Ken il Guerriero – Hokuto No Ken – Kenshiro – 北斗の拳 – Fist of the North Star – Ken Le Survivant – Soten No Ken – Le Origini del Mito – 蒼天の拳 – Fist of the Blue Sky – Hokuto Musou – Ken's Rage – 北斗無双
Come avevamo anticipato poco tempo fa, parlando della mostra d’arte che si terrà in autunno per celebrare i 40 anni di Ken il guerriero, è partito oggi in Giappone un crowdfunding che servirà a finanziare la costruzione del trono di Souther in scala 1:1.
La cifra base da raggiungere è di circa 14.000 euro e, al momento in cui scrivo, è stata già abbondantemente doppiata. Non mi dilungherò molto sui “premi” che i contributori riceveranno perché, tolto un tour guidato personalmente da Tetsuo Hara all’interno della galleria in cui si terrà la mostra, e riservato ai più “facoltosi”, il resto sono stampe e vario merchandise oltre ai propri nomi scritti all’interno della galleria stessa.
L’unica vera “chicca” (se così si può chiamare) è rappresentata da un vero e proprio bunker antiatomico (non stiamo scherzando) denominato CRISIS – 01 e di cui 3 esemplari finiranno nelle mani di altrettanti finanziatori che potranno installarlo dove vogliono. Perché oh, gli anni ’80 stanno tornando così tanto di moda che non si sa mai che a qualcuno gli scappi il ditino sul pulsante delle bombe nucleari 😅
Se avete voglia di parlare di questa notizia o di qualsiasi altra cosa legata a Ken il guerriero, venite a trovarci sul nostro Gruppo Telegram dedicato. 👊
Croce e delizia di ogni appassionato, gli anniversari importanti servono non solo a ricordarci quanto stiamo invecchiando, ma anche a fare tuffi più o meno ragionati fra nostalgici ricordi e nuove iniziative messe in campo da chi detiene i diritti delle opere che amiamo. In molti casi servono a siti generalisti per fare incetta di visualizzazioni con articoli discutibili e titoli clickbait, ma oggi non parliamo di questo. Parliamo invece, come sempre, di Ken il guerriero. Siamo stati qui per i 25 anni, poi per i 30 è, più di recente, per i 35, ma il 40° giro di boa ci impone nuovamente di fare il punto su questa saga immortale. Ecco perché, a partire da questo articolo, vorrei ripercorrere almeno le tappe fondamentali della sua storia editoriale.
La nascita di un eroe
Proprio il 1° aprile 1983 (no, non è uno scherzo, ve lo giuro) sulle pagine di Fresh Jump, viene pubblicato l’episodio di prova di un nuovo manga, intitolato Hokuto No Ken – Kasumi Kenshiro, che ci presenta proprio il giovane successore dell’Hokuto Shinken, alle prese con degli agenti della polizia corrotti e appartenenti alla Scuola Taishan. In quest’episodio, Kenshiro è figlio unico, il suo maestro e padre non è il Ryuken che conosceremo più in là nella serie regolare e la sua fidanzata si chiama Yuki. Il mondo non è quello postatomico, devastato e selvaggio che abbiamo imparato a conoscere nella serie, bensì quello attuale. Restano comunque inalterate alcune delle caratteristiche tipiche che poi riscontreremo nella serie: Gli eventi tragici e la brutalità dei nemici, il profondo senso di giustizia del protagonista e, soprattutto, l’infinita superiorità dell’Hokuto Shinken sulle altre arti marziali. Un fatto interessante, che si perde nell’adattamento italiano, è che il nome del protagonista è scritto in hiragana, alfabeto in cui ogni ideogramma ha un significato. In questo caso, 拳(Ken/Pugno)四(Shi/Quattro) e 郎(Ro/Figlio). L’ideogramma Shi, anche se letteralmente significa quattro, nasconde una sorta di gioco di parole, perché Shi, in giapponese, è anche il modo in cui si pronuncia la parola “Morte”. Di conseguenza, il significato del nome di Kenshiro, in questo episodio, è “Figlio del Pugno della Morte”. Diversamente, il nome del Kenshiro della serie che tutti conosciamo, è scritto in katakana, un alfabeto fonetico in cui non c’è un significato. Già questo, senza nemmeno dover esaminare le differenze nella trama, implica che ci troviamo di fronte a due Kenshiro completamente differenti, come facenti parte di due universi alternativi.
