Maestri Taizanji Kenpō

Uighur (ウイグル)

Gigantesco e brutale guardiano della prigione di Cassandra, Uighur è un personaggio spietato e senza il minimo barlume di umanità, la cui forza è seconda solo alla sua crudeltà. Il suo compito principale è di tenere in catene i maestri di arti marziali che Raoh ha fatto rinchiudere dopo essersi appropriato dei loro segreti e, in special modo, evitare che Kenshiro possa reincontrare Toki, anch’egli rinchiuso dal fratello maggiore tra le mura della terribile prigione. Come già detto, Uighur è un personaggio senza scrupoli per il quale la vita umana non ha il minimo valore e lo dimostra, ad esempio, facendo torturare il giovane Mitsu, il fratello minore dei valorosi Raiga e Fuga, tenuto in ostaggio proprio per costringere i due guerrieri a difendere il portone principale di Cassandra. Oltre a ciò, le terribili torture a cui sottopone i detenuti hanno contribuito ad accrescere la nefasta leggenda della prigione: Le urla delle vittime riecheggiano infatti nella valle circostante, portate dal vento, tanto che il luogo è chiamato anche Città dei Demoni Urlanti. Nonostante appaia quasi come un personaggio secondario rispetto ad altri, Uighur si dimostra un guerriero formidabile capace di mettere il successore di Hokuto in seria difficoltà anche se per breve tempo.

Il suo stile di combattimento principale è il Taizan-ryū Sōjō Ben (泰山流双条鞭 – Stile Taishan delle Due Fruste) e nel manga utilizza le seguenti tecniche:

  • Yūdō Danpa (熊胴断波 – Onda Trancia Orsi): Il guerriero avvolge ed immobilizza l’avversario con le sue due fruste, poi, con un violento strattone, lo smembra completamente.
  • Taizan-ryū Senjō Ben (泰山流千条鞭 – Stile Taishan delle Mille Fruste): Variante più forte dello stile principale, si basa sull’utilizzo di particolari fruste dalle molteplici corde. Impossibili da fermare, vengono utilizzate sia per ferire che per immobilizzare completamente l’avversario.
  • Mōko Hakyoku Dō (蒙古覇極道 – Via del Dominio Assoluto della Mongolia): Questa tecnica di combattimento non appartiene al Taizanji Kenpo, è piuttosto un retaggio della stirpe dello stesso Uighur, discendente dei conquistatori della Mongolia. Tramandata fin dall’antichità, questa tecnica di lotta permette al guerriero di concentrare tutte le sue forze trasformando il proprio corpo in un proiettile e annientando qualsiasi tentativo di difesa da parte dell’avversario.

Uighur compare anche nel manga e nella serie TV Raoh Gaiden – Ten No Haoh, dove viene rivelato che egli stesso era un prigioniero sopravvissuto a ben cinque tentativi di esecuzione capitale. Raoh, dopo averlo incontrato, averne constato la potenza e saputo del suo desiderio di creare una propria leggenda, lo mette a guardia di Cassandra.

Ryuga (リュウガ)

“L’uomo del Tenrō-sei (天狼星), il lupo che brilla nel cielo. La sua stella è la più brillante di tutte le stelle solitarie. Ha osservato l’epoca in cui vive con i suoi occhi di lupo, cercando un uomo che sarebbe potuto diventare “il grande albero”. Chi, tra  Raoh e Kenshiro, sarebbe stato quell’uomo? Per poterlo capire, Ryuga si è trasformato in un lupo furioso al fine di sfidare Kenshiro in combattimento. La sua arte marziale è il Taizan Tenrō Ken (泰山天狼拳 – Tecnica del Lupo del Cielo del Taishan). Per riuscire ad evocare la rabbia Kenshiro, ha trafitto il malato Toki con il suo pugno ma si è anche lacerato l’addome da solo. Più di chiunque altro che abbia visto quest’epoca, ha dato la sua triste vita nella speranza di riportare la pace. Infine, compreso che il grande albero era davvero Kenshiro, lo stesso uomo che sua sorella minore Julia aveva amato, è morto serenamente tra le braccia di Toki. E’ stato un uomo solitario che è brillato di più di chiunque altro ed è morto per il suo credo”. (Buronson)

