Ken il Guerriero – Hokuto No Ken – Kenshiro – 北斗の拳 – Fist of the North Star – Ken Le Survivant – Soten No Ken – Le Origini del Mito – 蒼天の拳 – Fist of the Blue Sky – Hokuto Musou – Ken's Rage – 北斗無双
Ne avevo brevemente accennato ieri sui nostri canali social, ma la notizia merita un doveroso approfondimento. In autunno, in concomitanza con il 40° anniversario di Ken il guerriero, si terrà in Giappone una speciale mostra in cui verranno esposti ben 400 pezzi del maestro Tetsuo Hara tra illustrazioni e tavole del manga nella loro versione “grezza”, ovvero prima della pubblicazione.
Battezzata “Ritrova l’amore!!”, dal titolo della celeberrima sigla di apertura dell’anime televisivo la mostra, che si terrà al 52° piano della Mori Tower (Roppongi Hills) a Tokyo, avrà come tema centrale proprio “l’amore”, il sentimento che muove tutte le vicende all’interno dell’opera.
L’esposizione sarà divisa in 6 tappe che copriranno l’arco narrativo classico, ovvero dall’inizio della serie fino alla morte di Raoh. Nella galleria troveranno spazio anche dei diorami. Non ci saranno aree ristrette, anzi, i visitatori sono incoraggiati fin da ora a scattare foto da condividere sui social. Il maestro Hara si augura che l’iniziativa possa non solo attirare i fan storici del mondo di Hokuto, ma far breccia anche nel cuore dei più giovani, che attraverso la potenza evocativa dei suoi disegni potrebbero scoprire quest’opera immortale.
Infine, pare che prossimamente verrà lanciato un non meglio specificato progetto di crowdfunding legato alla mostra, ma per questo, come per ulteriori aggiornamenti, vi invito a restare sintonizzati sulle nostre frequenze. 😉
Kenshiro e l’universo di Hokuto stanno per approdare in The Sandbox, videogioco open-world basato su tecnologia blockchain. “End of the Century LAND“, questo il nome dato all’iniziativa, rappresenterà la prima vera iterazione di Ken il guerriero nel metaverso e si avvarrà anche di contenuti NFT, acquistabili separatamente.
Commentando la notizia, il maestro Tetsuo Hara ha espresso curiosità verso questo nuovo approccio alla sua opera, specialmente sul versante estetico, che porta in scena i diversi protagonisti in una grafica “blocchettosa” che non può non ricordare il più celebre Minecraft. Ad ogni modo, l’autore non vede l’ora di assistere a quello che succederà (che, tradotto per noi comuni mortali, sarebbe “l’importante sono i soldi che intascheremo” 😆). Dal canto suo il francese Sebastien Borget, uno dei padri di The Sandbox, è entusiasta all’idea di questa collaborazione con uno dei manga più popolari nel suo paese.
Probabilmente è uno degli omaggi più folli ma al tempo stesso più divertenti che Hokuto No Ken abbia mai ricevuto. Stiamo parlando di “Archie VS The World“, one-shot a fumetti la cui uscita è prevista il 18 gennaio 2023 negli States.
Copertina di Jed Dougherty
La trama, neanche a dirlo, vedrà i ragazzi della ridente cittadina di Riverdale catapultati in un futuro post-apocalittico in cui ArchieAndrews, eroe della storia e maestro di una tremenda arte marziale assassina, dovrà affrontare 32 pagine di pura azione per sconfiggere il suo acerrimo rivale Reggie ed ottenere il controllo di un’ambita fonte d’acqua, il bene più prezioso!
E mentre (giustamente) le citazioni a Mad Max si sprecheranno, il team creativo ci tiene a specificare che nella storia troveranno posto anche Sabrina Spellman – che da noi è famosa soprattutto per la sitcom “Sabrina, vita da strega” e per una sua più recente rivisitazione horror prodotta da Netflix – e Josie and the Pussycats, che molti di noi “vecchi” ricordano sicuramente per via dell’omonimo cartoon di Hannah e Barbera.
Variant di Aaron Lopresti
Personaggi ormai iconici nella cultura pop americana, Archie ed i suoi amici nascono nel 1942 e, nel corso di ben 80 anni di ininterrotta storia editoriale, sono stati protagonisti di molteplici rivisitazioni ed adattamenti.