Vuoi o non vuoi, comunque questo prototipo di Ken getta le basi per tutto quello che verrà in seguito e il merito va in gran parte a Nobuhiko Horie, mitico editor della Shueisha che aveva deciso di scommettere su un promettente giovane di nome Tetsuo Hara. Il ragazzo, dopo la chiusura di Tetsu No Don Quixote, breve opera sul motocross che durò appena 10 settimane, si sentiva già fallito, ma avrebbe voluto disegnare un manga sulle arti marziali. Horie, che ci vedeva lungo, non solo acconsentì, ma gli diede anche l’idea alla base dell’Hokuto Shinken, ovvero un’arte assassina capace di far esplodere gli avversari dall’interno. Tali elementi riuscirono a far breccia nei lettori, che rimasero entusiasti del primo exploit in assoluto di Ken il guerriero. Certo, sicuramente non immaginavano come si sarebbero evolute le cose, ma di questo parleremo nel prossimo capitolo 👊
Ne avevo brevemente accennato ieri sui nostri canali social, ma la notizia merita un doveroso approfondimento. In autunno, in concomitanza con il 40° anniversario di Ken il guerriero, si terrà in Giappone una speciale mostra in cui verranno esposti ben 400 pezzi del maestro Tetsuo Hara tra illustrazioni e tavole del manga nella loro versione “grezza”, ovvero prima della pubblicazione.
Battezzata “Ritrova l’amore!!”, dal titolo della celeberrima sigla di apertura dell’anime televisivo la mostra, che si terrà al 52° piano della Mori Tower (Roppongi Hills) a Tokyo, avrà come tema centrale proprio “l’amore”, il sentimento che muove tutte le vicende all’interno dell’opera.
L’esposizione sarà divisa in 6 tappe che copriranno l’arco narrativo classico, ovvero dall’inizio della serie fino alla morte di Raoh. Nella galleria troveranno spazio anche dei diorami. Non ci saranno aree ristrette, anzi, i visitatori sono incoraggiati fin da ora a scattare foto da condividere sui social. Il maestro Hara si augura che l’iniziativa possa non solo attirare i fan storici del mondo di Hokuto, ma far breccia anche nel cuore dei più giovani, che attraverso la potenza evocativa dei suoi disegni potrebbero scoprire quest’opera immortale.
Infine, pare che prossimamente verrà lanciato un non meglio specificato progetto di crowdfunding legato alla mostra, ma per questo, come per ulteriori aggiornamenti, vi invito a restare sintonizzati sulle nostre frequenze. 😉
Dopo l’esordio in Giappone lo scorso dicembre, arriva finalmente in Europa (e nel resto del mondo) la versione occidentale di Fitness Boxing Fist of the North Star, videogame per Nintendo Switch in cui i protagonisti di Ken il guerriero si trasformano in esigenti istruttori pronti a guidarci, giorno dopo giorno, attraverso una serie di allenamenti atti a bruciare le calorie in eccesso e rimetterci in forma.
Il gioco sarà disponibile esclusivamente in formato digitale (con buona pace dei collezionisti, che avrebbero preferito la copia fisica) a partire dal prossimo 2 marzo ma, nel frattempo, ha fatto capolino sul Nintendo eShop una demo gratuita che ci ha permesso di comprenderne meglio il funzionamento.
