KEN IL GUERRIERO – LE ORIGINI DEL MITO DELUXE Vol. 3 – Recensione

snk 3Con un po’ di giorni di ritardo (ultimamente devo programmare anche quando andare in bagno…), vado a recensirvi il terzo volume di KEN IL GUERRIERO – LE ORIGINI DEL MITO DELUXE, ristampa in maxi-formato delle vicende legate al Kenshiro degli anni ’30, gettato da Tetsuo Hara in una guerra tra cartelli criminali di cui è teatro la turbolenta città di Shangai, paradiso per alcuni ed inferno per molti. Lo scorso mese abbiamo visto la rinascita del Quing Bang dalle proprie ceneri e la dura battaglia tra Kenshiro e il Re degli Spiriti. Una serie di durissimi colpi inflitti al Cartello del Fiore Rosso che però non demorde, ed è pronto come non mai a sferrare la sua controffensiva… Prima di passare al sodo, occorre però che ringrazi MusashiMiyamoto, il cui contributo è stato come sempre essenziale oltre che eccellente. Buona lettura! 😉

IL FIORE ROSSO COLPISCE ANCORA

Come dicevo in apertura, se la volta scorsa abbiamo potuto assistere alla riscossa del Quing Bang, in questo volume le luci della ribalta spettano al Cartello del Fiore Rosso, che vede scendere in campo i suoi leader supremi, in particolar modo lo sfrontato ma abilissimo Tàiyán Zhāng, maestro della Scuola della Casata Cao di Hokuto. In più, mentre abbiamo il ritorno in scena di Yuling, la donna che Kenshiro pensava di aver perso per sempre e che invece è ancora viva, vediamo la trama che si infittisce. Gli autori sono stati bravi nel mischiare realtà e fantasia, sfruttando basi storiche come le leggi razziali promulgate da Hitler legandole alle visioni utopistiche di cui soltanto i protagonisti di un manga di Tetsuo Hara potrebbero essere capaci. E anche qui si continua a giocare con i parallelismi biblici. Ci ritroviamo quindi un Takeshi Kitaoji come un novello Abraamo in cerca di una Terra Promessa, un paradiso terrestre in cui tutti coloro che sono perseguitati possano trovare rifugio.

Tornano poi di forza i sentimenti e torna anche un senso di piacevole déjà vu. Difficile infatti non mettere a confronto le storie di alcuni personaggi con quelle della serie originale: la sorte di Li-Hua non può non ricordarci quella di Aili, così come l’apparente morte ed il ritorno di Yuling non possono non ricordarci di Julia, eppure tutto questo non dà mai (o non dovrebbe dare) l’idea che gli autori si siano limitati ad un mero “copia e incolla” degli schemi proposti trent’anni or sono ma, bensì, che nell’intreccio sia nascosto un messaggio ben preciso (e che in effetti, come sanno coloro che l’hanno già letta all’epoca,  si evince in buona parte negli episodi conclusivi della serie). Infatti una grossa differenza tra Hokuto No Ken e Souten No Ken risiede anche in questo, ovvero in come la trama del secondo sia ben più ragionata, studiata e pianificata rispetto al suo più illustre predecessore. I personaggi sono costruiti meglio, hanno spesso un background più solido, e le loro vicende si intrecciano senza incongruenze verso un finale in cui, a tirare le somme, ci si rende conto del perché di certe scelte narrative. Ovviamente di questi aspetti ne riparleremo quando sarà il momento, ma intanto mi premeva mettere un po’ le mani avanti prima di ritrovarmi a leggere commenti superficiali sulla sceneggiatura. 😉

PERSONAGGI

Nota importante: Nelle schede che seguono ho voluto mantenere una linea coerente con l’opera originale. In esse verrà proposto il nome correttamente traslitterato in italiano, gli ideogrammi relativi e, a seconda dei casi, il nome così come viene pronunciato in giapponese con gli stessi ideogrammi. Altro punto importante che mi sento di sottolineare è che mentre in originale viene dato prima il cognome e poi il nome dei personaggi, nel tradurli ho invece messo prima il nome e poi il cognome, come è consuetudine nella nostra lingua.

Xiubao Li photoXiùbǎo  (李秀宝)

(Giapp.: Shūhō Ri)

Generosa ma determinata leader dei predoni dell’Hebei, altri non è che Yuling, sorella di Guanglin e promessa sposa di Kenshiro. Incapace di ucciderla senza pietà, il Re degli Spiriti ha preferito farla sparire cancellandole la memoria ed affidandola all’anziano capo dei predoni, che l’ha accettata come una figlia. Questo cambiamento non ha intaccato l’indole sensibile della giovane donna, che continua a mettere al primo posto la vita del prossimo piuttosto che la sua, ma le ha donato le caratteristiche necessarie a trasformarsi da semplice ragazza indifesa in indomita guerriera.