Pur non avendo mai raggiunto da noi la stessa celebrità che gli viene tributata in patria, questa spensierata combriccola si è fatta comunque conoscere in Italia attraverso il cartoon The Archie Show (trasmesso nei primissimi anni ’80 con il titolo Archie e Sabrina), poi negli anni’ 90 con la serie, sempre a cartoni animati, The New Archies (ribattezzata Zero in condotta). È tuttavia negli anni recenti che questi personaggi sono saliti maggiormente alla ribalta grazie a Riverdale, la serie TV che li ha spogliati dell’innocenza per renderli protagonisti di un racconto drammatico, pieno di omicidi e morbosi segreti che ha ben poco da spartire con l’originale.
Tornando ad Archie VS The World, il team creativo è composto da Aubrey Sitterson (trama), Jed Dougherty (disegni), Matt Herms (colori) e Jack Morelli (lettering), gli stessi nomi coinvolti nel precedente Jughead the Burgarian, episodio apparso nel one-shot The Best Archie Comic Ever! e che vedeva il miglior amico di Archie (quello che qui conosciamo come “Mostarda”) calato in un universo alla Conan il barbaro.
Sembra che proprio lo strepitoso successo di quello speciale abbia spinto l’editore a rimetterli insieme per questa folle corsa nel deserto postatomico. Non è infatti la prima volta che il fumetto si presta a crossover inaspettati (tipo Archie VS Predator, per dirne uno) o alle reinterpretazioni più disparate, ma gli autori dicono che sarà la storia più pazza di sempre, creata anche per celebrare 8 decadi di pubblicazione e tutti coloro che hanno dato il loro contributo al suo intramontabile successo.
Oggi, 13 settembre 2022, il manga originale di Ken il guerriero compie esattamente 39 anni, il che significa che entriamo ufficialmente nel 40° anno di vita dell’opera. Chiaramente ci aspettiamo a breve qualche annuncio sulle iniziative che verranno messe in campo mentre ci avviciniamo ad una data così importante ma, nel frattempo, ho pensato di cogliere l’occasione per riflettere su alcuni dei temi trattati nella serie e che secondo me ci riguardano da vicino oggi più di allora. Ma andiamo con ordine…
Una storia che parla di umanità
Come già detto altre volte sempre in questi lidi, Hokuto No Ken prende forma in un periodo storico ben preciso, fondendo il generale timore per la Guerra Fredda con una storia epica in cui sono riconoscibili quasi tutti i capisaldi del cinema e della musica di quegli anni. Soprattutto, la parte del leone la fanno spettacolari ed appassionanti combattimenti a base di arti marziali capaci di conferire poteri sovrumani a chi le padroneggia.
Ma questa è solo la parte più evidente del racconto.
Perché – cosa che Buronson stesso ha tenuto a precisare più di una volta – ciò di cui parla davvero la serie è l’importanza di restare umani. L’importanza dei sentimenti per ricostruire la società.
Kenshiro non è soltanto il legittimo erede di Hokuto, ma uno degli ultimi esseri umani che ancora non si sono arresi alla crudeltà del mondo postatomico. Gli stessi Bart e Lin, che dovrebbero rappresentare il ponte con i giovani lettori di Shonen Jump – il settimanale in cui il manga veniva serializzato – in realtà sono stati costretti a perdere la loro innocenza. Bart addirittura deride Ken per la sua ingenuità.
Eppure, è proprio questa “ingenuità” a fare la differenza tra il protagonista ed i suoi avversari. Kenshiro non combatte per ottenere il potere. Non usa la sua forza per sottomettere gli innocenti. Non cerca la gloria. In un mondo in cui quasi tutti sembrano regrediti ad uno stato bestiale, il successore di Hokuto sceglie l’altruismo. E diventa un esempio. Un faro che illumina le tenebre di una notte che sembra non dover finire mai. Chi gli sta vicino viene in qualche modo “guarito” dal male. Un esempio su tutti è Rei, personaggio amatissimo dal pubblico ma che viene introdotto nel racconto quando ormai sembra aver perso la strada maestra. Sarà proprio il lottare fianco a fianco con Kenshiro che lo porterà a riscoprire la sua umanità e a sacrificarsi per gli altri.
Fatto ancora più interessante, anche molti nemici vengono “redenti” dall’incontro con Ken, anche se a pochi istanti dalla morte. Basti pensare a Souther, Shin, o il terribile Kaioh. L’eroe diventa per loro come un ultimo confessore a cui aprire il cuore, tanto che copiose lacrime ne solcano il viso. Il finale della prima parte del manga, con la morte di Raoh, era perfetto proprio perché Kenshiro, dopo innumerevoli battaglie, poteva finalmente farsi da parte sapendo di aver lasciato al mondo un insegnamento ben più importante del saper combattere: l’amore per il prossimo.
