponese. Il manga è stato pubblicato anche in Italia inizialmente da Granata Press sulla rivista Zero senza però giungere a termine. In seguito è stato recuperato dalla Star Comics e pubblicato integralmente.

Odissey

Odyssey – 1995 / 1996

L’odissea, scritta nell’antichità da Omero, narra le avventure e le peripezie di un viaggio apparentemente senza fine di Ulisse re di Itaca. Questa è la prospettiva del piano Odyssey organizzato da alcuni dei migliori funzionari Giapponesi. Il suo scopo è quello di far superare al Giappone la sconfitta del dopoguerra e renderlo finalmente indipendente e con una economia stabile negli anni a venire, facendo leva su un aumento della potenza militare del Giappone, in modo da non aver bisogno di appoggi da altri stati.
Il protagonista, Nimii, è un ex funzionario dell’ordine pubblico, che fece parte del gruppo di uomini che pianificarono Odyssey ma, a causa della morte improvvisa del futuro suocero, decise di lasciare l’incarico ritirandosi a vita privata. Dopo due anni dal suo allontanamento, il protagonista viene ricontattato da alcuni membri dell’ordine pubblico per collaborare con loro riguardo ad una indagine, finendo così per riprendere contatti col progetto Odyssey.
Nimii conoscerà per la prima volta la vera durezza del mondo e deciderà di scendere a patti con il suo idealismo, combattuto nel giudicare i comportamenti dei suoi vecchi colleghi e di tutti coloro che cercano di influenzare la politica mondiale secondo i propri schemi.

Strain – 1996 / 1998

Kuala Lampur, Malaysia. Mayo è un killer a pagamento che uccide per 5 ringgit, pochi spiccioli. La sua vita cambia quando incontra Shion, una ragazzina dodicenne costretta a prostituirsi per mantenere se e la madre malata. Rifiuta di uccidere la madre di Shion e questo comporta il mettersi contro l’organizzazione mafiosa mandante dell’omicidio. E’ l’inizio di lunga serie di eventi e di rivelazioni che sconvolgerà la vita dei protagonisti. Violenza, povertà, sesso, sono presenti in dosi massicce in questo manga dove il vero protagonista, in positivo e in negativo, è lo “Strain”, cioè l’appartenenza ad una razza, una organizzazione, una famiglia. Tutti i personaggi principali hanno avuto un vita difficile, che ha formato il loro carattere, e lottano da quando sono nati, ma il desiderio che sembra muovere tutti è l’affrancamento dallo “Strain”, il rivendicare la prorpia forza, le capacità, le scelte individuali. Pubblicato anche in Italia da Star Comics.

Heat – 1998 / 2004

Giovane, bello, spregiudicato e coraggioso, Tatsumi Karasawa sale rapidamente i gradini della malavita di Shinjuku, cuore pulsante della criminalità giapponese. L’uomo riscuote importanti consensi tra la piccola delinquenza locale diventandone il leader e beffandosi di polizia e gang rivali. I boss della yakuza però non si fermeranno davanti a un teppistello che mangia la loro torta senza permesso e con imperdonabile arroganza: la sua pericolosa ascesa dai bassifondi di Tokyo spingerà i capi mafiosi a cospirare per eliminarlo definitivamente…

Premiato in Giappone dalla Shogakukan come miglior manga seinen nel 2001, è stato pubblicato anche in Italia da Star Comics.

Chō-Sangokushi -LORD – 2004 / 2011

Manga liberamente basato sul periodo della Battaglia dei Tre Regni, vede per la quarta volta riuniti Buronson e Ryoichi Ikegami come team creativo. Lungi dall’essere fedele ai fatti storici, LORD mescola folklore, tradizione, leggende e veri e propri artifici narrativi che vedono, ad esempio, il protagonista Liu Bei provenire dal Giappone per aiutare Zhao Yun (qui una donna!). Nel 2012 a questo manga ha fatto seguito SOUL – Lord dai 2 shō.