Kumazasa Tokusaburo photoKumazasa Tokusaburō (熊笹 徳三郎)

Direttore della filiale di Shangai della corporazione appartenente a Takeshi Kitaoji, ha collaborato con De Guise al fine di permettere la rinascita del Quing Bang e progredire verso la realizzazione di un ambizioso progetto, volto a trasformare la città in un luogo in cui possano trovare rifugio ebrei, nomadi e fuggiaschi, tutti coloro che non hanno più una patria.

Taiyan Zhang photoTàiyán Zhāng (張 太炎)

(Giapp.: Taien Chō)

Secondo in comando nel Cartello del Fiore Rosso, è il maestro indiscusso dell’Hokuto Sōka Ken (北斗曹家拳 – Scuola della Casata Cao di Hokuto), una delle tre ramificazioni principali dell’Hokuto Shinken. Caratterizzato da una sfrenata libido, tanto incontenibile da averlo spinto a disinteressarsi degli affari dell’organizzazione per dedicarsi solo al sesso, è conosciuto anche con il soprannome di “Ladro di spose”, per la sua abitudine di rapire le donne più belle uccidendone gli uomini.

Sofie photoSofie (ソフィー)

Sorella minore di Charles De Guise, essendo ebrea è dovuta fuggire dalla Germania con il suo fidanzato Peter, di origine tedesca, a causa dell’entrata in vigore delle leggi razziali imposte dal regime di Hitler. Durante il viaggio verso Shangai, luogo in cui era certa di trovare l’appoggio del fratello, Peter è stato ucciso e lei ha subito un trauma così forte da perdere sia il bambino che portava in grembo, sia la memoria.

Malraux photoMalraux (マルロー)

Commissario della Polizia della Concessione Francese, in realtà è colluso con il Cartello del Fiore Rosso ed è il responsabile di quanto accaduto a Sofie e Peter durante il loro viaggio verso Shangai. Il piano era infatti quello di rapire la ragazza per poter ricattare De Guise in modo che non intralciasse i piani dell’organizzazione, ma Peter si è messo in mezzo, finendo per essere ucciso proprio da Malraux.

Quan-De Song photoQuán-dé Sòng (宋全徳)

(Giapp.: Zentoku Sō )

Membro del Quing Bang, viene ucciso, assieme ad altri due uomini, dai monaci del Wǔchāmén-Dǎng che, per mandare un messaggio intimidatorio da parte di Taiyan e del Cartello del Fiore Rosso, li trafiggono con le loro lance mentre sono seduti in macchina.

Wǔchāmén-Dǎng (五叉門党)

(Giapp.: Goshamon-Tō ) Goshamon To photo

L’Ordine del Tempio delle Cinque Lance è un gruppo di monaci guerrieri, praticanti la Scuola della Casata Cao di Hokuto, al servizio di Taiyan. Ognuno di loro ha rinunciato al proprio nome ed è noto soltanto con un appellativo derivante dal numero di stelle tatuato sul cranio.

Yi-Xing photoYī-Xīng (一星)

(Giapp.: Issei)

Monaco dell’Ordine del Tempio delle Cinque Lance, dichiara di esserne il membro più forte. Il suo nome (che significa “Una stella”), similmente ai suoi compagni, deriva dalla stella che porta tatuata sulla testa. Responsabile dell’imboscata in cui morirà Quan-dé Song, si toglierà la vita spontaneamente quando, dopo aver tentato di affrontare Kenshiro, verrà da questi sconfitto e messo nelle condizioni di dover rivelare importanti informazioni su Taiyan tramite l’attivazione di un punto segreto.

Lieshan Zhang photoLièshān Zhāng (章 烈山)

(Giapp.: Retsuzan Shō )

Gigantesco capo del Cartello del Fiore Rosso ed ex governatore militare dell’esercito Beiyang, ricopre attualmente il ruolo di Generale dell’Esercito rivoluzionario nazionale. Per aiutare Taiyan a disfarsi completamente del Quing Bang, anche a costo di scatenare una guerra tra Francia e Cina, invia a Shangai i predoni dell’Hebei, creando gravi disordini in città. Odia sentire qualcuno che anche solo accenna a sottolineare le sue enormi dimensioni.

Yongjin Chu photoYǒngjìn Chú (除詠進)

(Giapp.: Eishin Jo)

Segretario della Concessione Francese, rifiuta di farsi corrompere da Taiyan e viene quindi da questi trasformato in un burattino, grazie alla tecnica Kushindatsumei della Scuola della Casata Cao di Hokuto, e costretto a tentare di assassinare il Colonnello De Guise.

