Hokuto Shinken (北斗神拳)

La Divina Scuola di Hokuto è l’arte marziale assassina definitiva, creata in Cina durante il periodo della Guerra dei Tre Regni. Fu elaborata da Shuken, appartenente alla Dinastia Principale di Hokuto, un clan che possedeva già una potente arte marziale, l’Hokuto Sōkeken, che aveva però raggiunto il suo limite sia nelle tecniche di attacco che di difesa, quindi non più migliorabile. I monaci tutelari del clan,decisero quindi di scegliere un discendente della stirpe principale tra i due neonati Shuken e Ryuoh, figli delle due sorelle Shume e Ouka. Portati i due bambini sul Koutendai (降天台 – Collina Celeste), si decise di lasciare agli dèi il compito di scegliere: Chi dei due fosse sopravvissuto sarebbe diventato il fondatore della nuova arte.
Shume, molto malata e prossima alla morte, si recò di nascosto sul monte per salvare la vita di suo figlio Shuken, ma venne scoperta dai monaci tutelari. A quel punto la scelta doveva ricadere su Ryuoh, ma Ouka, colpita dal profondo amore che la sorella aveva mostrato nei confronti del figlio, decise di sacrificare la sua vita, gettandosi dal monte, a patto che Shuken venisse scelto come fondatore.
Agli anziani non rimase che prendere atto del destino di Shuken, il quale era stato protetto dall’amore di due donne. Era chiaro che il Cielo aveva scelto lui come fondatore della nuova arte!

A Shuken venne quindi insegnato l’Hokuto Sōkeken e, quando fu abbastanza adulto, fu inviato ad impadronirsi dei segreti delle più potenti arti marziali per creare un sincretismo letale grazie al quale riuscì a sviluppare la nuova arte, l’Hokuto Shinken, che prevedeva la distruzione del nemico dall’interno, attraverso la pressione di particolari punti segreti del corpo detti Tsubo, localizzati dall’interconnessione tra i nervi e il flusso sanguigno. Gli effetti della manipolazione dei punti segreti possono variare di molto in base al tipo di pressione esercitata. Infatti, uno stesso tsubo, se premuto con una certa forza, può innescare una reazione a catena che, accelerando enormemente il flusso sanguigno, provoca la distruzione delle cellule, se premuto invece con un’energia dosata in maniera particolare è capace di avere effetti curativi. Oltre a questo, i Maestri dell’Hokuto Shinken sono capaci di concentrare e utilizzare il loro “spirito combattivo” per eseguire tecniche di grandiosa potenza e raggiungere i punti di pressione del nemico anche senza il bisogno di contatto fisico. Ultima ma non meno importante caratteristica di quest’arte marziale è quella di riuscire ad evolversi continuamente, mantenendo quindi inalterata la sua efficacia in combattimento e dando addirittura la capacità di assimilare facilmente le tecniche di altre scuole di combattimento.

Per via dell’immane potenza di quest’arte e a causa della tragedia delle due madri per la scelta del fondatore, venne introdotta la regola dell’Isshisōden (一子相伝) che, come primo vero punto di rottura con la tradizione del Sōkeken, stabiliva la successione diretta di padre in figlio. Per ogni generazione un solo maestro avrebbe avuto il permesso di  utilizzare ed insegnare l’Hokuto Shinken, mentre a tutti gli altri praticanti sarebbe stato proibito di usarla per scopi personali o di tramandarla ad altri. Gli allievi scartati per la successione avrebbero potuto mantenere le conoscenze acquisite a patto di non contravvenire a tale proibizione, pena la cancellazione della memoria, la distruzione delle mani o addirittura la morte per mano del successore stesso. Questo avrebbe fatto sì che la scuola mantenesse intatta la sua potenza sul campo di battaglia, impedendo che la tecnica si frazionasse in maniera eccessiva o che cadesse in mani sbagliate. Anche Ryuoh ebbe accesso agli insegnamenti, ma a lui e alla sua discendenza venne assegnato il ruolo di ramo cadetto, dal quale sarebbe stato scelto un successore solo se fosse mancato nel ramo principale. Grazie all’introduzione dell’Isshisōden chiunque poteva diventare allievo della scuola e questo permetteva non solo di avere sempre dei validi avversari con cui misurarsi, ma anche di individuare ed addestrare potenti guerrieri che avrebbero servito fedelmente i successori della Dinastia Principale.

