KEN IL GUERRIERO Vol.15 – Planet Manga – Recensione

volume-15Appuntamento atipico questa settimana con le gesta del guerriero di Hokuto. Atipico perché il volume in questione, il 15°, diversamente dai precedenti non introduce molti personaggi nuovi e non presenta tecniche da descrivere nei minimi dettagli. Tutto è incentrato invece su Raoh e sulla sua personale presa di coscienza dell’essere stato superato da Kenshiro, il quale lo ha completamente umiliato grazie alla Rinascita dal Nulla, il supremo segreto dell’Hokuto Shinken. Ferito tanto nel corpo quanto nell’orgoglio, colui che si è autoproclamato Re del Pugno non può accettare tale realtà e decide di tentare il tutto per tutto pur di trovare la forza necessaria a sconfiggerlo…
Prima di continuare ed entrare nel vivo, ricordo che tutte le recensioni dei volumi  di quest’edizione di Ken le trovate CLICCANDO QUI e che le traduzioni di nomi, tecniche e appellativi sono diverse rispetto all’adattamento “discutibile” operato da Planet.
Buona lettura 😉

UNA SCONFITTA DIGNITOSA

Come accennato in apertura, questa settimana la recensione / guida sarà impostata in modo un po’ diverso rispetto alle altre. Avendo meno spazio dedicato alla disamina di personaggi e tecniche, mi concentrerò su alcuni aspetti chiave dell’opera che ritengo vengano troppo spesso sottovalutati dai fan. Nel frattempo, ecco le uniche due “new entries” di questi episodi:

UsaUSA (ウサ)

Vile personaggio alle dipendenze di Raoh, compare solo di sfuggita nella serie originale, in cui muore pochi istanti dopo aver contrariato involontariamente il Re del Pugno. Ha un ruolo invece un po’ più ampio nello spin-off Raoh Gaiden – Ten No Haoh, dove riveste il ruolo di vice consigliere.

jadoJADO (ジャドウ)

Membro dell’esercito del Re del Pugno, dotato di una moto corazzata, attacca Kenshiro mentre questi è sulla strada per raggiungere il villaggio di Fudo, dove il guerriero dei Cinque Astri sta sacrificando la propria vita contro Raoh. Nonostante sia momentaneamente privo della vista, Ken riesce facilmente a sconfiggerlo.

Tornando al discorso sugli aspetti chiave del racconto, non posso non sottolineare ancora una volta quanto la figura femminile sia fortemente privilegiata all’interno di Hokuto No Ken.
Nel caso specifico, possiamo assistere alla summa vera e propria di questo concetto che vuole la donna (e Julia in special modo) come rappresentante dell’amore nella sua forma più pura.
Ma guardiamo le immagini…

In questa sequenza vediamo il famoso flashback in cui Fudo irrompe nel dojo di Hokuto e annienta ogni possibile resistenza da parte degli allievi di Ryuken. In tale occasione, un giovanissimo Raoh assiste alla scena restando paralizzato dal terrore. La scena, presente anche nell’anime televisivo storico, ci mostra in primo luogo quanto fosse terribile e disumano quel gigante ora così mite e generoso. In seconda battuta, ci mostra la vera debolezza di Raoh, debolezza che diviene evidente nell’immediato raffronto proposto subito dopo, nella sequenza di tavole successiva:

Come possiamo vedere, la piccola Julia reagisce in maniera diametralmente opposta rispetto a Raoh: Per difendere la vita si oppone al pericoloso “orco” e lo SCONFIGGE, come non manca di far notare lo stesso Ryuken, testimone dell’evento.
In parole povere, Julia è più forte di Raoh. L’amore può più della forza.
Purtroppo nell’anime storico si perde un po’ il senso ultimo di questo raffronto, perché i due eventi vengono presentati in maniera un po’ differente e non in netta contrapposizione come nel manga, eppure è un passaggio veramente significativo all’interno dell’opera, perché da esso si evince, in maniera ancora più marcata, che Raoh non potrà mai ottenere il dominio assoluto con la sua sola forza e che solo Kenshiro e Julia sembrano davvero possedere le qualità necessarie a riportare la luce della speranza nel mondo. La lotta ormai si svolge su un piano totalmente differente dove non contano più la forza fisica e la tecnica di combattimento.
L’ulteriore conferma arriva poco dopo, quando Raoh è infine costretto ad indietreggiare di fronte ad un Fudo che, anche moribondo, non smette di combattere. Raoh realizza nuovamente di essere inferiore di fronte a quegli occhi colmi di tristezza, gli stessi dei bambini e gli stessi di Ken.