Li-Hua photoLí-Huā (梨花)

(Giapp.: Rinka)

Rinchiusa in un bordello di lusso, è una bellissima donna rapita da Taiyan nel giorno del suo matrimonio. Da allora vive come bambola sessuale per l’esclusivo appagamento di quest’ultimo ma, nonostante tutto, riesce a mostrare la forza d’animo necessaria a non lasciarsi andare alla disperazione. Lí-Huā, che significa “Fiore di Li”, è un soprannome datole proprio da Taiyan lo stesso giorno in cui l’ha rapita e il Li, comunemente noto come “pera cinese”, è una pianta molto resistente alle intemperie da cui sbocciano degli splendidi fiori bianchi, caratteristiche che rispecchiano quelle del personaggio.


Mr. Bean !!

Mr Bean Photo

Passano gli anni ma Hara è sempre lo stesso: non smette mai di infilare qualche personaggio del mondo dello spettacolo nei suoi manga. In questo caso è toccato all’attore inglese Rowan Atkinson, meglio noto al mondo come Mr. Bean, fantozziano protagonista di un’omonima sitcom televisiva che anche in Giappone ha riscosso un notevole successo e le cui disavventure sono attualmente visibili (legalmente) su Youtube.


TECNICHE SEGRETE

Nota importante – Sempre per coerenza, ho voluto mantenere i nomi delle tecniche e delle scuole nella lingua in cui dovrebbero pronunciarle i protagonisti. Ad esempio, suona piuttosto improbabile che Kuángyún Máng pronunci il nome della Scuola della Casata Sun di Hokuto in giapponese piuttosto che nella sua lingua madre, il cinese. Di conseguenza, come primo nome troverete sempre quello più “logico” mentre, in alcuni casi (come appunto le diverse sette derivanti da Hokuto), per completezza metterò tra parentesi anche la versione con pronuncia in giapponese.

  • Bōshin (忘神 – Divinità dell’Oblio): Punti segreti che inducono uno stato di torpore e permettono, nel frattempo, un recupero graduale della memoria. boshin
  • Běidǒu Cáo Jiā Quán (Hokuto Sōka Ken – 北斗曹家拳 – Scuola della Casata Cao di Hokuto): Ramificazione dell’Hokuto Shinken, trova la sua massima espressione nei colpi, estreamente precisi e potenti,  portati concentrando tutto lo spirito combattivo nelle dita delle mani . hokuto soka ken
  • Běidǒu Cáo Jiā Quán Jiǔshénduómìng (Hokuto Sōka Ken Kushindatsumei 北斗曹家拳 九神奪命Possessione dei Nove Spiriti della Scuola della Casata Cao di Hokuto): Tecnica che permette di raggiungere un punto segreto di pressione situato sul cervello, nella parte posteriore del cranio, e trasformare la vittima in una vera e propria marionetta, incapace di ribellarsi al volere del guerriero. Il nome della tecnica, con ogni probabilità, si riferisce al principio buddista delle “Nove Coscienze”, ovvero quell’insegnamento che individua nove diversi livelli di consapevolezza che permettono di definire l’identità e la vita della persona. In buona sostanza, i “Nove Spiriti” evocati nel nome della tecnica andrebbero ad impossessarsi ognuno di una di queste coscienze,  privando di fatto l’individuo della propria stessa anima.
  • Duòtiān Zhǎng (Daten Shō – 堕天掌 – Mani del Paradiso Perduto): Non si tratta propriamente di una tecnica di combattimento, ma di un kata, una posizione di guardia comune tra le varie correnti dell’Hokuto, che simbolicamente indica una sentenza di morte per l’avversario.
  • Keiraku Hikō Zenchi (経絡秘孔全知 – Punti Segreti dei Meridiani della Saggezza): Punti di pressione posti dietro la nuca, costringono la vittima a bere senza potersi fermare. Letteralmente, “zenchi” significa “onniscenza” o anche semplicemente “saggezza”, stando probabilmente ad indicare che alla vittima verrà inculcato, come si suol dire, un po’ di sale in zucca riguardo alle conseguenze delle sue stesse azioni. zenchi
  • Hikō Fūgan (秘孔風巌 – Punti Segreti Fūgan): Punti di pressione localizzati sul collo, sotto ciascun orecchio, rendono la vittima docile ed amichevole. Fūgan non è traducibile in un termine di senso compiuto ed è un nome composto da due kanji che significano rispettivamente “vento” e “roccia”, stando forse ad indicare la stazza del bersaglio e la velocità con cui Kenshiro lo colpisce. fugan
  • Mìléikǒng  (Hiraikō秘雷孔 – Innesco Celato): Si tratta di una particolare tecnica di manipolazione dei punti segreti che permette, durante l’attivazione degli stessi, di assicurarsi che nessun altro possa manipolarli a sua volta, pena l’innesco di una reazione a catena che porterebbe solamente all’esplosione del soggetto. hiraiko