Quando, secoli dopo, l’Hokuto Shinken si trasferì in Giappone, dove migliorò evolvendosi nella forma che tutti conosciamo, il ramo cadetto rimase in Cina e continuò a perpetuare l’Hokuto Shinken “originario”, che col tempo venne identificato come Hokuto Ryūken.

L’Orsa Maggiore

Il simbolo di queste arti è la costellazione che in Giappone viene chiamata  Hokuto (北斗 – Mestolo del Nord), un asterismo di sette stelle all’interno dell’Orsa Maggiore che corrispondono al nostro “Grande Carro”. Questo gruppo di stelle viene chiamato anche Shichisei, ovvero “Stelle che Governano sulla Morte”.  In Hokuto No Ken, infatti, le stelle e le costellazioni rivestono un ruolo di vere e proprie protagoniste nello svolgersi degli eventi, capaci di determinare il destino dei personaggi che vi sono legati.
Questo concetto affascinante deriva dall’Astrologia Cinese e, in particolare, tanto Hokuto quanto la Stella Polare, rivestono un ruolo di primaria importanza nella tradizione orientale.
La rotazione di Hokuto era infatti considerata in Cina un fenomeno rilevante perchè era dotata di criteri di prevedibilità e si pensava agisse positivamente sull’ordine degli eventi terrestri. Per questo motivo le sette stelle del Grande Carro nell’antica corte cinese rappresentavano il Governo, mentre la ‘Stella Polare’ era considerata la controparte celeste dell’Imperatore regnante cinese (La Stella Polare era il “punto limite di altezza”, intorno al quale girava il firmamento senza fermarsi, proprio come una ruota di carro attorno al mozzo).
Ciò era dovuto al fatto che i cinesi consideravano l’Imperatore qualcosa di divino, che era tale per volere del cielo e di conseguenza tutti i fenomeni che si verificavano sulla volta celeste avevano un evidente riscontro sulla terra, sulle attività umane e soprattutto sul comportamento e le decisioni dell’Imperatore (L’astrologia cinese indica all’uomo di non contrastare l’ordine macrocosmico, ma di seguirne piuttosto le leggi).
Da tutto questo, si può dedurre che, volendo Hara dare un’origine Divina alla tecnica di combattimento di Kenshiro, il Grande Carro sembrava proprio il simbolo più appropriato, in quanto rappresentava l’emissario dell’Imperatore, l’unico in grado di “riportare l’ordine in un’epoca di caos”.
Sotto quest’aspetto anche la scelta di Raoh di dedicarsi alla conquista e portare il proprio ordine assume ancora più significato all’interno dell’opera.
Tra l’altro, sembra che anche la Stella della morte non sia del tutto inventata…
E’ interessante notare che i Taoisti spesso menzionano due stelle immaginarie, in aggiunta alle sette di Beidou (il nome cinese della costellazione), sostenendo che in tutto ve ne erano nove, ma che soltanto sette potevano essere viste dalla gente ordinaria, mentre le altre due potevano essere viste soltanto in particolari circostanze. Queste due stelle supplementari, appartenenti a Beidou, furono menzionate per la prima volta nel periodo cosiddetto degli Stati Belligeranti.

casata liuNota storica: La Casata Liu

Accenno brevissimo ma interessante nel manga originale è quello in cui Uighur afferma che l’Hokuto Shinken appartiene alla casata Liu (劉家). A tal proposito è molto importante sottolineare alcuni fatti riguardanti l’introduzione del buddhismo in Cina, che risalirebbe alla metà del primo secolo dopo Cristo. Si narra, con il sapore della leggenda, che l’Imperatore Ming, noto anche come Liu Zhuāng (劉莊) sognò un uomo dorato e, colpito da tale evento, diede ascolto ad un suo consigliere, che suggerì si potesse trattare di una divinità straniera: Buddha. Vennero quindi inviati degli ambasciatori verso Occidente, che tornarono assieme a due monaci, trasportati su un cavallo bianco, i quali recavano con sé i rotoli delle loro scuole e che costruirono il Monastero del Cavallo Bianco presso la Capitale Luòyáng.
Tutti questi concetti verranno in effetti ripresi ed ampliati successivamente in Souten No Ken (vedi oltre), ma è doveroso notare come già all’epoca della serie originale, gli autori avessero “studiato” un background storicamente credibile riguardo all’arte marziale di Hokuto.