Rokumonsen Rock – 2014 / 2015

La storia di Rokumonsen Rock è ambientata in Giappone durante l’epoca Sengoku, e racconta dei primi anni di vita di alcuni personaggi storici come Nobunaga, Hideyoshi, e Mitsuhide. Le Rokumonsen del titolo sono sei monete utilizzate tradizionalmente durante le cerimonie funebri e che sono successivamente diventate lo stemma di famiglia del clan guerriero Sanada nell’antica provincia di Shinano.

BEGIN – 2016 / 2020

Un manga fortemente politico che prende spunto dai movimenti per l’indipendenza del Giappone che hanno visto protagonisti specialmente gli abitanti di Okinawa, teatro delle vicende. I protagonisti sono Juzo Shinkai, gangster che mira a raggiungere il potere nel mondo della malavita e Kai Kozu, che guida il reparto speciale di pubblica sicurezza denominato BEGIN. Saranno loro a trasformare l’isola in un vero e proprio campo di battaglia.

Altre opere degli anni ’90

Sempre molto attivo, oltre ai titoli già citati, il maestro Buronson si cimenta nei generi più disparati. Ad esempio, nel 1992, scrive la trama per il demenziale Hawaiian Sky di Kenji Wakabayashi. Nel 1993 si dedica invece a Mushimushi Korokoro, divertente manga disegnato da Tsuyoshi Adachi che racconta le disavventure di Katsuichi, delinquente da due soldi, e di suo fratello minore Katsuji, ingaggiati per tenere d’occhio la bella Satsuki, figlia del più potente gangster del Kanto. Nel 1996, per la Enix realizza Tenku Ninden Battle Voyager, disegnato da Satoru Yuiga, un manga creato sulla falsariga dei più classici JRPG tecno-fantasy. Il 1997 porta ad una piccola reunion con Tetsuo Hara per il one-shot di 40 pagine Chase, di ambientazione militare mentre nel 1998, assieme a Juzo Tokoro (con cui aveva già lavorato a Shogun), realizza G-HARD, una serie che vede protagonisti i vari membri della Ghost, un’unità speciale di sicurezza nata addestrando degli orfani con allenamenti disumani.