Iniziamo col dire che non conosco la serie Fitness Boxing, quindi non saprei dire quali siano le innovazioni o le variazioni sul tema rispetto ai precedenti capitoli. Una fra tutte è la tanto sbandierata Modalità Battaglia (sulla quale torneremo dopo), mentre per il resto devo supporre che le basi siano le medesime. Ad ogni modo, in questa demo si ha la possibilità di prendere immediatamente dimestichezza con i controlli mentre ci viene spiegato lo spirito con cui è strutturato il gioco. Che in effetti poi tanto gioco non è, perché si propone come uno strumento utile a mantenere la forma fisica, anche se poi la componente ludica non manca. Ma andiamo con ordine…
Una volta avviata la demo, verremo accolti fin dalla schermata del titolo da una voce familiare. Si tratta di Lorenzo Scattorin, perché, come potete notare anche dal trailer che ho inserito in testa all’articolo, il tutto è stato non solo tradotto ed adattato, ma anche doppiato in italiano. Le voci presenti sembrerebbero provenire, come per il già citato Scattorin, dal cast che ai tempi venne reclutato per la Pentalogia, quindi troveremo ad esempio un inconfondibile Ivo De Palma nei panni di Toki, così come, così ad orecchio, la voce di Raoh sembrerebbe di nuovo affidata a Dario Oppido. Ho cercato in lungo e in largo su internet una lista precisa dei doppiatori coinvolti ma, al momento, non ho trovato nulla. Probabilmente se ne riparlerà in un’eventuale sezione “credits” della versione completa. In ogni caso una sorpresa gradita.
Tornando al gioco vero e proprio, una volta superati i fondamentali, in cui Kenshiro ci spiegherà le basi del Fitness Boxing, avremo accesso all’allenamento libero e alla già citata modalità Battaglia. Il primo non ha bisogno di troppi approfondimenti. Si tratta di esercizi liberi che è possibile eseguire a piacere, settando vari parametri come più ci aggrada. La Battaglia, invece, ripercorre a grandi linee la trama e gli scontri più significativi della prima parte del manga, mettendoci di fronte a schiere di punkettoni e di boss finali. Nella demo potremo quindi non solo malmenare i crestoni, ma anche affrontare Shin in un duello all’ultimo sangue. Le battaglie sono abbastanza divertenti, oltre che impegnative, perché lo scopo è sia di colpire l’avversario sia di non farsi colpire. E durante i vari scambi di colpi, una barra si riempirà gradualmente ad indicare, una volta raggiunto il livello massimo, che siamo pronti per sferrare il colpo decisivo. Niente di epocale ma neanche da buttar via.
Tornando al lato puramente tecnico, il gioco propone una routine d’allenamento giornaliero e, in base ai risultati raggiunti, darà anche una stima degli anni che dimostriamo fisicamente (e sì, sono riuscito a farmene togliere 20!). Ci sono poi obiettivi da sbloccare e punti da guadagnare e spendere in un apposito negozio. Potremo infatti acquistare nuovi istruttori, nuove tenute da allenamento e nuovi brani musicali. In totale si parla di 20 brani, la maggior parte dei quali creati appositamente per il gioco, mentre 4 sono presi dall’anime storico (Ai wo torimodose!!, Silent Survivor, Yuria Eien Ni e Tough Boy) e 2 invece presi dai pachislot della Sammy.
Passando alle note dolenti, ce ne sono almeno un paio che è impossibile ignorare. Partiamo da quella meno grave: la localizzazione.
Dico meno grave perché non impatta direttamente sul gameplay ma, come è evidente anche solo dal trailer, in diversi casi traduzione ed adattamento sembrano gestiti da un branco di scimmie urlatrici. A farne le spese è in primo luogo il doppiaggio: laddove è evidente che qualcuno (senza fare nomi) sembra meno calato nella parte rispetto ad altri, chi ha curato la localizzazione ci mette sopra una bella pietra tombale con delle pause innaturali che spezzettano i dialoghi o fanno pronunciare grossolani errori come “TENACITÀ” al posto di tenacia. Diciamo che è fastidioso.
