Recensione: ULTIMATE DESIRE – La Storia Dannata di Yuda

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Pubblicato nel mese di marzo 2016 sulle pagine del mensile giapponese Comic Zenon, Yuda Gedō-den – Ultimate Desire è il quinto di una serie di episodi speciali – firmati da Takeshi Kawada e Yukito – dedicati alle storie mai narrate di alcuni dei protagonisti di Ken il guerriero. Se ricordate, ne avevo parlato brevemente già a maggio ma, visto  che molti sono rimasti incuriositi, ho pensato di approfondire l’argomento con una vera e propria recensione.

La storia ha inizio con un particolare episodio avvenuto negli anni dell’addestramento di Yuda che, assieme al proprio maestro, osserva la feroce lotta tra due lupi. Qui ci viene subito illustrato lo Yuda-pensiero. Il giovane dichiara infatti che la vittoria andrà sicuramente allo splendido lupo bianco per via della sua bellezza, ma il suo mentore non è d’accordo, ricordando al ragazzo che in duello è la forza che conta. Ma Yuda è pronto a rimbeccare anche il suo stesso insegnante e quindi scaglia una pietra per ferire l’altro lupo ed influenzare le sorti del combattimento dimostrando con un atto pratico ciò che vuole intendere. Secondo il suo ragionamento, infatti, anche la bellezza è forza, perché ha il potere di influenzare le azioni del prossimo. Quindi, prosegue, solo un individuo dotato sia di forza che di bellezza sarà in grado di ergersi tra gli altri come un Dio.

Nelle seguenti due pagine ci viene riassunto il percorso della vita del guerriero, dagli anni dell’addestramento (in cui riuscì a sbarazzarsi addirittura di un non meglio identificato successore designato della sua tecnica, nonostante questi fosse più esperto), passando per l’eccezionale crescita del suo talento e la successiva nascita dell’odio nei confronti di Rei.

Si torna quindi ad un altro momento decisivo della sua esistenza: la prima volta che ha provato ad umiliare Rei, l’oggetto del suo odio viscerale. Un duello violento in cui è necessario l’intervento di Shin per evitare che accada il peggio, ma anche il momento stesso in cui Yuda si rende conto, per la prima volta, della sua effettiva inferiorità rispetto al maestro dell’Uccello d’Acqua di Nanto.

La conclusione la conosciamo bene. Ormai in punto di morte, Yuda confessa a Rei il suo “desiderio supremo”, quello di eguagliare lui e la sua tecnica meravigliosa. Ma la bellezza a cui il guerriero della Gru Rossa tanto aspirava, rappresentava anche il suo maggior punto debole, rendendolo vulnerabile al punto di non poter reagire di fronte allo splendore del colpo di Rei. Qui, rispetto al racconto originale, ci sono alcune considerazioni di Bart che, testimone del combattimento, sembra vedere in quel guerriero soltanto una persona sessualmente confusa.

In realtà, come già accaduto ad esempio con Souther Gaiden, questo manga non aggiunge chissà quali grandi rivelazioni a ciò che già sappiamo del protagonista. Il tratto di Yukito, qui evidentemente più a suo agio nell’androgina rappresentazione di Yuda, sembra essere migliorato di molto rispetto agli special precedenti (benché io non ami per niente questo stile effemminato sui personaggi di Hokuto No Ken) ma la verità è che, sarà l’impostazione delle tavole, sarà l’incertezza che ancora si ravvisa in alcune parti, l’impressione generale è più quella di essere di fronte ad un manga fan made di quelli che si possono trovare a caterve su siti come pixiv (e mi spiace per Yukito, ma lì ne ho visti alcuni anche migliori del suo) piuttosto che a qualcosa di ufficiale. Due parole andrebbero poi spese per la trama. Una cosa che ho trovato positiva è che perlomeno, rispetto al modo macchiettistico in cui il personaggio è stato ritratto in altri spin-off precedenti come Raoh Il Conquistatore del Cielo e Rei L’Oscuro Lupo Blu, qui gli viene finalmente resa giustizia per il formidabile guerriero che era nel manga originale. Tuttavia, Takeshi Kawada sembra ormai così preso dalle folli gag che ogni mese deve inventarsi per Hokuto No Ken Gusto Fragola, da dimenticarsi che questi episodi speciali dovrebbero rispettare i canoni della serie originale. Voglio dire, va bene tutto, ma rivedere gli ultimi istanti di vita di Yuda e trovarci dentro una vena di comicità non è esattamente quello che un fan si aspetta. E’ pur vero che potrebbe trattarsi di un espediente narrativo in cui Bart rappresenta quel tipo di lettore superficiale che, nonostante la chiara spiegazione di Yuda, continua a vedere il tutto come una manifestazione di ambiguità sessuale ma, quale che sia l’intento dello sceneggiatore, questa scena stride eccessivamente con il tono generale della storia. Fin quando la linea che divide il mondo di Hokuto dalle sue parodie resta ben marcata, allora ci si può anche scatenare (come in effetti Kawada fa con Gusto Fragola), ma se poi si iniziano a mischiare le due cose, operazioni come questa iniziano a perdere di senso (ed è forse anche questo aspetto a farmelo sembrare più un fan made). Ad ogni modo, Ultimate Desire resta comunque un gradito omaggio ad uno dei personaggi più controversi della saga originale ma che forse avrebbe meritato un approfondimento ancor maggiore con una propria serie spin-off.

6 risposte a “Recensione: ULTIMATE DESIRE – La Storia Dannata di Yuda

    • Ma in effetti, tolta quella pagina “umoristica”, non è male. Solo che resta quella sensazione di occasione mancata pensando a tutti gli spunti che c’erano da sviluppare e che si potevano articolare in una serie più lunga (per esempio non è stata mai chiarita tutta la dinamica, solo accennata nella serie originale, del tradimento e del suo passaggio al fianco di Raoh con ben 23 guerrieri di Nanto al seguito)

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