CYBER BLUE 『CYBERブルー』 – Recensione

THE CYBER VIOLENCE ACTION THAT’S BEYOND YOUR IMAGINATION

Questo lo “slogan” con il quale, nell’ormai lontano 1988, veniva presentato CYBER BLUE, nuovissimo manga disegnato da Tetsuo Hara, ai lettori del settimanale Shonen Jump. In un periodo in cui la fantascienza hollywoodiana la faceva da padrone in tutto il mondo con pellicole come Robocop e Terminator 2, l’autore, che da poco aveva concluso l’epica saga di Hokuto No Ken, si gettava così nella mischia affiancato dagli sceneggiatori BOB e Ryuichi Mitsui dando vita al suo super soldato cibernetico.

In breve la trama: L’anno è il 2305 e sul pianeta Tinnos, colonia terrestre ormai da ben 300 anni, tanto le condizioni ambientali quanto quelle sociali sono letteralmente disumane. Mentre infatti la sopravvivenza è garantita solo grazie a speciali sistemi di supporto biologico, la criminalità e la corruzione stringono in una morsa crudele l’intera popolazione. In questo scenario si muove Blue, un ragazzino di appena 17 anni che, ucciso vigliaccamente da uomini senza scrupoli, viene riportato in vita grazie all’intervento di FATS, un robot che decide di fondersi con lui e dar vita all’invincibile “Cyber Being”.  Di qui, tutta una serie di spettacolari eventi che porteranno il protagonista a combattere senza esclusione di colpi contro coloro che sono la causa di tutto il male del suo pianeta.

Come canovaccio, non possiamo dire di trovarci di fronte a qualcosa di innovativo ma neanche ci si può lamentare, considerato anche il “target”  medio dell’opera. Cyber Blue si presenta infatti sin da subito con un taglio narrativo teso più a soddisfare gli occhi piuttosto che la materia grigia. Detto in parole povere, se venisse trasposto cinematograficamente e con i dovuti effetti speciali, sarebbe di certo un blockbuster al pari di Matrix. Gli sceneggiatori BOB e Mitsui, infatti, sembrano non essere in grado di fare altro che riproporre una brutta copia del lavoro svolto da Bronson su Hokuto No Ken: L’ambientazione  catastrofica, guerrieri dalle capacità sovrumane, nemici spietati e terribili, tragedie umane ad ogni pagina, malvagità a fiumi e, ultimo ma non per importanza, la capacità del protagonista di farsi carico del dolore altrui. Manca qualcosa? Certo, stavo dimenticando di dire che, mentre in Hokuto No Ken tutti questi elementi sono sapientemente miscelati e “serviti” nel corso di ben 5 anni di pubblicazione, in Cyber Blue vengono invece buttati dentro in quantità industriale e hanno l’unico vero effetto di dare la nausea già dopo i primissimi episodi. Se nelle avventure del guerriero di Hokuto, la sopraffazione dei deboli ed il tema del dolore in generale erano un leitmotiv assodato ma mai ridondante, bisogna dire che, purtroppo, nelle vicende di Blue diventano elementi inseriti spesso in maniera gratuita ed esasperata. Insomma, è come prendere tutta la disperazione dei 27 volumi di Hokuto No Ken, comprimerla e ficcarla a forza in soli 31 episodi!

Ad ogni modo, tutto questo quasi scompare di fronte all’immenso lavoro svolto da Hara nella realizzazione delle tavole.

C’è poco da fare, sempre raffrontandolo con Hokuto No Ken, che il maestro aveva concluso con un tratto svogliato e frettoloso, qui siamo di fronte a ben più che una ritrovata ispirazione.  Nelle violente e sanguinose pagine di Cyber Blue ogni minimo dettaglio grafico è assolutamente perfetto! Non solo i vari personaggi, anche quelli più insignificanti, sono caratterizzati splendidamente, con volti ed espressioni capaci di comunicare anche senza l’ausilio del testo scritto, ma anche gli ambienti ed il “mecha design” sono ricchissimi di dettagli.