Ciò che invece in parte mi aspettavo ma comunque mi perplime lo stesso è che i sensori di movimento dei joy-con non riescono effettivamente a distinguere un diretto da un gancio o da un montante. È una cosa di cui si può rendere conto chiunque nel momento in cui si affronta Shin, il primo boss. Gli istruttori ce la mettono tutta a spiegarci per filo e per segno le posizioni corrette e come portare i colpi ma, di fatto, tutto si appiattisce nella foga della battaglia, quando si scopre che l’importante è muovere il joy-con, correttamente o meno. Punto. E potrei dire che la cosa va anche bene perché non rende il gioco troppo pesante, ma davvero non capisco il senso dell’intera operazione se, all’atto pratico, tutto si risolve agitando i sensori al momento giusto.
Quindi, che dire? Di certo, se non possedete una Switch, non sarà questo il titolo che ve la farà comprare (e a 50 euro si trovano comunque giochi migliori). Può essere invece un passatempo divertente per chi la console la possiede già. La possibilità di completare obiettivi e sbloccare altri istruttori, altri costumi, canzoni e livelli, rappresenta un incentivo che spinge il giocatore ad andare avanti negli allenamenti giornalieri. Non ultimo, il fatto di essere anche utile a fare esercizio fisico lo pone su un piano molto diverso rispetto ad altri giochi e potrebbe rappresentare di per sé un motivo sufficiente all’acquisto, se non altro per provare qualcosa di nuovo.
E voi? Avete provato la demo di Fitness Boxing Fist of the North Star? Se sì, quali sono i vostri pareri? Fatecelo sapere.
Kenshiro e l’universo di Hokuto stanno per approdare in The Sandbox, videogioco open-world basato su tecnologia blockchain. “End of the Century LAND“, questo il nome dato all’iniziativa, rappresenterà la prima vera iterazione di Ken il guerriero nel metaverso e si avvarrà anche di contenuti NFT, acquistabili separatamente.
Commentando la notizia, il maestro Tetsuo Hara ha espresso curiosità verso questo nuovo approccio alla sua opera, specialmente sul versante estetico, che porta in scena i diversi protagonisti in una grafica “blocchettosa” che non può non ricordare il più celebre Minecraft. Ad ogni modo, l’autore non vede l’ora di assistere a quello che succederà (che, tradotto per noi comuni mortali, sarebbe “l’importante sono i soldi che intascheremo” 😆). Dal canto suo il francese Sebastien Borget, uno dei padri di The Sandbox, è entusiasta all’idea di questa collaborazione con uno dei manga più popolari nel suo paese.
Oggi, 13 settembre 2022, il manga originale di Ken il guerriero compie esattamente 39 anni, il che significa che entriamo ufficialmente nel 40° anno di vita dell’opera. Chiaramente ci aspettiamo a breve qualche annuncio sulle iniziative che verranno messe in campo mentre ci avviciniamo ad una data così importante ma, nel frattempo, ho pensato di cogliere l’occasione per riflettere su alcuni dei temi trattati nella serie e che secondo me ci riguardano da vicino oggi più di allora. Ma andiamo con ordine…
Una storia che parla di umanità
Come già detto altre volte sempre in questi lidi, Hokuto No Ken prende forma in un periodo storico ben preciso, fondendo il generale timore per la Guerra Fredda con una storia epica in cui sono riconoscibili quasi tutti i capisaldi del cinema e della musica di quegli anni. Soprattutto, la parte del leone la fanno spettacolari ed appassionanti combattimenti a base di arti marziali capaci di conferire poteri sovrumani a chi le padroneggia.
Ma questa è solo la parte più evidente del racconto.
Perché – cosa che Buronson stesso ha tenuto a precisare più di una volta – ciò di cui parla davvero la serie è l’importanza di restare umani. L’importanza dei sentimenti per ricostruire la società.
Kenshiro non è soltanto il legittimo erede di Hokuto, ma uno degli ultimi esseri umani che ancora non si sono arresi alla crudeltà del mondo postatomico. Gli stessi Bart e Lin, che dovrebbero rappresentare il ponte con i giovani lettori di Shonen Jump – il settimanale in cui il manga veniva serializzato – in realtà sono stati costretti a perdere la loro innocenza. Bart addirittura deride Ken per la sua ingenuità.