EDIZIONE ITALIANA

Diciamo che in questo volume tornano a galla un sacco di cose che, per un’edizione di lusso del prezzo di circa 13 euro, sarebbe stato il caso di revisionare. Non parlo ovviamente della confezione, che è sempre bellissima e di grande impatto, quanto del contenuto, dove i traduttori, letteralmente, INVENTANO gran parte di quello che poi noi andiamo a leggere. Come al solito, per farvi un’idea, basta fare un raffronto tra il volume e le schede che trovate in questa stessa recensione, le cui traduzioni, lo ribadisco solo per dare una misura dell’affidabilità di quello che proponiamo, sono realizzate da una persona che ha una tale familiarità con la lingua da insegnarla. Comunque, giusto per segnalare alcune delle cose più inspiegabili, prendiamo il primo in comando nel Fiore Rosso: Lièshān Zhāng (章 烈山). Il kanji che rappresenta il suo cognome è , che dal cinese si trascrive appunto Zhāng, e non Chan (!?), come hanno invece ritenuto alla Planet. Non parliamo poi dell’Ordine del Tempio delle Cinque Lance (五叉門党), storpiato in un approssimativo ed erroneo “Fratellanza dei Cinque Portali”. Qui lo voglio spiegare proprio ideogramma per ideogramma: = Cinque; = Lancia/Forca (ad indicare, nel caso sia necessario spiegarlo, le lance di cui si servono); = letteralmente “Portale”, ma in senso marziale indica un luogo, una struttura, in cui si apprendono le tecniche, quindi, nel caso specifico, un Tempio o un Monastero; = Ordine/Setta/Fazione (chiaro che, trattandosi di monaci, è più appropriato “Ordine”). Sulla stessa linea il Kushindatsumei (九神奪命), tecnica della Scuola della Casata Cao, che da “Nove spiriti che si appropriano della vita” (da me adattato in un più scorrevole “Possessione dei Nove Spiriti”), per i traduttori Planet si appiattisce in “Furto dei Sensi”. Tra l’altro, proprio quest’ultimo esempio mette in luce un’altra cosa che trovo molto discutibile, ovvero l’adattamento che tende a prodursi in slanci creativi un po’ da furbetti. In che senso? Nel senso che se non capiscono il significato dei termini, piuttosto che scervellarsi ti infilano delle traduzioni che ad un lettore qualsiasi sembrano poi quelle più plausibili, mentre in realtà i personaggi dicono tutt’altro. Quindi vaglielo a spiegare al lettore medio che “il punto di pressione della concordia” (probabilmente ideato da Schettino…) non esiste o che lo stesso vale per il “punto di pressione della volontà”, che sembrano entrambi adatti alla situazione ma non rispecchiano ciò che è scritto nell’originale. Già solo questi esempi dovrebbero bastare a tracciare un profilo riguardo la reale competenza di chi ha tradotto all’epoca e rende ancor più assurdo il fatto che nessuno si sia premurato di assicurarsi che tutto fosse in ordine prima di farne un’edizione deluxe. O meglio, assurdo per noi che siamo gli acquirenti, evidentemente alla Planet poco se ne fregano di tali “quisquillie”. Nonostante le lamentele che giornalmente gli arrivano sulla pagina facebook e nonostante ormai tra gli appassionati il nome dell’azienda sia divenuto sinonimo di scarsa professionalità, ci si ostina a produrre in maniera dozzinale, acquistando licenze a suon di soldoni e puntando alla massa “ignorante” (nel senso buono del termine, ovvero che “ignora” tutti i retroscena) senza capire che potrebbero rispettare i tempi di consegna evitando di sacrificare la qualità, basterebbe cambiare modus operandi. E occhio che questo non è il solito discorso da “hater”, sia chiaro, a me non me ne viene niente se Planet chiude o la gente smette di comprare questa ristampa, anzi. Non è un discorso volto a demolire una casa editrice, quanto piuttosto a spronare un certo tipo di ragionamento che porterebbe benefici sia ai lettori che all’editore stesso. Sbaglio? Mentre ve lo chiedete, vi saluto lasciandovi con un’immagine su cui riflettere…

Appuntamento a marzo!

2 risposte a “KEN IL GUERRIERO – LE ORIGINI DEL MITO DELUXE Vol. 3 – Recensione

    • Grazie.
      Sì, te lo consiglio vivamente. Anche io all’inizio faticavo a digerirlo, poi ho iniziato ad apprezzarlo sempre di più con il passare del tempo. Ora, con questa ristampa, fatta eccezione per l’adattamento lacunoso di Planet, me lo sto godendo veramente tanto.

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