Compreso che le sue ambizioni di conquista sono ormai irrealizzabili, il Re del Pugno desidera una cosa sola: poter almeno combattere all’ultimo sangue contro Kenshiro e ad armi pari. Con un gesto estremo raggiunge la necessaria consapevolezza e si impadronisce della Rinascita dal Nulla: Anche lui, ora libero da ogni fardello, con la mente ed il cuore limpidi e pieni solo della voglia “pura” di confrontarsi con il suo più potente avversario, diviene un Arhat, un Illuminato… un Buddha. Si “risveglia”, rinasce come un nuovo Raoh pronto ad affrontare il fato, un fato che, per la prima volta in 1800 anni, pone uno dinanzi all’altro due guerrieri entrambi meritevoli di divenire successori dell’Hokuto Shinken. Il dualismo tipico dell’opera qui trova la sua sublimazione:

“Lo yin e lo yang si trasformano l’uno nell’altro”

E’ interessante vedere come “il nulla da cui scaturisce la vita” (Yin), rappresentato dal Musou Tensei, divenga “il tutto che si esprime in nulla” (Yang) nel momento in cui i due guerrieri, ormai allo stesso livello, smettono di utilizzare tale tecnica per confrontarsi in maniera elementare, come quando erano bambini e si allenavano nel dojo. Assolutamente superbo è l’epilogo del combattimento: Raoh è un uomo nuovo e lo deve a suo fratello. Viceversa, anche Kenshiro è cresciuto grazie a Raoh, ed è ora pronto a farsi carico anche di quell’immenso senso di responsabilità che aveva portato il fratello a voler dominare il mondo per riportare ordine nel caos. I due uomini, come i due Guardiani Nioh che rappresentano l’Alfa e l’Omega, si completano a vicenda e Kenshiro “diventa” Raoh, imprimendone l’anima nel proprio cuore.

Sono queste le cose per le quali Hokuto No Ken resta e resterà sempre un’opera a cui tutti gli altri shonen (e non solo) devono inginocchiarsi.

L’immenso Bronson ha preso un personaggio interessante come Kenshiro e lo ha “cresciuto” settimana dopo settimana, così come nel frattempo migliorava il tratto di Hara. Insieme ne hanno fatto ben più che un manga di combattimenti e azione, ne hanno fatto uno specchio per l’anima stessa del lettore, fosse egli un ragazzino o un adulto. E forse, nonostante sia solo un personaggio di fantasia, Kenshiro riesce davvero a farsi carico anche della nostra tristezza…

GIUDIZIO

Iniziamo dicendo che era davvero difficile far peggio della scorsa settimana, con il Musou Tensei ridotto a “Paraculata nell’Inconscio”. Eppure, per non farci mancare nulla, anche questa settimana alla Planet si sono impegnati per farci ridere (o piangere, fate voi…).

Si inizia subito con un Raoh tutto eccitato che, appena caduto da tipo settordici piani, si trova davanti a Julia e…

Ora, in queste due tavole c’è un po’ di tutto: Per prima cosa l’esclamazione di Raoh, alla quale mi stavo rovesciando dal ridere.

