
A partire dall’11 giugno 2015, con cadenza quindicinale, Planet Manga riporta in edicola il manga originale di Hokuto No Ken nella stessa “imperdibile” edizione che ha già funestato la nostra penisola nel 2013.
La notizia è stata rivelata dallo stesso editore sulla propria pagina Facebook, attirando immediatamente l’attenzione di molti. Chi segue questo sito già da tempo sicuramente ha avuto modo di leggere la mia analisi, volume per volume, proprio di tale edizione al risparmio (per Planet, non per noi…) ma, a beneficio di tutti, cercherò di elencare almeno alcuni di quelli che ritengo i punti salienti di tale scempio.
Nell’edizione originale giapponese, il titolo dell’episodio occupava tutta la parte bassa della tavola, coprendo per metà il volto di Shin ed il torace di Kenshiro. Mentre nei precedenti adattamenti, gli editori italiani se la sono “sfangata” mettendo una didascalia rettangolare bianca con all’interno il titolo, la Planet ha voluto osare…
Il risultato lo vedete da voi: Non solo Shin si ritrova senza bocca e con un bieco e maldestro tentativo di ricostruirgli il naso, ma anche sul torace di Kenshiro appaiono segni aggiuntivi che non si capisce bene cosa dovrebbero rappresentare.


Da notare che se lo chiedono tutti: “Cu cazzu è il Re Guerriero?”
Non ci siamo proprio. Sicuramente è un passo avanti rispetto a Re di Hokuto, per carità, ma non becca il senso dell’appellativo originale nemmeno di striscio. Quando Raoh si autoproclama “Ken Oh”, lancia un messaggio chiarissimo che suona più o meno così: “Sono il massimo esponente di ogni fottutissima arte di combattimento esistente”. Tale implicito messaggio è rivolto in particolare proprio a colui che è stato scelto al suo posto per divenire successore dell’Hokuto Shinken, suo fratello minore Kenshiro. E’ un’ulteriore sfida al Cielo e alla volontà delle divinità che hanno decretato il fato dei pretendenti alla successione di Hokuto. In quel semplice termine (e, quindi, nella sua eventuale adeguata traduzione) c’è l’anima stessa del personaggio. Raoh NON è un semplice “Re Guerriero”, uno che parte alla conquista e va a combattere senza sapere se vincerà o meno. Raoh si presenta già quale supremo Signore della Battaglia. Non viene lì a combattere, viene a vincere. Non c’è scampo. Di conseguenza, il termine non rende assolutamente. Punto.
Dal volume 12 (ma valido per TUTTI i volumi):
Questo è il caso più evidente, ma in realtà TUTTE le tavole sono impaginate male, con il risultato che restano tagliate sui lati. Ecco un esempio:
Personalmente trovo questa cosa molto grave.
Rotto ogni indugio, Planet Manga inaugura un nuovo filone di adattamento che potremmo definire parodistico e surreale. Memori, forse, del famigerato doppiaggio italiano storico dell’anime, decidono di regalarci perle da ricordare e tramandare ai posteri:

“Questa è una famosissima tecnica conosciuta solo dai più potenti professori di matematica.
Essa fa parte della Scuola Elementare del Monte Tai, la quale comprende anche l’Addizione Volante, la Moltiplicazione del Dolore e la Divisione dei Beni. Alcuni dicono che esistano tecniche ancor più potenti una volta entrati alla Scuola Media del Monte Tai, ma pochissimi sono coloro che ne fanno parte e ancor meno chi è disposto a parlarne…”
(Narratore del doppiaggio storico)
Come detto in apertura, per quanto concerne la traduzione, questa settimana si è proprio toccato il fondo. Non mi soffermo su tante piccole cose, ma su un’unica, macroscopica boiata riguardante un passaggio chiave fondamentale: il Musō Tensei.
Questa è, infatti, la nostra particolareggiata descrizione di tale “acquisizione di coscienza” da parte di Ken.
Musō Tensei (Rinascita dal Nulla – 無 想転生): In realtà non si tratta di una semplice tecnica di arti marziali, ma del raggiungimento del massimo stato di Illuminazione attraverso il continuo ciclo di morti e rinascite del salvatore prescelto dal Cielo di cui Kenshiro è l’ultima incarnazione. Egli, grazie alle sofferenze e al dolore di cui si è fatto carico, riesce infine ad interrompere il ciclo e raggiungere il nulla, ovvero la forza più potente dell’universo. La tecnica è ispirata al concetto di metempsicosi, ovvero il “samsara”, il ciclo buddista di morte e rinascita, la reincarnazione. Ultimato questo ciclo si raggiunge l’ultimo stadio, il “nirvana”, l’illuminazione. Nel caso di Ken, come per Buddha, la tristezza e la sofferenza provate hanno fatto sì che egli raggiungesse e superasse quel confine fra mondo materiale e mondo spirituale, laddove non vi è alcun legame con le cose terrene. Kenshiro ha compreso meglio di chiunque altro la sofferenza e la tristezza, proprio perché ha superato il limite che definisce questi due sentimenti. E come il Buddha ha acquisito piena consapevolezza delle cose umane, trascendendo in una dimensione nuova e più alta. Questo gli ha permesso di trasmigrare, ovvero di assumere differenti forme, di rinascere sotto altra forma, mantenendo quello stato di calma, quasi di quiescenza, proprio dell’illuminazione. Ha svuotato la propria mente, l’ha liberata da tutto, sconfinando in quell’enorme sfera comunemente definita “nulla”, riempendola in realtà del suo io, ovvero della consapevolezza di sé e di tutti i sentimenti umani e delle cose terrene.