PROTAGONISTI PRINCIPALI

Ragazzo dal cuore generoso, Blueè solo uno dei tanti che sono costretti a vivere di stenti nella spietata società di Tinnos. Quando viene brutalmente ucciso per coprire dei traffici illeciti, il suo corpo viene preso e riparato dal robot FATS, che decide di fondersi con lui per salvarlo. Tornato alla vita e vendicatosi dei responsabili della sua morte, Blue inizia la sua guerra personale contro i criminali che governano il suo pianeta.——————————————————-Mercenario proveniente dal pianeta guerriero Jeek, Joe King è l’ultimo superstite di un battaglione dei corpi speciali. Dotato di armi ipertecnologiche, ha accettato l’incarico di eliminare Blue per conto del governo. Il suo corpo potenziato ha una resistenza fisica ventitré volte superiore alla media dei normali esseri umani.

——————————————————–Investigatrice speciale della Antinarcotici del Governo Federale Terrestre, Clea è stata inviata su Tinnos per indagare sul flusso di droga proveniente dal pianeta.

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Esperto di ingegneria genetica, il crudele Gaza è uno dei quattro Senatori che governano il pianeta Tinnos. Convinto di essere superiore perfino al Creatore ed animato dal folle proposito di conquistare la Terra, ha dato vita al progetto Bio Being, volto ad ottenere i più potenti superuomini esistenti combinando il DNA di esseri umani con numerose specie animali.

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Chimera Sphinx Gargo è il più potente fra i Bio Being creati dal malvagio Gaza. Il suo DNA è stato manipolato in modo tale da permettergli di sfruttare i poteri della Shadow Force Energy, l’energia dei numeri immaginari.

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LE DIVERSE EDIZIONI DEL MANGA

In Giappone, questa breve serie è stata originariamente raccolta in 4 tankobon:

Nel nostro paese, Cyber Blue è invece sbarcato per la prima volta nel 1996 grazie a Star Comics. Pubblicato in 7 volumetti da 128 pagine ciascuno (formato standard dell’epoca), non ha riscosso molto successo neanche tra i fan di Tetsuo Hara.  A tutti gli effetti si tratta di un’edizione “da dimenticare” già a partire dalle copertine: Utilizzate infatti le quattro copertine dell’edizione giapponese, restavano fuori altri tre volumetti. Quale fu la “pazza idea” di Star Comics? Prendere qualcuna delle splendide tavole interne e colorarla? No! Chiedere qualche artwork direttamente a Shueisha dalla quale avevano acquisito la licenza di pubblicazione? Ma manco per sbaglio…

Fecero disegnare 3 copertine ad alcuni “talenti” nostrani cercando di fargli scimmiottare lo stile del maestro… il risultato lo potete vedere nella seguente gallery:

Fortunatamente per noi, nel 2012 la J-Pop ha pensato bene di riproporre quest’opera e rendergli un po’ di giustizia. L’edizione presentata è la medesima, stavolta in 3 corposi volumi, pubblicata in giappone nel 2010:

Mentre resta il mistero su che fine abbiano fatto i credits degli sceneggiatori Mitsui e BOB (tanto nell’edizione giapponese quanto in quella nostrana), si può dire tranquillamente e senza timore di smentita che ci troviamo di fronte alla miglior edizione possibile di Cyber Blue. In primo luogo l’edit, benché non privo di qualche svista, è davvero curatissimo, la storia poi, pur con tutte le lacune di cui abbiamo parlato, riesce a coinvolgere meglio il lettore proprio grazie al maggior numero di episodi contenuti in ogni volume. In poche parole, sia che si conosca già il manga per via dell’edizione precedente, sia che non lo si sia mai letto, bisognerebbe non farsi scappare quest’edizione che restituisce nuova luce alla “fantascienza secondo Hara”.

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