Inutile sottolineare come tutto questo dovrebbe riguardarci. Oggi viviamo davvero un periodo buio della storia umana. E non serve trovarsi in una zona di guerra, perché spesso basta anche solo essere ad un incrocio con la macchina, al supermercato o su una qualsiasi piattaforma social per rendersi conto a che basso livello siamo arrivati. Prepotenza ed arroganza sono diventati talmente comuni che chi, invece, tenta ancora di essere civile, viene visto come un debole. Un ingenuo.
Il pericolo degli estremismi
Ci sono poi dei parallelismi inquietanti. Il Colonnello ed i suoi Berretti Rossi in qualche modo preannunciavano la deriva odierna di molti che, giustamente delusi dal corrotto sistema politico, decidono però di votarsi ad una visione che oggi definiremmo “di estrema destra”.
Per contro, un’altra forma di estremismo la possiamo ritrovare nell’Impero del Cielo che, oltre a tentare di schiacciare ogni singola sacca di resistenza, pretendeva di eliminare Hokuto e Nanto dalla memoria collettiva. La scena in cui Falco distrugge i volti dei guerrieri scolpiti nella roccia è emblematica e sembrava presagire quella “cancel culture” che oggi va tanto di moda. Per carità, sicuramente il mondo cambia e bisogna anche evolversi, ma la storia, laddove ci siano stati errori anche gravi, non andrebbe mai dimenticata. Piuttosto dovrebbe servire da monito.
Un’altra forma di estremismo, che sconfina nel fanatismo religioso, la possiamo trovare nella terza parte del manga, durante la saga di Barran, meno nota al grande pubblico perché mai trasposta in animazione ma non meno significativa in quanto a temi. Anche qui, comunque, quello che spicca è la mancanza di umanità. Anzi, lo stesso Kenshiro resta stupito del livello di fanatismo dei fedeli, capaci di immolarsi e continuare a combattere anche dopo aver subito i mortali colpi di Hokuto. Un argomento che evidentemente era caro a Buronson, tanto da riprenderlo anni dopo nel romanzo di Ken il guerriero (poi trasposto nei 3 OAV della “Trilogia”). In tal senso, comunque, la mente corre subito non solo ai tragici attentati orditi dai terroristi di Al Quaeda e dell’Isis, ma anche a chi, nonostante si professi cristiano, “benedice” l’attuale conflitto tra Russia e Ucraina.
Un’opera immortale
Ovviamente questi erano solo alcuni degli spunti di riflessione forniti da un manga che, a discapito della sua natura commerciale e del suo essere indirizzato ad un pubblico giovane, ha saputo trattare argomenti profondi senza cadere nella banalità. Di sicuro molti altri li potrete aggiungere voi nei commenti ma, nel frattempo, chiudo proponendovi un bel sondaggio.
Il manga, disegnato da Tetsuo Hara, era iniziato nell’ottobre del 2010.
Dopo ben 12 anni di pubblicazione, giunge al termine Ikusa No Ko – Oda Saburo Nobunaga Den (Il Figlio della Battaglia – La Leggenda di Oda Saburo Nobunaga), serie ispirata alla figura del più famoso condottiero della storia del Giappone e realizzata da Tetsuo Hara su testi di Nobuhiko Horie (qui con lo pseudonimo di Kitahara Seibo).
Il manga, giunto anche in Italia nel 2015 per mano di Goen con il solo titolo La Leggenda di Oda Saburo Nobunaga (e pubblicato in una maniera che definire “a singhiozzo” è un vero complimento) è stato per molti versi un punto di svolta nella vita e nella carriera del papà di Ken il guerriero. Perché ai tempi, a causa dell’aggravarsi del suo cheratocono, la patologia di cui Hara soffre ormai da decenni e che ne compromette talmente tanto la vista da costringerlo a disegnare facendo affidamento su un solo occhio, il maestro non era più in grado di reggere il ritmo di pubblicazione settimanale di Souten No Ken (da noi “Ken il guerriero – Le origini del mito”). Anzi, non si sentiva più in grado di poter disegnare nulla. Scelse quindi di concludere la storia delle gesta di Kenshiro Kasumi in concomitanza con la chiusura di Comic Bunch, la rivista di Tokuma Shoten su cui era pubblicata e fu solo dietro l’incoraggiamento di Nobuhiko Horie che accettò la scommessa di un nuovo manga, stavolta a cadenza mensile, che avrebbe tenuto a battesimo Comic Zenon, la loro nuova avventura editoriale.
Da allora parecchia acqua è passata sotto i ponti e, mentre Comic Zenon si arricchiva via via di nuove serie, Ikusa No Ko è rimasto sempre un caposaldo della rivista, anche quando il testimone è passato, di fatto, a Yuta Kumagai, che da alcuni anni a questa parte coadiuva così tanto il maestro Hara ai disegni, che il suo nome figura anche in copertina.