Dal 2000 ad oggi

Diverse sono le opere che Okamura scrive nel nuovo millennio. Oltre a quelle già menzionate, nel 2000, di nuovo in coppia con Tsuyoshi Adachi (Mushimushi Korokoro) lavora a Go For Break, le rocambolesche vicende di Osamu Kahiyama, che da semplice impiegato si ritrova dapprima sbattuto fuori dall’azienda per via di un malinteso e in seguito coinvolto in una storia di Yakuza. Nel 2001 tocca a Rising Sun, che vede ai disegni Matsuura Tokihiko e mostra un futuro prossimo venturo in cui, a causa di di uno spaventoso  crollo dell’economia, il Giappone è divenuto uno dei paesi più poveri del mondo, depredato di tutte le sue risorse tecnologiche e costretto a fare da discarica dei rifiuti a tutti gli altri paesi. Nessun cittadino può espatriare: le forze di sicurezza delle Nazioni Unite hanno infatti imposto l’inserimento di un chip di riconoscimento a chi risiede su suolo Giapponese, trasformandolo di fatto in una prigione senza via di scampo. In questo scenario catastrofico, si muove il protagonista, intenzionato a ribellarsi al proprio governo e combattere contro i veri artefici di quanto accaduto… gli Stati Uniti d’America! Nel 2002, il maestro firma anche un episodio autoconclusivo di 51 pagine dal titolo Shiroi Natsu, disegnato dal famosissimo Mitsuru Adachi e che racconta di Goro, poliziotto integerrimo che è tormentato dai sensi di colpa nei confronti di Tetsu, suo ex-compagno di classe ora braccato per omicidio. Nel 2003, con Hara Hidenori, realizza G-Gokudo Girl, la storia della piccola e carinissima Mai Hyodo, una liceale che, con la sua marinaretta, non potrebbe sembrare più dolce. Anche lei, come tutte le ragazze della sua età, ha un sogno nel cassetto,  solo che, mentre le altre desiderano il principe azzurro o una carriera da star dello spettacolo o dello sport, lei vorrebbe… rimettere in piedi la l’organizzazione malavitosa della famiglia Hyodo, precedentemente guidata dal suo defunto padre! Per farlo si servirà di Tetsu, ex braccio destro del genitore scomparso, il quale l’aiuterà a fare “ciò che deve essere fatto” per riportare l’organizzazione agli antichi fasti! Nel 2008, con Atsushi Kamijo ai disegni, il maestro prova di nuovo la strada percorsa con Doberman Deka e Wild Way sfornando Dog Law, in cui il protagonista è Kanji Hito, un agente della D.O.G., organizzazione segreta sotto il diretto controllo del Dipartimento di Giustizia, creata per arrivare dove la legge non è in grado di arrivare. Nel 2010, coadiuvato dall’esordiente Daichi Matsuse, Buronson firma FULL SWING, raccolta di storie autoconclusive che descrivono la vita di studenti giapponesi alle prese con una società in cui è sempre più difficile trovare posto. In ognuno dei 5  volumi che compongono l’opera, vengono narrate le storie di tre personaggi, ognuno dei quali introduce il successivo. Pubblicato anche in Italia da Star Comics. Nel 2012, con Yuka Nagate (che noi amiamo particolarmente per il manga Toki il santo d’argento), scrive Silencer, una storia a tinte forti con protagonista Shizuka, una detective non solo molto intelligente ma anche molto dotata con la pistola. Benché ostracizzata dai suoi superiori, si ritroverà presto ad indagare, assieme al suo partner Iba, su una tratta di schiave sessuali gestita dalla malavita nordcoreana, una vicenda che porterà a galla gravi ferite del passato. Nel 2013 scrive Gensakuya kagyou omae wa mou shindeiru? un libro semi-autobiografico in cui il maestro mette al centro un giovane in cerca di fortuna nel settore della sceneggiatura dei manga. Yoshizawa, questo il suo nome, incontra per caso il “signor B.”, che gli racconta la storia della sua vita da autore e gli insegnamenti che ne ha tratto. Dello stesso argomento, ma in maniera differente, parla anche in un altro libro, sempre dello stesso anno: Karyū no ikizama, in cui descrive la sua “vita da ultimo”, la sua storia iniziata nella povertà, i suoi successi, gli insuccessi, i suoi vizi e tanti aneddoti. Infine, nel 2021 inizia Too Beat, manga disegnato da Shiro Yoshida che, ambientato a Kabukicho, segue le vicende di Hageo ed Okura, proprietari dell’agenzia investigativa Yorozu.

Altre iniziative

Soprattutto nel corso degli anni recenti, Buronson si rende protagonista di iniziative di un certo rilievo in madrepatria. Già nel 2011, a seguito del terribile sisma, e conseguente tsunami, che hanno colpito il Giappone, presta il volto ad una raccolta fondi per la ricostruzione di Ishinomaki, Onagawa, Miyagi, Iwate e Shidugawa e Fukushima. Ma è nel 2017 che finalmente chiude un ideale cerchio, quando torna a Saku, sua città natale, e dona ben 400 milioni di yen (la bellezza di più di 3 milioni di euro!) da investire in un sistema di borse di studio per aiutare soprattutto chi si trova in difficoltà economiche. A seguire, nel 2018, sempre a Saku istituisce un corso di manga finanziato a sue spese.

Considerazioni

Insomma, come spero avrete capito anche grazie a questo lungo approfondimento, quella di Yoshiyuki Okamura è una parabola esistenziale motivante come poche. Perché lungi dall’essere un uomo perfetto, anzi, pieno di difetti, nella vita non si è mai risparmiato. Questo gli ha permesso di raggiungere la vetta pur partendo dal basso, ma il successo non lo ha cambiato. Anzi, quando è stato possibile, ha fatto gesti più che concreti per dare ad altri le opportunità che egli stesso non ha avuto nell’infanzia. Non solo un grande autore quindi, poliedrico e profondo, ma anche un grande esempio per tutti.