“LO DICEVO IO…”

E sì! Lo diceva lui! E voi malfidenti non gli avete mai voluto dar retta 😀 Pare di sentire mia madre che spettegola con la portinaia a proposito di quella donnaccia del secondo piano…
Molto migliori, almeno in questo caso, le edizioni Star Comics (“E’ proprio vero! Il Cielo desidera me!”) e d/visual (“Il Cielo mi brama”). La seconda cosa che salta all’occhio è quel fastidiosissimo difetto di impaginazione già segnalato e che perdura, lasciando spazi bianchi nel mezzo. Infine, nel titolo dell’episodio un’altra chicca: da Re Guerriero, Raoh si trasforma in Re Diavolo (Milan! Milan! Soooloooo con teeeee….). Qui c’è da specificare una cosa importante: Come da me stesso affermato nella redazione della scheda di Raoh, il personaggio è effettivamente ricalcato sulla figura di Oda Nobunaga, figura storica di grandissima importanza in Giappone. Ebbene, il termine qui utilizzato “Re Demoniaco” (魔王) è il medesimo che fu affibbiato a questo grande ma controverso condottiero. Quindi, diciamo che pur non volendo star lì a spenderci una nota aggiuntiva, era forse preferibile tradurlo Re Demoniaco piuttosto che Re Diavolo, proprio per richiamare l’affinità tra le due figure (che poi, diciamocelo, Re Diavolo suona davvero male…).

Un’altra cosa che ritengo grave è la sequenza di dialoghi che si trovano verso la fine del volume: in essi, dopo che è stato chiaramente detto che l’acquisizione del Musou Tensei da parte di entrambi i guerrieri ha di fatto azzerato l’efficacia di tale tecnica, riportando tutti e due a combattere come dei bambini, a puri e semplici cazzottoni alla ‘ndò cojo cojo, si inizia a “sparlare” di nuovo di colpire con la “reincarnazione nell’inconscio”.

confronto

Ma siamo matti!? Adesso i dialoghi li inventiamo pure?

Guardando le vignette in lingua originale, infatti, non appare mai il nome del Musou Tensei (無 想転生), bensì la dicitura Musou No Ken (無 想の拳) ovvero, volendolo tradurre in maniera stringata, “Colpo dal / del Nulla o Senza Pensiero / Turbamento”.
Per capirci meglio, non si sta parlando di niente di nuovo, anzi, un colpo basato sullo stesso identico concetto lo avevamo visto nel volume 12, durante il combattimento tra Toki e Raoh:

Musō Insatsu (無想陰殺 – Uccisione Istintiva Senza Pensiero): Tecnica che permette di sferrare un attacco istintivo contro l’avversario concentrandosi solo sul suo spirito combattivo, allontanando dalla propria mente ogni emozione e distrazione, riuscendo ad intercettare il momento esatto in cui la difesa del nemico viene meno, ovvero quell’istante in cui egli stesso lancia il suo attacco. Nota del traduttore: “Musoo” è abbreviazione di “Munen Musoo” che è lo stato tipico della meditazione buddista Zen con il quale si libera la mente da qualsiasi pensiero e da qualsiasi idea; in altre parole, uno stato di vuoto interiore, di imperturbabilità. “Insatsu” è una combinazione, difficilmente traducibile, che sta più meno a significare la capacità di sopprimere ogni influenza negativa, grazie alla percezione istantanea derivante dallo stato mentale di vuoto che permette di annullare, come nel caso di Raou, una minaccia rivolta verso di sè.

Benché possa sembrare un discorso complicato, in realtà è tutto molto semplice: un attacco “libero da ogn turbamento” era ed è possibile portarlo indipendentemente dal raggiungimento del Musou Tensei, che è ben altra cosa.
Sostanzialmente, ciò che Kenshiro deve fare è sgombrare la mente da ogni sentimento fraterno nei confronti di Raoh per affrontarlo al meglio delle sue forze e potergli dare il colpo decisivo. Per fare ciò, dovrà concentrarsi solo ed esclusivamente sullo spirito combattivo di Raoh, cercandone il minimo turbamento (o punto debole) e affondando il suo colpo al momento giusto. Ecco qual è il significato di quel passaggio.

Chiudiamo con una chicca (ce ne sarebbero altre a dire il vero, ma lascio a voi il “piacere” della scoperta):

ying e yan

YING E YAN!?

Alla prossima settimana!

6 risposte a “KEN IL GUERRIERO Vol.15 – Planet Manga – Recensione

  1. Complimenti per l’analisi yin yang e i significati dello scontro finale.
    Sono d’accordo sulla capacità dell’opera di suscitare risonanze profonde in noi lettori.
    Il tuo lavoro è sempre molto accurato 😉

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