Eppure, è proprio questa “ingenuità” a fare la differenza tra il protagonista ed i suoi avversari. Kenshiro non combatte per ottenere il potere. Non usa la sua forza per sottomettere gli innocenti. Non cerca la gloria. In un mondo in cui quasi tutti sembrano regrediti ad uno stato bestiale, il successore di Hokuto sceglie l’altruismo. E diventa un esempio. Un faro che illumina le tenebre di una notte che sembra non dover finire mai. Chi gli sta vicino viene in qualche modo “guarito” dal male. Un esempio su tutti è Rei, personaggio amatissimo dal pubblico ma che viene introdotto nel racconto quando ormai sembra aver perso la strada maestra. Sarà proprio il lottare fianco a fianco con Kenshiro che lo porterà a riscoprire la sua umanità e a sacrificarsi per gli altri.
Fatto ancora più interessante, anche molti nemici vengono “redenti” dall’incontro con Ken, anche se a pochi istanti dalla morte. Basti pensare a Souther, Shin, o il terribile Kaioh. L’eroe diventa per loro come un ultimo confessore a cui aprire il cuore, tanto che copiose lacrime ne solcano il viso. Il finale della prima parte del manga, con la morte di Raoh, era perfetto proprio perché Kenshiro, dopo innumerevoli battaglie, poteva finalmente farsi da parte sapendo di aver lasciato al mondo un insegnamento ben più importante del saper combattere: l’amore per il prossimo.
Inutile sottolineare come tutto questo dovrebbe riguardarci. Oggi viviamo davvero un periodo buio della storia umana. E non serve trovarsi in una zona di guerra, perché spesso basta anche solo essere ad un incrocio con la macchina, al supermercato o su una qualsiasi piattaforma social per rendersi conto a che basso livello siamo arrivati. Prepotenza ed arroganza sono diventati talmente comuni che chi, invece, tenta ancora di essere civile, viene visto come un debole. Un ingenuo.
Il pericolo degli estremismi
Ci sono poi dei parallelismi inquietanti. Il Colonnello ed i suoi Berretti Rossi in qualche modo preannunciavano la deriva odierna di molti che, giustamente delusi dal corrotto sistema politico, decidono però di votarsi ad una visione che oggi definiremmo “di estrema destra”.
Per contro, un’altra forma di estremismo la possiamo ritrovare nell’Impero del Cielo che, oltre a tentare di schiacciare ogni singola sacca di resistenza, pretendeva di eliminare Hokuto e Nanto dalla memoria collettiva. La scena in cui Falco distrugge i volti dei guerrieri scolpiti nella roccia è emblematica e sembrava presagire quella “cancel culture” che oggi va tanto di moda. Per carità, sicuramente il mondo cambia e bisogna anche evolversi, ma la storia, laddove ci siano stati errori anche gravi, non andrebbe mai dimenticata. Piuttosto dovrebbe servire da monito.
Un’altra forma di estremismo, che sconfina nel fanatismo religioso, la possiamo trovare nella terza parte del manga, durante la saga di Barran, meno nota al grande pubblico perché mai trasposta in animazione ma non meno significativa in quanto a temi. Anche qui, comunque, quello che spicca è la mancanza di umanità. Anzi, lo stesso Kenshiro resta stupito del livello di fanatismo dei fedeli, capaci di immolarsi e continuare a combattere anche dopo aver subito i mortali colpi di Hokuto. Un argomento che evidentemente era caro a Buronson, tanto da riprenderlo anni dopo nel romanzo di Ken il guerriero (poi trasposto nei 3 OAV della “Trilogia”). In tal senso, comunque, la mente corre subito non solo ai tragici attentati orditi dai terroristi di Al Quaeda e dell’Isis, ma anche a chi, nonostante si professi cristiano, “benedice” l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina.