Una descrizione in cui c’é tutto quello il significato non solo di quel passaggio, ma di tutta l’opera. Se, infatti, Kenshiro è una figura che ricorda il Buddha, il resto del racconto mostra tutta una serie di parallelismi con il buddismo di cui la Rinascita dal Nulla è forse la summa imprescindibile. Quando Ken raggiunge tale stato di coscienza (notare il termine… Ken è ben conscio di quello che accade, tutto questo non avviene nel suo inconscio) diviene un Ahrat, un Illuminato… un Buddha. Lui e l’Hokuto Shinken sono oramai un’unica entità. Non esiste più una forza così potente da turbarlo ed impedirgli di vincere. Potrei andare avanti per ore a descrivere e spiegare questo particolare passaggio dell’opera, in realtà condensato dagli autori in poche pagine di grande impatto e alcune frasi molto significative, ma alla Planet hanno deciso che, giunti a metà della saga, era ora di assestare un colpo da maestro…
Perché perder tempo dietro a profondi concetti filosofici? Ebbene, secondo la nuova traduzione operata da Planet, il Musou Tensei si scrive “Reincarnazione nell’Inconscio” (termine utilizzato anche nell’adattamento italiano di Souten No Ken) e si legge BUCIO DI CULO!
Come infatti spiega Ryuken: “… consiste nel salvarsi la vita in maniera istintiva e inconsapevole“.
MA DOVEEEEEEEE!?
Ciliegina sulla torta, in fondo al volume, sezione “Le Tecniche di Hokuto”, leggiamo la descrizione fatta dagli stessi responsabili della testata: “La più potente fra le tecniche supreme della Divina Scuola di Hokuto. Istintivamente vengono effettuati i movimenti (spostarsi, parare un colpo o altro) necessari per salvarsi la vita.”
Iniziamo dicendo che era davvero difficile far peggio della scorsa settimana, con il Musou Tensei ridotto a “Paraculata nell’Inconscio”. Eppure, per non farci mancare nulla, anche questa settimana alla Planet si sono impegnati per farci ridere (o piangere, fate voi…).
Si inizia subito con un Raoh tutto eccitato che, appena caduto da tipo settordici piani, si trova davanti a Julia e…
Ora, in queste due tavole c’è un po’ di tutto: Per prima cosa l’esclamazione di Raoh, alla quale mi stavo rovesciando dal ridere.
“LO DICEVO IO…”
E sì! Lo diceva lui! E voi malfidenti non gli avete mai voluto dar retta 😀 Pare di sentire mia madre che spettegola con la portinaia a proposito di quella donnaccia del secondo piano…
Molto migliori, almeno in questo caso, le edizioni Star Comics (“E’ proprio vero! Il Cielo desidera me!”) e d/visual (“Il Cielo mi brama”). La seconda cosa che salta all’occhio è quel fastidiosissimo difetto di impaginazione già segnalato e che perdura, lasciando spazi bianchi nel mezzo. Infine, nel titolo dell’episodio un’altra chicca: da Re Guerriero, Raoh si trasforma in Re Diavolo (Milan! Milan! Soooloooo con teeeee….). Qui c’è da specificare una cosa importante: come da me stesso affermato nella redazione della scheda di Raoh, il personaggio è effettivamente ricalcato sulla figura di Oda Nobunaga, figura storica di grandissima importanza in Giappone. Ebbene, il termine qui utilizzato “Re Demoniaco” (魔王) è il medesimo che fu affibbiato a questo grande ma controverso condottiero. Quindi, diciamo che pur non volendo star lì a spenderci una nota aggiuntiva, era forse preferibile tradurlo Re Demoniaco piuttosto che Re Diavolo, proprio per richiamare l’affinità tra le due figure (che poi, diciamocelo, Re Diavolo suona davvero male…).
Un’altra cosa che ritengo grave è la sequenza di dialoghi che si trovano verso la fine del volume: in essi, dopo che è stato chiaramente detto che l’acquisizione del Musou Tensei da parte di entrambi i guerrieri ha di fatto azzerato l’efficacia di tale tecnica, riportando tutti e due a combattere come dei bambini, a puri e semplici cazzottoni alla ‘ndò cojo cojo, si inizia a “sparlare” di nuovo di colpire con la “reincarnazione nell’inconscio”.

Ma siamo matti!? Adesso i dialoghi li inventiamo pure?