Generale dell’Armata del Re del Pugno, Ryuga è il personaggio forse più difficile da decifrare tra tutti quelli della serie. Egli ha lo spirito di un samurai nella più nobile delle accezioni. E’ fedele e leale, non tradisce i propri principi e le proprie idee, ha rispetto della vita e intende distruggere il male. Anche le sue parole, spesso in forma di metafora, hanno un sapore buddista:”I rami malati vanno recisi”.
Tutto ciò contribuisce a dare l’idea di un uomo che non è un dominatore,cioè colui che scende a dei compromessi e deve essere molte volte crudele come Raoh, ma di un uomo che vuole servire qualcuno che stima e rispetta e attraverso il quale sublimare le proprie nobili idee di salvezza, amore e rettitudine. Si unisce a Raoh e ne diventa un fedele e lealissimo seguace, esattamente come un samurai col proprio padrone. Non pensa mai minimamente di tradirlo, perchè nutre troppa stima per lui e attraverso di lui cerca di capire anche se stesso.
Improvvisamente si accorge di Kenshiro. Si accorge che questi è come una luce, l’illuminazione, la salvezza. Ne è colpito e al tempo stesso comincia a capire perchè la sorella lo amasse. Si rende conto che quello che la sua stella, il suo destino gli ha imposto di cercare è lì e non deve più scegliere. Anzi, non può più scegliere, perchè egli è fedele a Raoh. Ed è qui che gli eventi degenerano, ma solo apparentemente, con la morte-suicidio di Ryuga.
Ryuga è un uomo leale che mai ucciderebbe i deboli o tradirebbe l’amore e i propri ideali, ma ha giurato fedeltà all’uomo sbagliato, Raoh. Ma non può tradirlo e perciò chiede il suo consenso per affrontare Ken, ben sapendo di essere già sconfitto. Non lo vuole affrontare con l’idea di vincere, ma con l’idea di giustificare il proprio sacrificio, determinato dalla consapevolezza che Ken è il Salvatore. Egli comincia quindi a compiere nefandezze e ad agire in maniera del tutto illogica e incoerente, che ha il suo culmine nell’aggressione a Toki. Ma,in questo caso,una ragione c’è e questo rende la sua figura complessa. Deve provocare la rabbia di Kenshiro, affinchè quest’ultimo si batta con lui, per dare una ragione ultima al suo gesto e poter così anche riacquistare il suo status di guerriero dall’animo puro e incontaminato. Morire così come ha vissuto. A maggior ragione queste sue momentanee nefandezze giustificano perciò il suo suicidio, ma la sua purificazione avviene proprio quando viene sconfitto da Kenshiro. Allora può manifestare il suo vero pensiero, spiegare il suo destino e, in ciò aiutato da Toki che volutamente si è prestato a tutto questo, volare con lui in cielo, come due spiriti illuminati. Il suicidio di Ryuga è quindi un miscuglio sapiente di concezione orientale, cioè visione mistica, codice d’onore, principi religiosi e filosofici e di razionalità anche moderna, laddove l’uomo riflette e apre il proprio cuore per essere compreso da chi gli sta vicino. Questo avviene per esempio quando Ryuga fa capire a Ken di essere fratello di Jiulia, gli dice cosa pensa di lui e così potrà morire sereno e rivalutato nella sua immagine e nel suo triste destino.