Ora arriva la notizia che il racconto della giovinezza di Nobunaga si concluderà con il numero di novembre di Zenon (che sarà in vendita a partire dal prossimo 24 settembre), per celebrare l’evento, verrà inclusa una cartolina ritraente i volti dei protagonisti dei maggiori successi di Tetsuo Hara, quindi non solo Oda Nobunaga, ma anche i due Kenshiro e Keiji Maeda.
In più, sarà possibile anche ottenere degli NFT sempre con i quattro eroi.
Nel frattempo la Sammy ha annunciato in pompa magna, attraverso un teaser in cui ricorda che da tanti anni si occupa di sfornare un’infinità di pachinko e pachislot relativi al mondo di Hokuto, che è imminente una nuova macchinetta mangiasoldi dedicata proprio ad Ikusa No Ko.
Cosa aspettarsi?
La conclusione di questo manga lascia spazio a diverse ipotesi sul futuro, specie considerando che ormai da tempo Souten No Ken Regenesis è fermo ai box per via dei problemi di salute del disegnatore Hideki Tsuji. C’è quindi la concreta possibilità che il già citato Kumagai, forte dell’esperienza maturata su Ikusa No Ko, sia il candidato ideale per dare un seguito a questo manga promettente ma sfortunato.
Come c’è anche la possibilità, assolutamente da non sottovalutare, che con il quarantennale di Ken il guerriero ormai alle porte (non manca poi molto al 2023), le forze vengano dirottare su un progetto del tutto nuovo. E magari, questo disegno pubblicato proprio da Kumagai sul suo profilo twitter, potrebbe essere un indizio… 😏
Lo scorso 27 ottobre, la squadra di baseball Orix Buffaloes ha vinto la Pacific League e, tra tutti i tifosi della squadra, uno in particolare si è distinto per una dedica che ha fatto recapitare direttamente sul quotidiano Sports Nippon. Di chi stiamo parlando? Ma nientemeno che il maestro Tetsuo Hara, il quale ha voluto mandare un messaggio di congratulazioni sì a tutta la squadra ma, in particolare, al battitore Yutaro Sugimoto, che oltre ad essere un campione è ormai soprannominato da tutti i suoi compagni “Raoh-san”, perché letteralmente ossessionato dalla figura del maggiore dei fratelli di Hokuto, tanto da aver fatto sua la “posa del ritorno al Cielo”, esibendola ad ogni fuoricampo.
Il maestro Hara, saputo di questa peculiarità del giocatore, ha iniziato a seguire con più interesse l’evolversi del campionato e ha deciso di regalargli uno stupendo artwork del suo personaggio preferito, artwork che è stato pubblicato sempre sulle pagine del quotidiano.
Da lì alla collaborazione il passo è stato breve, tanto che è già disponibile diverso merchandise dedicato al connubio tra il campione ed il padre di Ken il guerriero: magliette, felpe, spille, borse, cuscini ed altro (alcuni potete vederli nelle immagini).
Sugimoto, galvanizzato per l’iniziativa, ha dichiarato che per lui Ken il guerriero è “la Bibbia della vita” e che si impegnerà ancora di più a seguire il modello di virilità di Raoh.
Dopo il divertente spettacolo dedicato a Jagi e i vari criminali della serie, andato in scena in occasione del 35° anniversario, Ken il guerriero torna a teatro con un nuovo musical nato da una sinergia tra Giappone, Cina e Stati Uniti.
Nei panni del protagonista troveremo Yusuke Onuki, ballerino e ginnasta con una lunga carriera alle spalle, iniziata all’età di soli 7 anni. Per quello che riguarda la trama, al momento non è chiaro come è quanto verrà rivisitata, anche se sono già stati annunciati alcuni dei ruoli principali, alcuni con un doppio casting. Shin sarà interpretato infatti sia da Takuya Uehara e Kandai Ueda, mentre Toki da Kazuki Kato e Ryunosuke Onoda. Saranno presenti anche Rei (Kanata Irei), Juza (Rio Uehara) e Ryuken (Tatsuya Kawaguchi). Altri personaggi e i relativi interpreti saranno annunciati in seguito.
Organizzato da Horipro, lo spettacolo andrà in scena in anteprima al Nissay Theatre di Tokyo il prossimo dicembre per poi proseguire nel 2022 con un tour in Cina. Diretto da Sachiko Ishimaru, vedrà coinvolto Frank Wildhorn alla composizione della colonna sonora.