Un’opera immortale
Ovviamente questi erano solo alcuni degli spunti di riflessione forniti da un manga che, a discapito della sua natura commerciale e del suo essere indirizzato ad un pubblico giovane, ha saputo trattare argomenti profondi senza cadere nella banalità. Di sicuro molti altri li potrete aggiungere voi nei commenti ma, nel frattempo, chiudo proponendovi un bel sondaggio.
Il manga, disegnato da Tetsuo Hara, era iniziato nell’ottobre del 2010.
Dopo ben 12 anni di pubblicazione, giunge al termine Ikusa No Ko – Oda Saburo Nobunaga Den (Il Figlio della Battaglia – La Leggenda di Oda Saburo Nobunaga), serie ispirata alla figura del più famoso condottiero della storia del Giappone e realizzata da Tetsuo Hara su testi di Nobuhiko Horie (qui con lo pseudonimo di Kitahara Seibo).
Il manga, giunto anche in Italia nel 2015 per mano di Goen con il solo titolo La Leggenda di Oda Saburo Nobunaga (e pubblicato in una maniera che definire “a singhiozzo” è un vero complimento) è stato per molti versi un punto di svolta nella vita e nella carriera del papà di Ken il guerriero. Perché ai tempi, a causa dell’aggravarsi del suo cheratocono, la patologia di cui Hara soffre ormai da decenni e che ne compromette talmente tanto la vista da costringerlo a disegnare facendo affidamento su un solo occhio, il maestro non era più in grado di reggere il ritmo di pubblicazione settimanale di Souten No Ken (da noi “Ken il guerriero – Le origini del mito”). Anzi, non si sentiva più in grado di poter disegnare nulla. Scelse quindi di concludere la storia delle gesta di Kenshiro Kasumi in concomitanza con la chiusura di Comic Bunch, la rivista di Tokuma Shoten su cui era pubblicata e fu solo dietro l’incoraggiamento di Nobuhiko Horie che accettò la scommessa di un nuovo manga, stavolta a cadenza mensile, che avrebbe tenuto a battesimo Comic Zenon, la loro nuova avventura editoriale.
Da allora parecchia acqua è passata sotto i ponti e, mentre Comic Zenon si arricchiva via via di nuove serie, Ikusa No Ko è rimasto sempre un caposaldo della rivista, anche quando il testimone è passato, di fatto, a Yuta Kumagai, che da alcuni anni a questa parte coadiuva così tanto il maestro Hara ai disegni, che il suo nome figura anche in copertina.
Ora arriva la notizia che il racconto della giovinezza di Nobunaga si concluderà con il numero di novembre di Zenon (che sarà in vendita a partire dal prossimo 24 settembre), per celebrare l’evento, verrà inclusa una cartolina ritraente i volti dei protagonisti dei maggiori successi di Tetsuo Hara, quindi non solo Oda Nobunaga, ma anche i due Kenshiro e Keiji Maeda.
In più, sarà possibile anche ottenere degli NFT sempre con i quattro eroi.
Nel frattempo la Sammy ha annunciato in pompa magna, attraverso un teaser in cui ricorda che da tanti anni si occupa di sfornare un’infinità di pachinko e pachislot relativi al mondo di Hokuto, che è imminente una nuova macchinetta mangiasoldi dedicata proprio ad Ikusa No Ko.
Cosa aspettarsi?
La conclusione di questo manga lascia spazio a diverse ipotesi sul futuro, specie considerando che ormai da tempo Souten No Ken Regenesis è fermo ai box per via dei problemi di salute del disegnatore Hideki Tsuji. C’è quindi la concreta possibilità che il già citato Kumagai, forte dell’esperienza maturata su Ikusa No Ko, sia il candidato ideale per dare un seguito a questo manga promettente ma sfortunato.
Come c’è anche la possibilità, assolutamente da non sottovalutare, che con il quarantennale di Ken il guerriero ormai alle porte (non manca poi molto al 2023), le forze vengano dirottare su un progetto del tutto nuovo. E magari, questo disegno pubblicato proprio da Kumagai sul suo profilo twitter, potrebbe essere un indizio… 😏