Parlando dello stile di combattimento di Ryuga, il già menzionato Taizan Tenrō Ken, è interessante notare come esso sia peculiare tanto quanto il suo nobile depositario. Prima di tutto è l’unico stile Taizan che viene rapportato ad una stella di riferimento, la Stella del Lupo del Cielo (corrispondente a Sirio nell’astronomia occidentale), in maniera simile ad Hokuto, Nanto e Gento, mentre in teoria dovrebbe invece rapportarsi al monte sacro da cui prende il nome. In secondo luogo, somiglia molto più al Nanto Seiken che non agli altri stili Taizan. Ryuga stesso, in quanto fratello di Julia, è un discendente della stirpe principale di Nanto. Questi fatti hanno generato confusione anche a livello “ufficiale”, tanto che nel manga spin-off Juza Gaiden, dove Ryuga fa la sua comparsa, nell’edizione su rivista la sua tecnica viene erroneamente definita come appartenente al Nanto Seiken! Tale errore è stato poi corretto nell’edizione in volumi, ma tale episodio basta da solo a confermare quanto gli autori originali si siano divertiti a mescolare le carte in tavola per rendere questo personaggio effettivamente unico, senza legami. Per comprendere quindi la natura della Tecnica del Lupo del Cielo è necessario entrare nel campo delle ipotesi, considerato che gli autori stessi hanno sempre preferito lasciare del mistero piuttosto che spiegare nei dettagli le origini della stessa. Sicuramente, ciò che si legge nel manga è significativo: Kenshiro sembra ben conoscere (almeno di fama) la letale tecnica di combattimento di Ryuga, mentre la stella del Lupo del Cielo viene poi descritta come “non alleata a nessuna divinità” (differentemente da Hokuto, Nanto e Gento). Da questi pochi dati si può comunque desumere che la tecnica sia antica e degna di rispetto, mentre per quello che concerne la sua stella di riferimento, data la sua estrema luminosità, è possibile che in senso simbolico questo la costituisca, nell’economia della storia, come una “stella polare” a sè stante, separata da tutte le altre. Non stupisce quindi che quello di Ryuga sia un cammino solitario e che i suoi colpi non siano effettivamente identificabili in maniera definitiva con le altre grandi tradizioni di lotta presenti nella serie. Tornando alle ipotesi è possibile che tale tecnica abbia avuto origine proprio da un ramo della stirpe principale di Nanto in tempi antichi, forse in seguito a dissidi interni, e sia stata poi sviluppata in seno al Taizanji Kenpo divenendo così qualcosa di unico. Ovviamente Ryuga, sempre stando a questa ipotesi, essendo un membro della stirpe principale di Nanto, ha probabilmente avuto la possibilità di apprendere i segreti di tale terribile arte proprio grazie alla sua discendenza.

Ryuga compare anche negli spin-off  Raoh Gaiden – Ten No Haoh (manga e anime) e Toki Gaiden.

Geruga (ゲルガ)

Poco più che una comparsa, questo personaggio non ha nemmeno un nome nel manga originale, viene chiamato Geruga soltanto successivamente nell’anime. Leader di un gruppo di banditi, ha la sciagurata idea di fare irruzione nell’harem di Juza per regolare i conti in seguito ad un’incursione del guerriero dei 5 Astri nel suo villaggio.

L’unico colpo che Geruga riesce ad utilizzare, prima di essere letteralmente spezzato in due da Juza, è il Taizan Hadatsu Gō (泰山破奪剛 – Potenza Separatrice del Taishan). Tale tecnica permette di concentrare una forza incredibile nelle braccia, tanto che il solo spostamento d’aria prodotto dagli affondi di chi la esegue è capace di spaccare la roccia. Un piccola curiosità risiede nel fatto che il nome della tecnica sembra prendere spunto da un Haiku del 1672 che recita così: kumo to hadatsu / tomo ka ya kari no / ikiwakare (Come si separano le nuvole / un’oca selvatica ora si separa /dal suo unico amico).

Hiruka (ヒルカ)

Noto per essere il più crudele degli uomini dell’esercito del Re del Pugno, Hiruka non smentisce di certo la sua fama e non ha il minimo scrupolo di coscienza quando, per tendere una trappola a Fudo, manda i suoi sottoposti a rapire Tanji e Jiro, ovvero i suoi figli naturali che egli stesso aveva abbandonato e che erano stati adottati proprio dal benevolo gigante. Senza alcuna pietà, Hiruka fa gettare i due bambini nelle sabbie mobili, obbligando Fudo a restarvi immobilizzato nel tentativo di salvarli.  Il suo piano sembra destinato al successo ma Kenshiro giunge in soccorso, salvando il buon Fudo da morte certa e mettendo fine alla vita di questo ignobile personaggio.

Lo stile di combattimento di Hiruka è il Taizan Yō Ken (泰山妖拳 – Tecnica Sovrannaturale del Taishan), il cui colpo principale è:

  • Jakōtai (蛇咬帯 – Spire del Serpente Velenoso): Utilizzando delle particolari bende elastiche, il guerriero avvolge l’avversario immobilizzandolo. Quando questi è ormai avviluppato dalle bende, l’esecutore lascia fuoriuscire decine di affilate lame dalla sua speciale armatura e si lancia sulla vittima per darle il “morso del serpente”, il colpo di grazia.

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