Approfondimenti in Souten No Ken

In questo manga prequel vi sono diversi approfondimenti riguardo alla storia dell’Hokuto Shinken. Riguardo alla genesi stessa della tecnica, viene alla luce che Shuken intraprese un viaggio che lo portò ad incontrare il popolo degli Yuezhi ed apprendere la tecnica segreta che in esso si tramandava: il Seito Gekken (西斗月拳 – Scuola Lunare di Seito). Tale arte aveva infatti perfezionato l’utilizzo dei Keiraku Hikō (経絡秘孔 – Punti Segreti di Pressione) molto più di quanto non avesse fatto l’Hokuto Sōkeken e, impadronendosene, Shuken avrebbe finalmente potuto dar vita alla più micidiale tecnica assassina. Questo tuttavia costò un enorme tributo di sangue. Dietro l’ordine tassativo dei monaci tutelari della Dinastia Principale, Shuken dovette uccidere con le sue stesse mani coloro che lo avevano accolto come un fratello. Anche Yama, la donna di cui si era innamorato e da cui aspettava un bambino doveva essere eliminata. Il Seito Gekken doveva estinguersi perché la nuova arte di Hokuto mantenesse intatta la sua potenza e fosse in grado di salvare il mondo. Shuken, tuttavia, non riuscì a posare neanche un dito sull’amata, la quale, dal canto proprio, decise comunque di sacrificarsi spontaneamente per un bene superiore e si gettò da un dirupo.

lo-sterminio-del-seito-gekken

Viene inoltre rivelato che negli anni a seguire, gli eventi portarono ad un’inaspettata svolta e la Cina venne infine divisa in tre Regni: Shu, Wu e Wei. Non potendo sapere a priori chi sarebbe stato, tra i reggenti di quelle nazioni, l’eroe che il Cielo avrebbe scelto per riportare la pace, i monaci tutelari decisero per una scissione che avrebbe portato Hokuto a proteggerli tutti e tre. La faccenda viene solo brevemente accennata e non si scende nel dettaglio, sappiamo solo che da quel momento in poi l’Hokuto venne diviso fra Tre Casate (北斗三家 – Hokuto Sanka) e le arti che ne drivarono furono identificate come Hokuto Sonka Ken (北斗孫家拳 – Scuola della Casata Sun di Hokuto), Hokuto Sōka Ken (北斗曹家拳 – Scuola della Casata Cao di Hokuto) e Hokuto Ryūka Ken (北斗劉家拳 – Scuola della Casata Liu di Hokuto).  Quest’ultima, come si evince dal nome stesso, era chiaramente sempre la tecnica fondata da Shuken, l’Hokuto Shinken “originario”, mentre non esiste alcuna informazione riguardo ai maestri che vennero scelti per dar vita alle altre due.

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Altri dettagli che vengono aggiunti sono quelli relativi al momento preciso in cui il ramo principale della casata Liu abbandonò la Cina. Tale evento viene fatto risalire all’806 d.C., quando Kūkai, monaco buddhista, partì per il Giappone portando con sé tre giovani maestri dell’Hokuto Shinken.

Qui l’Hokuto Shinken, oltre ad evolversi, allontanandosi sempre più dalla sua forma originaria, continuarò ad operare in segreto per favorire la pace, proteggendo gli eroi in grado di ristabilirla. Nell’epoca Sengoku (1478 – 1605), periodo storico in cui la nazione era divisa in tanti feudi in guerra fra loro, compito del successore fu quello di sostenere tre possibili condottieri nell’attesa che il Cielo decidesse chi, tra loro, avrebbe riunificato il paese: Nobunaga Oda, Tokugawa Ieyasu e Toyotomi Hideyoshi.

Infine si parla del Tenju No Gi (天授の儀 – Rito del Dono Celeste), una cerimonia che vede il successore dell’Hokuto Shinken battersi contro il successore dell’Hokuto Ryūken per stabilire chi dei due  abbia il favore del Cielo. Al termine del combattimento, il vincitore può accedere ai segreti celati nella Sacra Stele, che custodisce una sorta di memoria collettiva dei diversi maestri di Hokuto che si sono avvicendati nel corso dei secoli. Un’eredità che permette al successore designato dal Cielo (sia esso del ramo principale o del ramo cadetto) di riunire in sé ogni progresso fatto negli oltre 2.000 anni anni di storia della Dinastia Principale ed aggiungere a sua volta un nuovo tassello costituito dai propri ricordi e dalle proprie conoscenze.

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