Guardando le vignette in lingua originale, infatti, non appare mai il nome del Musou Tensei (無 想転生), bensì la dicitura Musou No Ken (無 想の拳) ovvero, volendolo tradurre in maniera stringata, “Colpo dal / del Nulla o Senza Pensiero / Turbamento”.
Per capirci meglio, non si sta parlando di niente di nuovo, anzi, un colpo basato sullo stesso identico concetto lo avevamo visto nel volume 12, durante il combattimento tra Toki e Raoh:
Musō Insatsu (無想陰殺 – Uccisione Istintiva Senza Pensiero): Tecnica che permette di sferrare un attacco istintivo contro l’avversario concentrandosi solo sul suo spirito combattivo, allontanando dalla propria mente ogni emozione e distrazione, riuscendo ad intercettare il momento esatto in cui la difesa del nemico viene meno, ovvero quell’istante in cui egli stesso lancia il suo attacco. Nota del traduttore: “Musoo” è abbreviazione di “Munen Musoo” che è lo stato tipico della meditazione buddista Zen con il quale si libera la mente da qualsiasi pensiero e da qualsiasi idea; in altre parole, uno stato di vuoto interiore, di imperturbabilità. “Insatsu” è una combinazione, difficilmente traducibile, che sta più meno a significare la capacità di sopprimere ogni influenza negativa, grazie alla percezione istantanea derivante dallo stato mentale di vuoto che permette di annullare, come nel caso di Raou, una minaccia rivolta verso di sè.
Benché possa sembrare un discorso complicato, in realtà è tutto molto semplice: un attacco “libero da ogn turbamento” era ed è possibile portarlo indipendentemente dal raggiungimento del Musou Tensei, che è ben altra cosa.
Sostanzialmente, ciò che Kenshiro deve fare è sgombrare la mente da ogni sentimento fraterno nei confronti di Raoh per affrontarlo al meglio delle sue forze e potergli dare il colpo decisivo. Per fare ciò, dovrà concentrarsi solo ed esclusivamente sullo spirito combattivo di Raoh, cercandone il minimo turbamento (o punto debole) e affondando il suo colpo al momento giusto. Ecco qual è il significato di quel passaggio.

Chi!? Forse non ho letto bene…
COOOOOSAAAAAAAAA!?
Un attimo, fatemi riprendere il controllo…
Allora…
Dopo “Re Guerriero”, dopo la “Paraculata nell’Inconscio” e dopo ben 16 volumi in cui se ne inventano una nuova ogni volta, è arrivato anche il turno di “IMPERATRICE CELESTE”. Perché dopo che ben 3 edizioni manga italiane hanno SEMPRE (e appropriatamente) tradotto Tentei (天帝) come “Imperatore del Cielo” riferendosi contemporaneamente sia alla Stella Polare che all’Imperatore della Cina, arrivano gli splendidi della Planet e ti piazzano “Imperatrice”.
Il bello è che, nel loro voler fare gli splendidi, non solo hanno praticamente già rovinato l’effetto “sorpresa” che si avrà nel prossimo volume con la rivelazione della vera identità dell’Imperatore e che, ci tengo a precisarlo altrimenti mi viene risposto che si tratta di un mio parere personale, era un effetto VOLUTO dagli autori, no, hanno anche generato scene ridicole come questa…
Sua Eccellenza l’Imperatrice sta per parlare…
MA LA VOCE E’ DI UN UOMO!!! E’ JAKO CHE PARLA!!
Durante lo scontro con Kaioh, Kenshiro ricorre al Musō Tensei e la Planet, non paga di aver già rovinato un passaggio fondamentale della storia dandone una spiegazione totalmente errata, ripropone lo stesso fallace concetto…
Come già affermato in precedenza, la Rinascita dal Nulla (questa la traduzione più corretta), in un simbolismo che vede coinvolti Buddhismo e dualismo Yin / Yang, rappresenta il limite ultimo dell’Hokuto Shinken , uno stato di coscienza superiore raggiungibile soltanto dopo aver toccato con mano gli abissi del dolore altrui. In questo stato di imperturbabilità (e quindi non di incoscienza), Kenshiro riesce ad annullare la sua stessa essenza risultando impossibile da individuare e colpire. Kaioh, tuttavia, ricorrendo all’arcano potere demoniaco dell’Anryū Tenha, anch’essa una tecnica che rappresenta il limite ultimo della sua arte, riesce rompere l’equilibrio spirituale di Kenshiro e quindi a neutralizzare gli effetti del Musō Tensei. Questa è l’unica vera spiegazione. Quello che è scritto nella scansione sovrastante è invece un’interpretazione del tutto arbitraria e priva di senso.
Ribadisco che questi erano soltanto alcuni esempi di ciò che è possibile trovare nella “Pezzent edition” di Ken il guerriero. Di tutto il macello che hanno saputo combinare l’unica costante positiva è stata la qualità della stampa. Punto. Il resto merita di finire nel dimenticatoio o di essere raccontato al massimo come leggenda nera alle generazioni future perché, in buona sostanza, con quest’edizione, Planet Manga è stata capace di settare nuovi standard su come NON approcciarsi alla pubblicazione di un grande classico del fumetto giapponese.
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